lunedì 9 gennaio 2012

"Chavez liberato da un imbarazzante anonimato"


Al Napoli ripetono fino alla noia che non vince a Palermo in A da 43 anni. Mazzarri ne aveva 7, i giocatori non erano neanche nati, che senso ha? Ma ci prova. Anche De Laurentiis avverte sulla presidenza il carico di ricordi spiacevoli: 4 sconfitte, stesso risultato, 2-1, con la sua squadra che segna il primo gol e s’imbarca per Napoli senza punti. Preferisce allungare le sue vacanze. Il Napoli finirà per dargli ragione, ma lo aspetta oggi per presentare Eduardo Vargas, la stella del calcio cileno che trascina dal Sudamerica una muta avida di reporteros e troupe televisive. Agli osservatori più sensibili non sfugge il divario tra le due squadre. Il Napoli, già privo di Lavezzi, può mandare Vargas in tribuna a studiare il suo nuovo mondo. Con macchina fotografica: turista o stagista? Il Palermo, che rinuncia a Ilicic e Hernandez, consegna a Bortolo Mutti il fantasista argentino Vazquez, con le valige ancora da disfare Dall’aeroporto lo avrà portato con la sirena allo stadio, chissà: Bortolo lo manda subito in campo, per ispirare una formazione più debole di quanto il lunatico Zamparini ritenga. Mutti, una faccia che il calcio ha segnato con troppi schiaffi, non sa ancora darle una logica. Ha difetti strutturali: difesa e centrocampo troppo lenti. Vazquez non premierà l’impazienza di Mutti, costretto a escluderlo dopo un avvilente primo tempo a ridosso delle punte: Budan che finisce tra le braccia di Aronica, mentre Miccoli si guarda intorno, disorientato, cercando una posizione. Il Napoli deve alla indisciplina di Gargano il suo prepotente avvio. Il bizzarro mastino trascura le solite consegne, lascia a Inler la responsabilità di proteggere la difesa, corre in avanti. In qualche modo sbilancia il Napoli, ma è un felice elemento di novità. Due nel primo tempo gli effetti: il Napoli è in anticipo sulle palle di ritorno, quelle che la difesa respinge e il centrocampo troppo contratto non riprende. Secondo, Gargano accende la fantasia di Pandev ponendosi come intermediario tra lo stempiato sornione macedone e Cavani che si defila a destra per avviare una fantastica azione tutta classe e velocità. La difesa palermitana rivela ancora i suoi limiti, evidenti fin dall’inizio. Concede in pochi minuti tre colpi di testa a Cavani, che nella ripresa meriterà gli applausi nostalgici dei suoi vecchi ammiratori inviando il secondo gol all’incrocio con una lunga traiettoria telecomandata come un aeroplanino per ragazzi. Applausi venati anche di polemica verso l’inquieto Zamparini che ha una rara abilità: l’autolesionismo infallibile delle sue rivoluzioni. Più cambia, meglio sfascia. Il Napoli non solo ha avuto il dominio del gioco all’inizio afferrando le palle di ritorno, ma ha dato anche il tema tattico. Mazzarri ha considerato Balzaretti un avversario di tutto riguardo: gli manda contro Maggio con l’assistenza di Pandev, vagamente inseguito da Della Rocca, a volte di Cavani che si nasconde a destra. In quel mulinello spunta l’azione del primo gol, ricamato in area da Pandev, il gol che decide la partita dal tabù dei 43 anni. Il centrocampo palermitano non metabolizza Vazquez, che galleggia fra uno strano e flemmatico trio di mediani (da destra: Migliaccio, Barreto, Della Rocca) e i due attaccanti, l’ideale tandem stavolta per la difesa a tre del Napoli. Un centrocampo schierato male e troppo cadenzato consente al Napoli di esprimersi al meglio: può giocare con tagli corti e verticali, sbiancano Silvestre e soprattutto Cetto, un argentino trentenne scovato a giugno, a costo zero, nell’outlet francese di Tolosa. Ai contropiede del Napoli, il Palermo si fa trovare con un solo difensore centrale, evidentemente stralunato e pavido. Il rinnovato assetto della ripresa, il 4-4-2, rende il Palermo ancora più vulnerabile. Ritira il trequartista Vazquez e sottrae Hamsik alla morsa di Migliaccio, spostato in avanti. Hamsik finisce nella zona di Barreto senza controlli speciali: ringrazierà Mutti. Può servire a Cavani la palla del raddoppio, prima di firmare egli stesso il terzo gol, con l’ultimo dribbling dedicato al portiere. L’inserimento di Alvarez consiglia a Mazzarri di ampliare a 4 la difesa, con Maggio arretrato. Ma anche di infilare Dzemaili per non usurare il turno di Gargano. E infine di liberare da un imbarazzante anonimato Chavez. Il Napoli riapparso dalle vacanze in forma e il Palermo più scombinato e dimesso concedono a tutti qualche minuto di gloria. Anche a Chavez
FONTE: ANTONIO CORBO PER “REPUBBLICA”

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