Mazzarri: "Una sconfitta ingiusta, nella ripresa meritavamo il pari"
Almeno questa volta sorride. Anche se è un sorriso assai amaro. Walter Mazzarri in fondo avrebbe voluto perdere su qualsiasi campo tranne che a Marassi. «Sconfitta immeritata, meritavamo il pari per come abbiamo giocato nel secondo tempo. E non credo che il terzo gol fosse regolare. È viziato da un errore dell’arbitro: l’intervento su Maggio con cui Moretti ruba palla è da punizione». Per Mazzarri, quello di Genova, resta uno dei suoi campi e per i tifosi del Genoa lui rimane pur sempre l’ex allenatore della Sampdoria: «Io devo valutare la prestazione e nel primo tempo siamo partiti con un Genoa molto concentrato, più veemente di noi. Appagati? No, non credo – continua – credo solo che i rossoblù avessero motivazioni superiori alle nostre. Magari anche la voglia di voler riscattare i sei gol presi al San Paolo. Quando parlo di fatica a giocare ogni tre giorni mi riferisco a questo». Non dà nessuna prova della sua proverbiale eloquenza e vis polemica ma è evidente che ai suoi dovrà parlare chiaro già da oggi. «Probabilmente, in diversi elementi non siamo entrati con il piglio giusto in campo, probabilmente il freddo, non so neppure io. Cavani in campo prima? Beh, visto come la sua prova dico di sì… ma solo per farvi piacere. Non può giocare sempre, corre il rischio di infortunarsi e io devo tutelarlo. I tempi di recupero sono troppo brevi». Il Napoli in questa partita è parso essere entrato con tutte le cose messe al posto giusto per farsi del male: «L’unico vero problema – spiega – è che prendiamo qualche gol in più rispetto al passato. Ma il Genoa in attacco è stato superbo: Palacio ha fatto un eurogol e sul gol di Gilardino non siamo stati attenti nella marcatura. Ripeto, giocando partite così vibranti ogni tre giorni, si perdono un po’ di attenzione e di lucidità che, poi, si pagano, soprattutto, in fase difensiva». Promuove Britos tornato in campo dal primo minuto dopo l’infortunio di agosto a Barcellona: «Mi sembra una delle note positive di questa giornata. Quinto posto? Non mi pongo obiettivi, noi diamo il massimo sempre. Però ho detto ai ragazzi che nella prima mezz’ora non siamo stati i soliti». Una giornata dove i risultati negativi delle concorrenti al posto in Champions potevano riaprire scenari assai più ambiziosi: «Perché le altre hanno perso? Noi andiamo avanti domenica dopo domenica, non facciamo la corsa su nessuno se non con noi stessi». Poche parole su Vargas. «È ancora un pesce fuor d’acqua, fa fatica a capire le mie indicazioni. Va inserito con il contagocce». Prova a svelare in maniera, in verità, poco convincente, il giallo dell’assenza persino in panchina di uno dei suoi pupilli, Salvatore Aronica: «Gioca sempre, giusto tenerlo a riposo». In verità la presenza in tribuna del suo procuratore Alessandro Moggi spalanca le voci di un addio imminente del difensore siciliano in scadenza di contratto. Domani alle 19 si chiude il mercato. Nelle ultime ore si parla con insistenza di un ritorno in azzurro di Pazienza. «Non lo so, parlate con Bigon – conclude il tecnico del Napoli allargando le braccia e regalando un altro sorriso sornione – oppure chiedete al presidente, su queste cose non metto bocca. Mancano due giorni, ma non credo si possano fare tante cose». Bigon da stamane è già al lavoro all’Hilton.
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