giovedì 19 gennaio 2012

Auriemma: "Azzurri, serve il 'tenore' in difesa!"

I «tre tenori» sono ambìti dai top club di mezza Europa e noi ci sentiamo somiglianti a quel trio di talenti. Ci piaciamo di più, in quell’abbraccio quotidiano tra il calcio e la nostra vita. A volte per passione pura, altre per dimenticare che intorno a noi è tutto un fuorigioco. Cavani, Hamsik o Lavezzi, mai con una maglia che non sia il Napoli. Chi vuol essere lieto, sia… Finché sarà possibile, portiamoceli a spasso, infilati nell’occhiello della giacca, questi tre giovanotti che un giorno sono desiderati dal Milan, un altro dall’Inter, e poi Chelsea, Real Madrid, Manchester City e Psg che a turno li corteggiano.

A Napoli abbiamo sempre fatto follie, scritto canzoni e cori per i «bomber», al punto di trascurare colpevolmente gli altri elementi dell’organico. I difensori, poi, parva materia in un mondo che riconosce solo la bravura di chi fa gonfiare la rete. Bruscolotti e Ferrara hanno dovuto vincere scudetto e Coppa Uefa per restare stabili nella memoria di una popolazione che soltanto adesso si accorge della necessità di una squadra organizzata e competitiva, anche là dietro. Il Cavani della terza linea non lo abbiamo ancora preso. Servirebbe eccome, lo reclamano i numeri. La squadra di Mazzarri è quella che ha incassato 13 gol in 10 gare casalinghe di campionato, un rendimento peggiore lo hanno avuto solo le due «quasi» retrocesse Lecce e Novara (16 gol in casa). Il decimo posto nella graduatoria complessiva delle reti incassate, poi, non corrisponde al rendimento stagionale del gruppo.

Come se nulla fosse, continuano ad arrivare attaccanti. Ce ne sono fin troppi. Cavani, Hamsik e Lavezzi, poi Pandev, Lucarelli, l’incompreso (o incomprensibile?) Chavez e Santana che aspetta notizie sul suo futuro, fino all’ultimo acquisto: il «gioiello» (nel senso di costoso) Vargas. D’accordo, anche là dietro i nomi abbondano: ma sono tutti utili? No, se vanno in campo sempre Aronica, Cannavaro e Campagnaro, i soliti noti. Britos? Valido, ma finora infortunato. Fernandez? Ancora immaturo. Fideleff? Non dà garanzie. Grava? Massima riconoscenza, ma ha già dato. Mazzarri chiede il sacrificio sempre a «quei tre». Strano, se dal ritorno in serie A, De Laurentiis ha comprato dieci difensori per un ammontare di 43,2 milioni di euro. Un investimento copioso, ma sbagliato. Di quei dieci, oggi ne restano in squadra quattro più Fideleff. I vari Contini e Santacroce, Rinaudo e Cribari, per non parlare di Ruiz, sono stati tutti utili per certi obiettivi, oppure falsamente «prospettici».

La difesa continua a reggersi su tre bravissimi ultratrentenni, eppure si continua a comprare attaccanti. Perché? Come mai non si cerca il difensore di riferimento, quello che ha l’esperienza da trasferire al reparto, navigato al punto di accettare pure la panchina? Perché a Napoli non sono arrivati Chivu o Bocchetti, Caceres o Criscito? Erano tutti elementi di grande spessore internazionale, espressamente richiesti da Walter Mazzarri, ma mai acquistati per tutta una serie di motivazioni. Ignote. E allora, vai con le punte, perché ovunque e da sempre la miglior difesa è l’attacco. Dovunque, ma non a Napoli, dove da sempre l’attacco è molto meglio della difesa.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page