martedì 20 dicembre 2011

Rimonta azzurra, con i rinforzi è possibile

La precarietà è arrivata nel calcio. Non esistono più posizioni garantite,
neppure in vetta alla classifica di serie A. La concorrenza può più
dell'articolo 18, l'esempio è il Napoli, passato dal ruolo di candidato allo
scudetto, a una distanza quasi incolmabile dal primo posto. Il tutto in tre
mesi, riempiti da pubblici elogi per lo spettacolo regalato a tutta Europa nella
Champions. Un caso di sdoppiamento che non ha spiegazioni razionali. La Roma in
evoluzione di Luis Enrique è certamente meno forte del Manchester City stella
d'Inghilterra, il Villarreal non può neppure essere paragonato al Chievo che da
anni rovina i piani di grandezza dei tifosi napoletani, eppure la differenza di
resa è impressionante. Mazzarri ha proposto la benedizione del San Paolo davanti
a episodi come il gol incredibilmente sbagliato da Hamsik, o il palo colpito da
Lavezzi, o ancora l'autorete confezionata in condominio da Aronica e De Sanctis.
Ma la soluzione potrebbe essere più laica, e l'allenatore non si affida certo
alla superstizione per guarire la propria squadra dal mal d'Italia. Guarda
all'Inter e a una rimonta che nessuno riteneva possibile: dalla piena zona
retrocessione alla vista sul terzo posto tornata nitida. Se replicasse l'impresa
(assolutamente possibile) compiuta da Ranieri, Mazzarri vedrebbe tornare
possibili anche i sogni nazionali. Là davanti il ritmo non è incessante,
l'andamento quasi lento è il tempo scelto o imposto dal livellamento che non
esiste negli altri tornei del continente. Qui non c'è gerarchia che non sia
attaccabile, l'Udinese che guarda dall'alto tutti è un fenomeno altrove
sconosciuto. Per rimontare, basta attrezzarsi: Mazzarri ha guardato e riguardato
in tivù la prodezza del cileno Vargas, ne aspetta l'arrivo fissato per gennaio e
finalmente immagina schieramenti alternativi al trio Cavani-Hamsik-Lavezzi,
senza che ne sia compromessa la forza della squadra. A centrocampo aveva
immaginato cambi continui per garantire eterna freschezza, ma solo ora ritroverà
Donadel; in difesa non arriveranno nuovi acquisti, ma tornerà Britos, acquisto
bloccato subito da un infortunio. Tre mosse per riveder la luce improvvisamente
spenta in una sera di dicembre nello stadio di casa: in fondo la differenza con
le altre grandi finora s'è nascosta soprattutto in panchina, nelle opportunità
concesse in casi d'ordinaria emergenza. Lavezzi resterà fermo per tre partite,
in questo momento più che un'assenza sarebbe una voragine, ecco perché Vargas
più che una scommessa diventa subito una necessità. E la pubblicità fatta
attraverso quelle immagini provenienti dal Sudamerica produce certezze più che
speranze. Così, parlar male della difesa del Napoli sarebbe un delitto, sia per
la formula adottata che per la interpretazione perfetta offerta da Cannavaro,
Aronica e Campagnaro, tre titolarissimi - per dirla alla Mazzarri - che una
piccola pausa vorrebbero concedersela ogni tanto. Se accade in partita,
l'effetto diventa imbarazzante. Britos servirà anche a questo: a dare la
sveglia. Perché, a volte, sentirsi precari aiuta a tornare più forti.
Fonte: Il Mattino

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