lunedì 12 maggio 2014

Hamsik, c'è il rischio di un sipario anticipato. Lo slovacco sottoposto agli accertamenti già oggi

Neanche il gol ha spezzato la maledizione di una stagione da dimenticare
Neanche il gol ha spezzato la maledizione di una stagione da dimenticare. Marek Hamsik interrompe un digiuno offensivo che durava dal 2 novembre (Napoli-Catania), ma la cresta sorride soltanto per 18’. Il pestone di Moustafi sul piede sinistro materializza l’incubo di un nuovo infortunio. Lo slovacco esce dolorante dal campo e annuvola l’orizzonte dopo il 5-2 rifilato alla Sampdoria. La trasferta di Marassi è un po’ la fotografia del suo rendimento. Parte bene, è nel vivo del gioco e serve assist per i compagni. Poi a inizio ripresa rompe l’incantesimo seguendo da centravanti vero l’azione di Zapata che gli serve un pallone d’oro. Hamsik è puntuale all’appuntamento e raggiunge quota 77 reti in maglia azzurra agguantando nella speciale classifica all time Savoldi. La beffa, però, è dietro l’angolo. La caviglia sinistra è gonfia e la distorsione va valutata nei prossimi giorni. Già in giornata potrebbe sottoporsi agli accertamenti del caso. C’è il rischio di un sipario anticipato.
Il sapore è ovviamente amaro, agli archivi andrà il campionato più difficile della sua carriera. Sei centri nelle prime undici giornate sembravano il preludio di una cavalcata trionfale, interrotta con il Parma per il problema al piede destro. I cinquantadue giorni di stop hanno minato certezze e condizione fisica. Hamsik è rientrato col Chievo ma senza lo smalto per fare la differenza. Ha imboccato malvolentieri il tunnel della discontinuità. Qualche buona prestazione condita da altre assolutamente incolori tanto da diventare un caso. «Non so neanche io cosa mi stia accadendo», ha spiegato il diretto interessato nel momento più delicato. «Non mi riescono le solite giocate, devo uscirne da solo». Benitez gli ha confermato la fiducia respingendo al mittente le critiche sulla posizione in campo: «Per me rende al meglio da trequartista, ma lui può giocare dove vuole», ha tagliato corto lo spagnolo che ha allontanato immediatamente le voci di mercato. «Non ci sono trattative». Il capitano, protagonista suo malgrado anche del colloquio con Genny a’ Carogna prima della finale di Coppa Italia, ha confermato la versione del suo allenatore: «Con la società non devo parlare proprio di nulla». Il futuro, del resto, sarà ancora a Napoli con la speranza di aver saldato il conto con la sfortuna. Zuniga l’ha allontanata definitivamente al 27’ della ripresa: subentra a Callejon e si riprende la scena. Dopo la trasferta con l’Arsenal, preceduta dal rinnovo del contratto, più nulla per la calcificazione al ginocchio che l’ha condizionato pesantemente. «Ringrazio Dio, sono felice di fare nuovamente quello che mi piace». Proprio come Maggio, pronto a sprintare verso il Mondiale. Mesto, invece, è alla seconda gara consecutiva da titolare: a Marassi si presenta da difensore centrale. «C’era questa esigenza e non mi sono tirato indietro. Abbiamo dimostrato carattere e determinazione, sono segnali importanti. Ora non vogliamo fermarci: ci manca l’ultimo tassello con il Verona, quello dei 100 gol».

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