Il Mattino: "Cannavaro tiene in piedi il fortino"
Una cosa da tenersi stretta, la più importante: la quinta vittoria esterna, colpo targato Cavani-Lavezzi, sempre più gemelli del gol. Il Napoli piazza a Parma il quarto acuto di fila in campionato e prosegue la rincorsa verso il terzo posto, la zona Champions, dove ha guadagnato altri due punti sull’Udinese. Episodi tutti favorevoli stavolta, compresi gli errori arbitrali di Valeri e dei suoi assistenti, due decisivi a favore degli azzurri: il gol vincente di Lavezzi (40’ st), il quinto consecutivo compresa la doppietta al Chelsea (settimo in campionato) è viziato da un fuorigioco netto in partenza dell’argentino sull’assist di Cavani e c’è un rigore non fischiato a favore del Parma (2’ st) per un tocco di mani di Dossena ad anticipare il colpo di testa di Biabiany. C’è invece il rigore fischiato a Cavani, Musacci tocca il piede dell’uruguaiano. Il Matador sceglie il solito angolo (39’ pt), Mirante intuisce e respinge ma sulla ribattuta Edinson è lestissimo a segnare con il sinistro, gol numero 16 in campionato, ventiquattro in stagione, una media strabiliante.
Da salvare il risultato e la capacità di tenere duro nei momenti di maggior pressione del Parma, gli azzurri si arroccano a difesa del fortino, tenuto su soprattutto da Cannavaro. La prestazione non è da vero Napoli, quello che ha sbalordito in Champions ma il carattere c’è, come sempre. Gli azzurri difettano in lucidità e soffrono la grande intensità agonistica del Parma, soprattutto nella ripresa vengono messi alle corde della formazione di Donadoni, temibilissima in casa. Il Napoli, bissando il successo dell’anno scorso e vendicando la sconfitta dell’andata al San Paolo, ha interrotto l’imbattibilità casalinga del Parma che durava da sette partite, più di quattro mesi: c’era ancora Colomba in panchina quando l’Atalanta vinse 2-1. Partita dura, molto maschia, otto ammoniti, espulso Mazzarri, il gol del 2-1 arriva con Frustalupi in panchina, il vice allenatore che si conferma un portafortuna.
L’anticipo all’ora di pranzo appare subito complicato per il Napoli e non solo per la partenza veemente del Parma. Mazzarri perde due difensori in poco più di mezz’ora: Britos, schierato al posto dello squalificato Aronica, avverte un riacutizzarsi del problema al piede che s’infortunò ad agosto e lascia il posto a Campagnaro, poi Grava esce per un problema muscolare e al suo posto entra Fernandez. A centrocampo Dzemaili viene preferito a Inler ma con Gargano non riesce ad assicurare la solita diga centrale e spesso Giovinco si trova nell’uno contro uno con i difensori. Dal piede del nazionale arrivano due assist, sprecati in maniera maldestra da Galloppa (28’ pt) e Paletta (42’ pt). Oltre all’azione del rigore, bellissima, ispirata da una giocata super di Lavezzi (accelerazione, frenata, cambio di direzione e palla filtrante per Cavani) il Napoli si vede solo due volte in attacco: il gol annullato a Cavani (17’) per fuorigioco in partenza di Dossena e il tiro di destro a giro di Lavezzi (25’) che si perde fuori di un soffio. Nella ripresa la sofferenza aumenta, il Parma spinge, il Napoli è costretto ad abbassarsi moltissimo e non ha forza e gambe per ripartire. Mariga si divora un gol davanti a De Sanctis (10’ st), Cannavaro prova a rompere l’assedio con una giocata modello rugby (22’ st), un tiro dagli oltre 40 metri che si perde fuori di poco. Ma prova e riprova arriva la rete dell’1-1, gol che nasce da un calcio d’angolo regalato da Campagnaro che si trascina oltre la linea di fondo con il pallone tra i piedi. A De Sanctis riesce il primo miracolo sulla girata ravvicinata di Paletta ma Zaccardo segna in tap-in (31’ st) e dopo 576 minuti cade l’imbattibilità della porta azzurra. Il Parma non si accontenta, prova a vincere peccando un po’ di presunzione e il Pocho la punisce in ripartenza (40’ st). Potrebbe essere doppietta ma al 48’ il sinistro in scivolata del Pocho sbatte sul palo a porta vuota.
FONTE: IL MATTINO
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