martedì 13 marzo 2012

CORRIERE - Lavezzi: "A Londra per scrivere la storia"


Il confine tra l'inferno e il paradiso è in quello spicchio di vita sospesa nell'incertezza, un'ora e mezza per andare là dove trascina il cuore, che intanto batte all'impazzata per sei milioni di napoletani sparsi nell'universo: "Siamo consapevoli di avere un appuntamento con la Storia". La linea di demarcazione che separa l'estasi dal Pocho è in quei novanta minuti fissati nei pensieri stupendi, la favola da riscrivere con quel talento che sgorga fresco come acqua di fonte e che ora culla nella notte tra le stelle d'una città appesa al sogno: "Sarà una battaglia, ma siamo pronti". Si scrive Lavezzi e si legge tutto d'un fiato quel quinquennio fantastico, tra dribbling al prossimo e tunnel persino all'ombra del vento: ma ora che si entra nell'epicentro di se stessi, del proprio vissuto, nella scia d'un futuro spaziale, il count down della ragione è un tic-tac d'emozioni scandito realmente, ancorchè virtualmente su quel sito ch'è divenuto il centro d'aggregazione d'idoli d'ogni quartiere:"Passano i secondi e si sta avvicinando il big-match di Champions League a Londra..."

A PROVA DI BOMBER - Il battito di Stanford Bridge s'ode sino a Marechiaro, la finestra che spazia al di là del'umanissimo dubbio, l'orizzonte che s'allunga fin dentro la Champions, i suoi quarti di finale, quello scorcio di panorama da brividi condiviso da Lavezzi con la "sua" Napoli, stregata ad ogni finta e ora persino con sei reti in cinque partite, una raffica di prestazioni sontuose con tanto d'autografo d'autore: "Arriviamo a questa sfida nel migliore dei modi, lanciati dalle vittorie conquistate in campionato e all'andata e con il morale altissimo". La verità è un istante, un lampo accecante o anche abbagliante, il dettaglio esistenziale: e mentre intorno la colonnna sonora – the champioonsss - già vibra, l'ultimo Lavezzi, quel romantico romanziere capace di offrire calcio in prosa ed in poesia, fila incontro al verdetto disegnando gli scenari e sistemandoci dentro persino il pathos, in un affresco ambientale che induce gl'idoli a cliccare a ripetizione, ad abbracciarsi a quel talento tutto genio e sregolatezza confinato in quel santurario del calcio moderno da profanare, però con grazia: "Le sei vittorie consecutive ci hanno dato entusiasmo; sappiamo bene che sarà dura; e sappiamo anche che a Stamford Bridge ci sarà il tutto esaurito. Ma noi siamo pronti e concentrati".

DOMANI NELLA BATTAGLIA - Si va e in quell'incrocio che resta un'insidia (e un'incognita), in quel faccia a faccia con il destino, c'è la sintesi d'una liaison che nel Terzo Millennio ha pochi eguali; si gioca e in quel Chelsea-Napoli c'è l'essenza d'una fusione di intenti, l'empatia, la simpatia, la simbiosi, espressa stavolta senza metafore, nè palleggi dialettici: pum, una frecciata, una staffilata, un destraccio, un tap in o, più semplicemente, una dichiarazione d'intenti, una promessa, un foglio (ancora) bianco sul quale prepararsi a scrivere una data: "Sarà una battaglia e di ciò siamo consapevoli. Ma siamo all'appuntamento con la Storia".

Fonte: Corriere dello Sport

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