martedì 4 settembre 2012

CORRIERE - Insigne titolare contro la Bulgaria


Di tanti capelli ci si può fidare. E Lorenzino il Magnifico ha un giardino fitto fitto e scuro sulla sua giovane testa piena di mortaretti colorati, mentre cammina appresso a monsieur Marcò, in questo senso l'eccezione che conferma la regola... A inizio di un pomeriggio carico di pioggia, Insigne e Verratti, i due insieme, vanno verso lo spogliatoio di Coverciano, di nuovo vicini, come se qui fossimo a Pescara. Ma in fondo al campo centrale ora non c'è Zeman ad attenderli ma Cesare Prandelli; e in fondo a questa settimana c'è la Nazionale che gioca per il mondiale, a Sofia. Lì, nella capitale bulgara, giusto 18 anni fa, il 13 settembre, Alessandro Del Piero segnò, con la Juve, il suo primo gol europeo (al Cska); venerdì Lorenzo Insigne, a quelle latitudini propizie per il suo idolo, potrebbe conoscere la sua prima volta con l'Italia dei grandi. E magari fare come Alex. Sì, sono giorni magici per il ragazzo di Frattamaggiore. Il ct vuol cambiare la sua Nazionale, lo vuol fare anche nel segno di questa generazione di giovani attaccanti trovati, non perduti, che ha nel bomberino napoletano uno dei suoi alfieri riconosciuti. E' tutto aperto, tutto da definire. Ma Prandelli, voltando pagina, assente giustificato Balotelli, escluso coscientemente Cassano, non è mai stato così aperto nelle proprie decisioni: "Davanti gioca chi sta meglio" il senso del ragionamento. Tutto può succedere. Ci sono qui, detto all'ingrosso dato che molti hanno la duttilità tattica tra le proprie caratteristiche, tre prime punte, Osvaldo, Pazzini e Destro, e tre seconde punte, Giovinco, Insigne e Borini. Bisogna ricordare, per quanto riguarda il reparto offensivo, che c'è anche Diamanti, apparso in forma smagliante contro il Milan (e Alino tornerebbe buono in un eventuale 3-5-1-1 o in un 3-4-1-2). Ma restando sul probabile, si può ragionevolemente pensare a un'Italia con due punte. In questo caso Osvaldo parte in vantaggio sugli altri come centravanti, almeno nelle sensazioni del ct, mentre Insigne, pur essendo l'ultimo arrivato in senso letterale, non parte escluso, anzi...
RETROSCENA - La verità è che Lorenzino il debutto con Prandelli lo avrebbe già dovuto assaporare a metà agosto, a Berna contro l'Inghilterra. Ma in quella occasione fu dirottato in Under 21 su insistenza di Arrigo Sacchi. Il fatto è che Prandelli, in accordo con il presidente del club Italia, Albertini, aveva deciso che per la sua prima amichevole post Europeo, non avrebbe chiamato i reduci della Supercoppa italiana a Pechino, visto il pochissimo tempo tra il rientro di juventini e napoletani dalla Cina e la partita in Svizzera. Nel gruppo degli "esclusi" c'era anche Insigne, ovviamente. Ma il coordinatore delle Nazionali, Sacchi, voleva "rafforzare" il debutto del suo pupillo Mangia, neo ct della Under 21, in Olanda, pur sapendo che a settembre il giovane napoletano sarebbe entrato nel gruppo dei "grandi". Così alla fine Insigne è volato direttamente a Leeuwarden, partecipando al bel 3-0 degli azzurrini, segnando anche un gol.
L'ATTESA - Adesso la storia ha preso il suo corso atteso. Lorenzo Insigne è il 72° azzurro della gestione Prandelli, il 41° alla prima chiamata. Dopo aver già conquistato Napoli si è messo in corsa per la Nazionale. A Sofia in passato hanno esordito Simone Pepe (2008) e, a proposito di attaccanti, Giorgio Chinaglia, oltre 40 anni fa. Ma la suggestione più forte, resta quella già ricordata, legata a Del Piero, una leggenda per Insigne, a caccia del futuro.
Fonte: Corriere dello Sport

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