"Pandev consola i 5000 napoletani giunti a Siena"
I cinquemila tifosi al seguito si sono consolati un po’ per la fiammata finale di Pandev, che è servita almeno a evitare la sconfitta. Ma il pareggio in rimonta di ieri a Siena (1-1) rimane lo stesso un boccone indigesto. Tutti in rosso a metà campionato i conti del Napoli, già staccato di 12 punti dal primo posto della classifica e di 9 dalla zona Champions. Coppe a parte, finora, è stata per la squadra di Mazzarri un’annata molto più deludente. Ovvia l’amarezza di Aurelio De Laurentiis, che ieri pomeriggio ha pensato in extremis – e saggiamente – di evitare la trasferta in Toscana. È rimasto un tabù lo stadio Franchi, dove gli azzurri non riescono a passare dal lontanissimo 1946. Il principale rimpianto, però, è aver gettato via un’altra occasione per riagganciare il treno delle migliori. C’è il rischio di questo passo di rassegnarsi a una seconda fase del torneo da comprimari. Ma è un ruolo che starebbe troppo stretto, a questo Napoli. S’è visto anche ieri che la squadra ha grandi potenzialità, appena riesce a esprimersi in maniera più adeguata ai suoi mezzi. Inaccettabile l’idea che gli azzurri possano essere protagonisti soltanto nelle Coppe, in particolare nella Champions League. È tempo di cambiare, come ha fatto capire con i suoi modi garbati pure un pretoriano come Christian Maggio, dopo il deludente pareggio in Toscana. «C’è rammarico: il Siena ha giocato un’ottima gara e dato l’anima. Nel primo tempo è stata una sfida strana: bloccata. Nella ripresa, dopo il gol di Calaiò, abbiamo invece creato tante chance. Non ci gira bene. Loro avevano cambiato modulo, come stanno facendo in tanti contro di noi. Stiamo accusando delle difficoltà contro le squadre chiuse, che ripartono in contropiede. Peccato per i troppi punti di ritardo, lo scorso anno gare del genere riuscivamo a vincerle», ha ammesso il centrocampista, suggerendo una soluzione tattica per uscire dalla situazione di stallo. «La difesa a quattro forse ci aiuterebbe a coprire meglio gli spazi. Indipendentemente dagli schemi, però, dobbiamo rimanere tranquilli e sereni: è un momento non facile». Lucida l’analisi di Maggio, che ha messo a nudo una realtà con cui è tempo di fare i conti. Il 3-4- 2-1 sta diventando un abito di gesso, per il Napoli. Gli avversari l’hanno studiato e sanno ormai come limitarlo. Cavani e Hamsik annaspano negli spazi stretti, in cui riesce a districarsi in qualche modo solo Pandev. Ma c’è voluto l’ingresso nella ripresa del recuperato Lavezzi, una delle poche novità positive di ieri, per riaccendere la luce in attacco. La manovra degli azzurri, senza di lui, era stata lenta e prevedibile. Inler (ancora sotto tono) e Gargano non hanno la qualità che occorre per accelerarla. Disordinato l’assalto al Siena, che ha avuto invece buon gioco per ripartire di rimessa. Calaiò ha prima colpito la traversa e poi sfruttato il secondo buco di Cannavaro per portare avanti i toscani (22’ st). Solo a quel punto, con il Pocho in campo e Hamsik a metà campo, il Napoli ha trovato il modo per cambiare finalmente passo, con una più logica difesa a quattro. Ma il rigore sprecato da Cavani ha rinviato il pareggio fino al 41’ st, quando Pandev ha trovato il varco giusto di testa. E per poco non c’è scappato il bis a tempo scaduto: miracolo di Pegolo sul macedone. Il 4- 3-3 ha funzionato molto meglio: è questo il modulo da cui ripartire. C'è ancora metà campionato.
FONTE: REPUBBLICA
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