LA TRIBUNA - "Una squadra senza qualità si può sostenere, ma senz'anima no"
Questa è stata la prima volta, da che sono abbonata, che ho pensato per un attimo di non venire allo stadio, lo confesso. È che proprio non mi andava di assistere alla solita scena: uno spremiagrumi che trita un’arancia da cui non esce più un goccio di succo. È che una squadra senza qualità si può sostenere, ma una squadra senz’anima no, soprattutto se non sa più dove cercarla, quell’anima. È che una tifoseria unita ti dà forza per assistere allo scempio dei tuoi undici del cuore, ma la contrapposizione tra curve, tribune e poltrone di casa è veramente troppo. È che sono insostenibili i cori contro gli juventini sul 3-1. È che non ce n’è più per nessuno. La sensazione è quella dell’anno scorso, quando a fine stagione si paventava l’addio di Mazzarri e poi l’Inter ci venne a fare il regalo del terzo posto. Beh, quest’anno non ci regala niente nessuno perché noi per primi non siamo capaci di prenderci ciò che potremmo. Subiamo gol in fotocopia, assistiamo inermi ad una disfatta che spinge a mollare persino i più ottimisti e fiduciosi tra noi. Io sono quella del tutto è possibile, sempre, ma non so se ci credo più. Il calcio scommesse, i minuti di silenzio violati, i cori contro il Napoli e gli inni trafugati fanno il resto. Non so se questo calcio mi piace più.
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