IL MATTINO - La primavera di Mazzarri
Chi l'avrebbe mai detto, durante il letargo di gennaio? Chi avrebbe previsto il Napoli, a marzo, in pienissima corsa per un posto tra le prime otto squadre d'Europa. Non solo: pronto per conquistare la finale di Coppa Italia e prepotentemente candidato al ritorno in Champions League nella prossima edizione? Eravamo già ai processi, si preparava l'aula con il banco degli imputati, restava l'incertezza solo sul nome dei designati a sottoporsi al giudizio popolare. E, invece, oggi siamo di nuovo alla celebrazione: eccessi da Napoli e da napoletani. Sono la forza e insieme il limite della città e dei suoi abitanti, il calcio non fa eccezione. Le modalità della vittoria ottenuta a Parma sono interpretate come un segno che il vento è cambiato e che può spingere le vele azzurre molto, ma molto lontano.
Forse ha ragione Inler quando afferma che il segreto del Napoli è Lavezzi (cosa anche un po' scontata), ma aggiunge anche che il segreto di Lavezzi è il sorriso, quella gioia che sta contagiando tutti: compagni di squadra, tifosi e soprattutto Mazzarri, uno che i suoi sorrisi li dispensa con grande parsimonia. E' riuscito a sorridere anche di un'espulsione, decretata per giunta da un livornese: il peggio per uno che è nato a San Vincenzo. Dietro la serenità del Pocho si nasconde la consapevolezza della forza della squadra. Non era improvvisamente evaporata quando la testa della classifica sembrava lontanissima, non s'è moltiplicata ora che Lavezzi finalmente segna come un attaccante e che le vittorie arrivano anche quando non te le aspetti. Il Napoli resta una delle formazioni meglio attrezzate; quando in estate si pronosticava una lotta a tre con Milan e Juventus, non era una previsione esagerata. Il gioco dato da Mazzarri ai suoi era la garanzie più affidabile; i dettagli che al trio Lavezzi-Cavani-Hamsik si fosse affiancato Pandev, che il centrocampo si fosse fortificato con Inler e Dzemaili, che la difesa fosse più munita con Britos e con un De Sanctis sempre più rassicurante rappresentavano le prove concrete della voglia di vincere che anima De Laurentiis. Il quadro perfetto, insomma, che in Europa ha continuato a collezionare ammiratori, mentre in Italia il partito dei diffidenti rinserrava le fila. Quanta differenza tra il Napoli di Champions e quello del campionato! Il periodo buio in Italia ha alimentato dubbi che nelle ultime settimane stanno felicemente risolvendosi con la nuova beatificazione degli eroi. Lavezzi è il nuovo profeta, con Napoli la simbiosi è perfetta, tanto che improvvisamente sono cessate tutte le voci su prossime partenze. Chi sa perché si continuano a evocare scenari di cessione per i calciatori di una società che per fatturato è entrata tra le prime venti d'Europa e per bilancio è tra le più sane in assoluto? E' l'ultimo atteggiamento discriminatorio che va rimosso: Napoli può permettersi un grande club oltre che una grande squadra. Questa è la novità, per l'Italia e per l'Europa.
Fonte: Il Mattino
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