venerdì 30 marzo 2012

JUVENTUS-NAPOLI, LE PROBABILI FORMAZIONI: Mazzarri deve scegliere tra due svizzeri. Conte pensa a Del Piero. Quagliarella...


UVENTUS - Dopo la schiacciante vittoria, di domenica scorsa, ottenuta in casa contro l'Inter, Conte tornerà a riproporre il 3 - 5 - 2 , per schierare la Juventus a specchio rispetto al Napoli di mister Mazzarri che solitamente adotta quasi lo stesso modulo tattico. L'unico indisponibile è Giaccherini che è stato colpito dall'influenza e non scenderà in campo. Il tecnico bianconero ha le idee molto chiare, conosce bene gli azzurri, li teme e il match d'andata gli ha insegnato qualcosa. In porta ci sarà Gigi Buffon, la difesa a tre sarà formata da Bonucci, Barzagli e Chiellini. Sulla linea dei centrocampisti ci saranno Liechsteiner, per il momento preferito a Caceres, e De Ceglie sugli esterni, lo svizzero ha recuperato dall'infortunio e sarà il pendolino dell'out destro bianco-nero. Pirlo sarà il punto nevralgico della manovra juventina e ai suoi lati agiranno Vidal e Marchisio per completare il reparto. La coppia d'attacco non è stata ancora scelta, o meglio, Vucinic è l'unico certo di un posto da titolare. Il suo compagno verrà scelto tra Matri, Borriello e un Del Piero in forma smagliante.

NAPOLI - La partita delle partite si va a giocare con la squadra al completo possibilmente, e per fortuna degli azzurri, Mazzarri non dovrà fare a meno di nessuno in particolare. Maggio ha recuperato, si è allenato col gruppo e farà parte dell'undici titolare che scenderà in campo allo Juventus Stadium. Donadel è l'unico indisponibile e il tecnico toscano del Napoli confermerà la squadra che da sempre gli ha dato fiducia, i titolarissimi. De Sanctis tra i pali, Campagnaro-Cannavaro-Aronica sarà il terzetto arretrato. Grazie al recupero di Maggio, Mazzarri potrà scegliere gli esterni giusti anti-Juventus: il nazionale azzurro farà su e giù sulla corsia di destra, mentre su quella opposta agirà Camillo Zuniga, preferito a Dossena che è in calo. In mediana, al centro, Mazzarri opterà per l'accoppiata Gargano-Inler, ma lo svizzero dovrà battere la concorrenza del connazionale Blerim Dzemaili. Trio d'attacco confermato: Hamsik e Lavezzi faranno da gancio tra centrocampo e attacco, in appoggio all'unica punta, Edinson Cavani.

LE PROBABILI FORMAZIONI:

JUVENTUS ( 3 - 5 - 2 ): Buffon; Bonucci, Barzagli, Chiellini; Liechsteiner (Caceres), Vidal, Pirlo, Marchisio, De Ceglie; Matri (Borriello), Vucinic. A disposizione: Storari, Caceres, Marrone, Pepe,Quagliarella, Del Piero, Borriello. All: Conte

NAPOLI ( 3 - 4 - 2 - 1 ): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Inler (Dzemaili), Gargano, Zuniga; Hamsik, Lavezzi; Cavani. A disposizione: Rosati, Fernandez, Britos, Dossena, Dzemaili, E.Vargas, Pandev. All: Mazzarri

ARBITRO: Orsato di Schio

IL MATTINO - Napoli e Juventus, 100 goal in due... che sfida!


La sfida tra Juve e Napoli passa anche attraverso i numeri e le statistiche di queste 29 giornate di campionato. Nelle speciali graduatorie le formazioni guidate da Walter Mazzarri e Antonio Conte confermano in generale di essere tra le migliori in serie A. La Juve ha la migliore difesa del campionato con sole 17 reti subite, mentre il Napoli è quinto con 32. La squadra di Mazzarri nella classifica dei gol fatti è però seconda (54) con la media di 1,9 gol a partita, subito dietro il Milan (59), mentre la Juve è terza (46) con la media di 1,6. I bianconeri però risultano essere più intensi e precisi in fase di attacco. La Juve comanda infatti la graduatoria dei tiri totali con la media di 16,9 a partita, e quella dei tiri dentro lo specchio della porta con 7,3 a gara. Gli azzurri rispondono con 13,6 nei tiri totali (quinti) e 5,7 nei tiri dentro (terzi). Gli uomini di Conte sono in testa anche nella speciale classifica dei calci d'angolo con 7 corner battuti a gara, contro i 5,8 del Napoli (terzo). Ne consegue che la Juve, per le sue spiccati doti offensive, risulta essere al comando anche nella particolare classifica della pericolosità con la percentuale di 67,1%. Le variabili che caratterizzano questa speciale graduatoria sono le capacità di possesso di palla, le verticalizzazioni, il tiro e le occasioni da rete create. Il Napoli è comunque terzo con la percentuale di 57,4%. Nel possesso palla Milan e Roma precedono in classifica generale la Juve terza con la media di 29,44 minuti a gara. Il Napoli è invece quinto con la media di 26,30 a partita. Ma per i palloni giocati durante la gara la Juve domina con 678,4 mentre gli azzurri sono quinti in questa speciale graduatoria con 562 palloni giocati. Bianconeri secondi in classifica, dietro al Milan, nei passaggi riusciti con la media di 70,8 a gara, e Napoli quinto con 64,4. La Juve è seconda (minuti 13,34), e il Napoli quinto (minuti 11,19) invece nella speciale classifica della supremazia territoriale che prende in considerazione il tempo totale di possesso di palla di una squadra nella metà campo avversaria. Domenica un'affascinante sfida tra due grandi protagoniste.

Fonte: Gianluca Vigliotti per Il Mattino

IL MATTINO - "Juve ti avviso, vinciamo noi", parola di Cavani


Edinson Cavani è il non personaggio. Una specie di anti-stella. Eppure è l'uomo che fa brillare il Napoli, con la sua semplicità in campo e fuori: "Domenica sera vinciamo noi, e poi vinciamo anche il 20 maggio la finale di Roma perchè vogliamo portare a Napoli la Coppa Italia. Mio figlio è napoletano, sto bene e sono felice qui. Il mio futuro non dipende dalla qualificazione in Champions ma io vorrei un trofeo con questa maglia, ci tengo tanto. Ma ora pensiamo al campionato e alla rincorsa al terzo posto". Il Matador è uno che non gioca mai un pallone per caso, che segna come pochi altri in questo momento in Italia e in Europa e che spesso si concede colpi spettacolari. Ed è uno che quando parla lo fa quasi sempre a bassa voce. Ma la sfida alla Juve lo trasforma in una specie di condottiero. "La classifica cannonieri? Ci penso. Mi piacerebbe vincerla, magari facendo altri tre gol alla Juventus - dice scherzando – La gente vuole che io sia il loro Matador. I rigori? C'è merito anche del portiere quando non segno ma io continuerò a tirarli finchè Mazzarri non mi dirà che non tocca più a me". Vincere a Torino è un'idea che lo esalta: "Anche perchè la Juve non ha mai perso: speriamo di batterla soprattutto perchè per noi è fondamentale il terzo posto. E la gente ci tiene in maniera speciale". Il suo vero spettacolo è la normalità in ogni cosa che fa. In campo e fuori. È l'antitesi di un protagonista perchè è una sorta di calciatore collettivo: garbato, discreto, lavoratore. "È una partita decisiva pure per me, quella di Torino. C'è grande concentrazione da parte nostra. Vivo un'esperienza unica in questa città. Lavoro sempre per migliorare. Non voglio pensare a quello che può succedere nel futuro, io mi concentro solo sul presente". Non si è mai fatto un tatuaggio, a differenza di Lavezzi di cui si è perso il numero preciso. Mai una polemica. Per questo ha stupito la frase dopo il Catania: "Nella vita non siamo tutti uguali – dice ancora l'uruguaiano. Tutti abbiamo voglia di vincere, non ho mai pensato che i miei compagni non l'avessero, in quella partita ci è mancata però quell'esperienza di portare a casa quei tre punti a tutti i costi: si può migliorare. Nessuna polemica: sono convinto che il mio gruppo abbia capito bene il senso delle mie parole. Io lavoro sempre per dare il massimo". Cavani è richiesto da tante squadre, ma è concentrato soltanto sugli impegni del Napoli: "Faccio il massimo ogni giorno, prima o poi arriverà il momento... Siamo sereni e concentrati e pensiamo alla vittoria contro la Juve. Mazzarri? Quello che ha fatto il nostro allenatore è qualcosa di grandioso, mi piace tanto il suo modo di lavorare. Mi auguro possa continuare a farlo ancora per tanto tempo". Un rimpianto c'è: "La storia del furto è acqua passata: quello che mi dispiace è che sia per me difficile visitare la città, quando esco con la mia famiglia, so di dover dare qualcosa alla gente".

Fonte: Il Mattino

Gargano: "Finale? Che peccato, sono stato ignorante. Non sapevo di essere diffidato.."


Walter Gargano, calciatore del Napoli da cinque anni, quindi sa bene cosa significa questa partita per i tifosi azzurri?
«Nella settimana in cui dobbiamo affrontare la Juventus, ogni giorno, quando li incontro, mi dicono che per loro batterla è come vincere qualcosa in più di una semplice gara di campionato. Noi calciatori queste sensazioni le assorbiamo e ormai ho capito cosa devo fare».

E domenica allo Juventus Stadium sarà così?
«E’ una partita importante e noi siamo stimolati perché la Juventus non perde da inizio campionato. Ma domenica non sarà la stessa cosa della finale che giocheremo il 20 maggio»

Giocheremo? Quindi lei non si è arreso all’idea di non esserci in quella sfida che vale un trofeo?
«Purtroppo non ci sarò ed è un peccato: sono stato ignorante perché contro il Siena non sapevo di essere diffidato».

Faccia lei la cifra, dica quanto spenderebbe pur di esserci in finale?
«Darei qualcosa di più dei soldi per esserci, perché una finale non si gioca sempre».

Magari potrebbe consolarla l’idea di trovarsi al fianco in tribuna uno che si chiama Diego Maradona.
«Magari, così lo saluto. Non l’ho mai visto da vicino, non ho mai avuto l’opportunità di vederlo e ne sarei felice».

Diciamo, allora, che proverà a sfogare la rabbia di quella squalifica con una prestazione super domenica?
«Sicuramente, perché in campo per il Napoli ci saranno undici capitani, un blocco unito che proverà a vincere questa partita».

Si dice che il primo amore non si scorda mai, ma nel suo caso è il secondo gol che non si scorda mai. Giusto?
«Nel mio primo anno a Napoli segnai alla Juve un gol bellissimo, lo ricordo ancora».

Tra l’altro, fu l’unico gol che la Juventus quella sera non contestò.
(Ride, ndr) «Sì, fu un bel gol al termine di una giocata bellissima. A un certo punto decisi di fare tutto da solo e andai dritto verso la porta, nessuno riuscì a fermarmi e tirai forte di sinistro. Per fortuna quel gol portò il Napoli sull’1-1 e poi ricordo che ci concessero due rigori che Domizzi segnò. Che notte».

Magari ci proverà domenica a bissare allo stesso modo?
«Proprio così, non credo. In quel periodo andavo un po’ in giro per il campo, mentre adesso ho capito come si gioca in Italia. Quando sono arrivato non capivo niente di tattica, ma in questi anni ho imparato ad essere più ordinato davanti alla difesa e provo di meno a tirare. Ma comunque ci provo: il Genoa e il Cagliari lo sanno. E ci proverò di nuovo con la Juve. Per un giocatore è bellissimo segnare, una sensazione unica soprattutto per quelli che, come me, segnano di rado».

Lo sa che suo cognato Hamsik, quando segnò il 3-2 nell’ultima vittoria del Napoli a Torino, disse un sacco di parolacce in slovacco mentre correva verso i tifosi?
«Sì, me lo ricordo. C’era anche mio suocero in tribuna, quindi erano dedicate a lui».

Se domenica dovesse segnare lei il gol-vittoria sulla Juve, direbbe le stesse parolacce in spagnolo?
«Sicuramente, perché in quel momento ti sfoghi, hai un impulso forte, dici cose che non pensi e che escono da sole. Giuro: se faccio gol bestemmio in spagnolo».

C’è qualcosa che invidia a suo cognato Marek?
«La tranquillità che ha quando gioca. Sembra un calciatore di 36 anni e invece ne ha solo 24. Ha un’esperienza ed una tranquillità incredibile, oltre ai margini di miglioramento. Per cui, se vorrà, potrà diventare ancora più forte di quello che la gente pensa».

Forte al punto da diventare un pallone d’oro?
«Tranquillamente».

Anche stando nel Napoli?
«Anche stando nel Napoli, ma deve osare di più. A volte non lo fa solo perché lavora per la squadra».

A proposito di lingue, quale idioma si parla a casa Gargano?
«Con mia moglie Miska parlo l’italiano. Poi, io con mio figlio Matias parlo anche spagnolo, mentre la mamma gli parla in slovacco. Anche con Marek parlo italiano, anche se ogni tanto qualche parolaccia in slovacco viene fuori».

La famiglia Gargano sta per aumentare, un motivo in più per restare a Napoli ancora a lungo?
«Il 7 aprile verrà al mondo il mio secondogenito e sarà napoletano come Matias, che il 7 maggio festeggia 2 anni. Poi un giorno andrò anche a Marsico Nuovo, in Basilicata, dove abitavano il mio nonno ed il mio bisnonno per capire da dove sono usciti i veri Gargano».

Lei ha un contratto fino al 2015. E poi?
«Poi si vedrà. Io sto bene a Napoli, sono tranquillo. Magari il club quel giorno sceglierà di non continuare con Gargano, mi dispiacerebbe, ma non potrei mai dimenticare Napoli».

Nel frattempo potrà prendersi qualche altra soddisfazione, magari quella di battere il record di imbattibilià della Juve?
«Lo spero. Quest’anno la Juventus non aveva le coppe ed è stata agevolata. Noi faremo di tutto per vincere».

CORRIERE - Cannavaro capitano ovunque e comunque con 3045 minuti in campo solo in questa stagione!


Capitano ovunque e comunque, nella buona e nella cattiva sorte. Gran bella cifra sul suo contaminuti, oltre tremila (3045 per la precisione) in questa stagione nel "pot-pourri" denso e sin troppo sostanzioso di campionato, Champions e Coppa. Capitan Cannavaro è un macchina difensiva che rasenta la perfezione, che non conosce sosta ed usura, con un fisico davvero "bestiale", visto che quest'anno il solo suo acciacco (presto risolto) risale alla fine di novembre. Saltata la gara col Lecce e poi di nuovo a tutta lena, col corpo ma soprattutto con l'anima, un'anima sempre più profondamente azzurra. Il che fa 24 partite di campionato, sette di Champions e quattro di Coppa Italia. In particolare, in campionato (un gol, quello fatto al Cagliari), nel computo dei 2025 minuti giocati, vanno considerate le due sostituzioni ed un'unica entrata in corso.

DAL PRIMO MINUTO - Sostituito nelle due sfide col Genoa, è subentrato al redivivo Fernandez al 66°, otto minuti prima che il Catania iniziasse quella rimonta che in effetti un po' brucia ancora, visto che è sempre più aperta la caccia al terzo posto in ottica Champions. Sì, ma niente a che vedere col suo ingresso in campo, poichè per le docce gelate prese dagli etnei, sul banco degli imputati andrebbe un intero blocco di saltatori. E quindi ecco pronto Paolino per l'ennesima sfida in chiave azzurro-bianconera, stavolta dal primo minuto, a presidiare lo spazio immediatamente antistante a quello del Pirata Morgan, a dettare i tempi ad i suoi compagni di reparto, a proteggere in prima battuta la porta e il suo guardiano. Insomma, visto che l'avversaria è quella principe e si chiama Juventus, tanto più proverà ad esorcizzare i fantasmi di quei cali di concentrazione che, ad intermittenza, hanno condizionato l'ultimo percorso del Napoli in campionato e Champions.

QUANTO VORREBBE... - Se ci potessimo intrufolare nel Cannavar-pensiero, ci accorgeremmo probabilmente che il desiderio confessabile (e perchè no) del Capitano va ben oltre i sacrosanti propositi difensivi. Come mai proprio stavolta vi chiederete... Ma è presto spiegato. La vista del "bianconero" potrebbe risvegliare in lui ricordi sopiti ma mai persi. E riportare a galla anche l'istinto del killer oltre a quello del legittimo difensore. 27 agosto del 2006: il Napoli neo-promosso in B estromise la Juve al terzo turno di Coppa Italia. All'ultimo secondo disponibile dei supplementari, la prodezza in rovesciata del Capitano pareggiò i conti sul 3 a 3 e poi si andò ai rigori. Una cosa da stropicciarsi gli occhi, un colpo che lui ha nel suo repertorio, quindi non un'estemporanea improvvisazione. Finì poi 8 a 7 con il solito prolungato "Oj vita..." sugli spalti. Ora c'è Juve-Napoli di campionato e poi Juve-Napoli di Coppa: e, fra Torino e Roma, chissà...

Fonte: Corriere dello Sport

giovedì 29 marzo 2012

DA BOLOGNA - Napoli, accordo vicino per Gaston Ramirez?


L'indiscrezione arriva direttamente da ambienti bolognesi, diffusa poi da Radio Kiss Kiss: il Napoli sarebbe vicino a trovare l'accordo per il passaggio di Gaston Ramirez, fantasista classe '90 della squadra felsinea.
Fonte: Calciomercato.com

CORRIERE - Napoli, Cavani avvisa la Juventus


Sempre più in alto. Sempre più modello fumetti: l'Infallibile Cavani. Con motivetto da super eroe cantato dal San Paolo mentre lui segna e salta. Che Napoli sarebbe senza Cavani? Una squadra senza 61 gol in poco meno di due stagioni. Una macchina da guerra. Uno di quei cannoni spara-palloni, spietato come pochi attaccanti in circolazione: 61 gol in totale, raccontano le statistiche, tra campionato, Coppa Italia e Champions. Emozioni a non finire e la scalata nella classifica dei bomber azzurri di tutti i tempi: ora è nono, anche ottavo se vogliamo, alle spalle di Vinicio e Canè, entrambi settimi a quota 70. E domenica sotto con la Juve. Che non è il Toro di Torino ma è comunque pane per i denti, anzi per la spada del Matador. All'andata, al San Paolo, fu costretto a saltare la grande sfida per infortunio: domenica ci sarà. E proverà a riprendersi questo e quello.

LA MULTA - Asso pigliatutto, Edy. Asso e basta. Torino è dietro l'angolo. Lo è stato ancor di più in questi giorni di riposo concessi da Mazzarri: perchè lunedì e martedì, Cavani, ha gironzolato un po' in Emilia partendo da Bologna, insieme con la moglie, Maria Soledad, e al piccolo di casa, Bautista. Che, curiosità assai curiosa, insieme con Matias Gargano, figlio di Walter, è stato l'assolutamente incolpevole causa di una multa di mille euro inflitta al Napoli dal giudice sportivo a titolo di responsabilità oggettiva: "Per aver ingiustificatamente ritardato l'inizio della gara di circa quattro minuti", si legge. Della gara con il Catania. Motivo? I due piccoli, dopo aver debuttato come accompagnatori dei capitani e dell'arbitro in campo, hanno ovviamente posato per una foto ricordo con i loro papà, Cavani e Gargano. Sarà.

COLLANA DI PERLE - Non sbalordisce più, invece, il rendimento di Edinson: infallibile, dicevamo, con 61 gol realizzati da quando ha messo piede a Napoli e Mazzarri gli ha tirato fuori l'istinto da killer d'area (e fuori): 45 in campionato in 62 presenze di campionato (19 in 27 partite quest'anno); 4 in 6 gare di Coppa Italia (4 su 4 in quella attuale, capocannoniere con Greco del Modena); 7 reti in 10 passerelle di Europa League e 5 in 8 di Champions. Una collana di perle da gioielleria svizzera. Mostruoso.

L'OBIETTIVO - Non resta che continuare così. Non resta che dribblare ostacoli imprevisti – tipo la squalifica di fine campionato precedente – e continuare la corsa al suo primo titolo di cannoniere principe della serie A: attualmente insegue Ibrahimovic, primo a 22 gol con 8 rigori, e condivide la seconda posizione con Di Natale. La Juve è la prossima avversaria avvisata. E giù battezzata, nella scorsa stagione, con una tripletta al San Paolo. Allo Juventus Stadium, per lui come per gli altri colleghi azzurri, sarà il debutto: conoscendolo, e conoscendone la voglia di riscatto, super Edy starà già affilando la spada.

Fonte: Corriere dello Sport

Cobolli Gigli: "Aurelio troppo autoritario, Hamsik era della Juve..."


Il 29 giugno 2006 Giovanni Cobolli Gigli diventa presidente di una Juventus retrocessa in B e penalizzata di 30 punti. "Il mio esordio da presidente è stato in una gara di Coppa Italia, proprio al San Paolo. I tifosi del Napoli non conoscevano ancora il mio volto, però quando scesi a bordo del campo vidi molti occhi scrutarmi incuriositi dalla penombra degli spalti. E piano piano i primi isolati insulti verso di me divennero un coro che ancora ricordo... "Cobò, Cobò" e giù parolacce di ogni genere. Fu una specie di battesimo". La sua avventura nel club bianconero è terminata tre anni dopo. Presidente, quello era un turno preliminare: che effetto fa sapere che ora Juve e Napoli si contenderanno la Coppa Italia in finale. "Un bell'effetto. Quando accettai la carica in piena Calciopoli, il primo obiettivo era quello di salvare dal fallimento sportivo ed economico la società. Direi che ci sono riuscito. Come d'altronde c'è riuscito De Laurentiis: anche lui raccolse le ceneri di quello che era stato un club dal passato glorioso". La finale si giocherà a Roma. "La scelta dell'Olimpico mi sembra quella più giusta. La sede è quella e non forse non andava neppure discussa". Seconda contro quarta in classifica. L'avrebbe mai detto, cinque anni e mezzo fa? "Se anche l'avessi detto, mi avrebbero creduto in pochi. Però fin dal primo momento in cui ho fatto conoscenza con il presidente del Napoli, nella sede della Lega di serie B, ero certo che avrebbe riportato in alto gli azzurri. Aveva una grande determinazione. Forse non mi aspettavo in così poco tempo". È passato alla storia come il primo presidente della Juve in serie B. "Preferisco pensare che sono stato il primo presidente della Juve a conquistare una promozione dalla B alla A". Domenica per la prima volta la sfida tra bianconeri e azzurri andrà di scena allo Juventus Stadium. "Una bella emozione. Ora la Juve è come il Napoli: ha uno stadio dove i tifosi recitano la parte del dodicesimo uomo in campo. Fa un bell'effetto giocare su quel campo". Uno stadio di cui lei è stato tra gli artefici. Che consigli dà a De Laurentiis su questo punto? "Più che altro un auspicio: di avere a che fare con un sindaco efficiente e comprensivo come con noi lo fu Chiamparino. La burocrazia, altrimenti, rallenta in maniera deleteria qualsiasi iniziativa di questo genere". Potrebbe venire a dare una mano al Napoli, allora? "Non sarebbe facile lavorare con De Laurentiis: è un intelligente accentratore, un capo molto autoritario nei confronti dei suoi dipendenti. Diciamo che non è proprio il mio sogno...". Perchè lei che presidente era? "Non ero il presidente-padrone, i padroni del club erano altri". Come finisce domenica sera tra Juve e Napoli"E lo chiede a me, che comunque sono juventino da sempre?". Vero che il suo rimpianto più grande è stato Hamsik? "Non è proprio così. Corioni, il presidente del Brescia, venne a cena con noi dopo una gara di campionato. Mi disse che aveva un gioiellino tra le mani e che voleva darlo a noi. Per fortuna del Napoli e di De Laurentiis, avemmo dei tentennamenti". Poi, però, di affari con il Napoli ne ha fatti: prestò, tra gli altri, Zalayeta. "Che bello scherzo che mi fece l'uruguaiano al San Paolo: si tuffò due volte e l'arbitro ci cadde in pieno. Come mi arrabbiai quella sera". Ricorda la frase "vogliamo essere vincenti, simpatici, trasparenti"? "Certo, l'ho pronunciata io. E l'aggettivo "simpatici" ci è costato molto perchè i tifosi pensarono: chi se ne frega di essere simpatici, noi vogliamo essere vincenti. Avevano ragione". Scelga il giocatore che deciderà Juve-Napoli? "Del Piero". Non vale, troppo facile. "Ma io sono delpierista da sempre".

Fonte: Il Mattino

Il 3 aprile sarà trasmesso un altro videomessaggio di Maradona su due maxischermi a Scampia


Secondo quanto riferisce l'edizione odierna de Il Mattino, Maradona sta preparando un videomessaggio. Un altro dopo quello ai ragazzi di Scampia. Sarà trasmesso il 3 aprile alle 18:30 ai campi Arci di Scampia. Due maxischermi mostreranno Diego in videoconferenza da Dubai. Ai tifosi e alla gente di Scampia parlerà non solo di calcio, del Napoli, della finale con la Juve, ma darà loro anche un sostegno morale "nell'affrontare la vita di tutti i giorni", ha detto l'avvocato del Pibe, Pisani.

De Laurentiis: "Lavezzi via? Costa 31 milioni se lo vogliono, ma altrove non sarebbe un idolo. Tra due anni inseriremo Insigne e Vargas"


Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in vista del duplice incontro tra campionato e Coppa Italia del Napoli contro la Juventus, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo torinese TuttoSport. Ecco tutti i passaggi dell'intervista al patron azzurro, evidenziati per voi dalla Redazione di AreaNapoli.it.

Presidente De Laurentiis, ormai è assodato: Juve e Napoli possono cambiare gli equilibri del calcio italiano dopo anni di dominio milanese.

"Lo sa che non ci avevo mai pensato? Io ho sempre immaginato che Juve e Napoli insieme rappresentassero almeno il 50% del tifo in Italia. Nella stagione in cui noi, i bianconeri e il Genoa giocammo in B, lo share televisivo della cadetteria era superiore a quello della A. Quanto al botteghino, quest'anno grazie anche alla Champions arriveremo a un milione e 200 mila biglietti venduti, e la Juve con lo stadio nuovo passa da un esaurito all'altro".

Parole da manager. In lei prevale il calcolo o l'entusiasmo del tifoso?

"Allo stadio sicuramente il tifoso, mentre in ufficio divento un industriale che fa impresa. In questo senso è fondamentale la scuola del cinema. Mio zio Dino alla fine degli anni 60 si trasferì negli States e chiedeva che io, diciottenne, lo seguissi. Ma io volevo rimanere legato all'Italia e quella divenne la mia sfida. In 40 anni ho prodotto 100 film in questo Paese e altri 500 ne ho acquisiti dall'estero, senza per questo rinunciare a produrre anche Oltreoceano. Insomma, la mia vita si divideva tra l'Italia e gli Stati Uniti, proprio il calcio mi ha riportato stabilmente qui. Del pallone non sapevo niente, ma l'ho subito interpretato come un'azienda e non come un'avventura".

Sarà per questo che lei a volte dà l'impressione di correre troppo per i tempi e i modi del calcio...

"Nel '99 bussai alla porta di Ferlaino con un assegno da 120 miliardi della Bnl per acquistare il Napoli. Lui mi fece causa, sostenendo che distraevo i napoletani dalla campagna abbonamenti. La causa si è risolta negli anni, mentre Ferlaino lo incontrai casualmente anni dopo in treno. Ci ritrovammo a parlare soprattutto di cinema, scoprii che aveva pure prodotto dei film".

E come andarono?

"Perse un sacco di soldi".

Passiamo a un altro argomento. Lei è davvero interessato a portare Del Piero al Napoli o semplicemente il suo era un tributo a un grande campione?

"Io adoro Del Piero perchè è una persona educatissima. Con uno sguardo ti trasmette serenità ed equilibrio. Quelle sono caratteristiche che apprezzo particolarmente. Immagino che trasferirebbe queste qualità allo spogliatoio. Io lo vedrei bene anche come allenatore o come dirigente, poi bisognerebbe vedere se davvero ha queste attitudini, se sono ruoli che lo divertirebbero".

Pare di capire che lei sarebbe pronto a costruirgli un percorso ad hoc.

"Sì, perchè pensare a Del Piero solo come a un giocatore da ingaggiare per un anno non avrebbe senso, soprattutto per lui. In quel caso la cosa migliore sarebbe rimanere alla Juve".

Già, ma le idee della società sono diverse.

"Di questo non so nulla ma, se è come dice lei, mi permetto di dare un suggerimento a Del Piero: cerchi una soluzione definitiva e non un'appendice di un anno che nulla aggiungerebbe alla sua straordinaria carriera. Secondo me Del Piero ha anche una cultura di impresa. Poi è signorile. Al di là della linguaccia quando segna (ride, ndr) non ricordo un suo solo gesto volgare".

Di Andrea Agnelli che idea si è fatto?

"Agnelli mi piace molto perchè ha fede. Credo che sia un grande lavoratore e ha il vantaggio di essere molto giovane. Con il tempo diventerà il migliore di tutti".

Però lo scorso anno la Juve sondò Mazzarri e lei non la prese benissimo. Il matrimonio è sempre saldo o no?

"Ma no, con Marotta e Andrea al tempo ci sentimmo. Però io sono per la fedeltà, pensi che sto con mia moglie da 40 anni, cosa molto complicata nel mondo del cinema. E quella è la mia linea anche nel lavoro. Con Monicelli ho avuto 7 anni di esclusiva, con Christian De Sica 29, con Verdone lavoriamo insieme da 9, con Veronesi da 10. Mazzarri mi piace perchè è un toscano sanguigno e io con i toscani sono sempre andato bene, penso ai successi con Nuti e Benigni. Mazzarri ha tutte le caratteristiche per andare d'accordo con me, perchè è uno molto sul pezzo. Ed è alla ricerca del risultato".

Conte le piace?

"Mi piace tutto di Conte, con una sola eccezione. Quando dichiarò che la Juve è una macchina che va sempre ai 200. Lui lavora dove nascono le Ferrari e deve andare ai... 350".

Ha visto che Borriello si è fatto crescere dei baffetti alla Jean Dujardin?

"Borriello ha un volto altamente cinematografico. Ma sono molti i calciatori che potrebbero passare al cinema".

Ad esempio?

"Ibrahimovic".

Il cattivo perfetto.

"Con quella faccia potrebbe fare qualunque cosa".

I calciatori sono davvero delle star come quelle del cinema o no?

"Sono molto più viziati. Il cinema, tranne rarissimi casi, presuppone l'avere alle spalle un grande tirocinio, magari anche sofferenza. C'è gente che ha fatto veramente la fame. Nel calcio segui un percorso tracciato fin dalla gioventù e della vita reale sai poco. Io all'università o al lavoro andavo a dormire all'una e mi alzavo alle quattro. I calciatori alle quattro non si alzano..."

Sinceramente: qual è il suo prediletto tra i 3 tenori?

"No, davvero, io tengo in maniera eguale a tutti i 25 ragazzi. Faccio l'esempio di Fernandez: sono stato molto felice quando è sceso in campo. All'inizio non gli accadeva nonostante fosse un nazionale argentino. Poi, chiaramente, ognuno fa il proprio mestiere e decidere la formazione tocca a chi allena".

Un quotidiano ieri sosteneva che senza Champions i tenori sono a rischio.

"I tre tenori piacciano a tanti ma De Laurentiis ha i contratti. Io ho sempre onorato i miei impegni e pretendo che anche gli altri lo facciano con me".

Lavezzi per la verità ha una clausola rescissoria.

"E' l'unico. Se mi metteranno 31 milioni... Comunque Lavezzi quando entra al San Paolo è un idolo. Se esce durante la partita viene sommerso dagli applausi. In un club inglese o russo succederebbe?".

Qui parla il tifoso e non il manager.

"Glie l'ho detto, io allo stadio non mi riconosco. Infatti non vado mai in sala stampa subito dopo la partita. Faccio passare almeno tre quarti d'ora, altrimenti divento distruttivo".

A livello filosofico lei si è sempre detto più attratto dalla Champions, rispetto allo scudetto. Non pensa che sia arrivato il momento per puntare al titolo?

"Sono sempre per la Champions. La Formula 1 è una cosa, la Formula 2 un'altra. C'è l'incapacità di vedere industrialmente il calcio, qui siamo ancora a parlare di retrocessioni. Faccio un esempio: un imprenditore potrebbe essere interessato a rilevare il Bologna e allora farebbe un piano di investimento nel tempo, legato al bacino d'utenza, ecc. ecc. Ma con il sistema attuale quell'imprenditore rischia di buttare 200 milioni e perchè mai dovrebbe farlo?"

Lei come agirebbe?

"Varerei una serie A di 14 squadre e un campionato europeo a 60, eliminando l'Europa League che non serve a nulla, se non a perdere soldi. Faceva bene Mazzarri, un paio di stagioni fa, a schierare le seconde linee. Se dovessi finirci di nuovo, manderei la Primavera".

Che accoglienza pensa che vi riserverà la Juve domenica sera?

"L'approccio della Juve durante tutta la stagione è stato straordinario. La Juve, come il Napoli, è una squadra che gioca fino al 90' e questo le fa onore. Io non posso che fare i complimenti a tutti i giocatori bianconeri".

E che Napoli vedremo?

"Credo che vedrete un Napoli molto attento e prudente".

Tornando ai tre tenori...

"Non sono in vendita".

Formano uno dei migliori reparti al mondo?

"Sì, ritengo il nostro attacco formidabile. Penso a come sarà tra due anni quando inseriremo anche Insigne. Ed Edu Vargas avrà fatto la giusta esperienza".

Ma lei è pronto ad acquistare giocatori di pari livello negli altri settori?

"Guardi che Cavani, Lavezzi e Hamsik sono diventati i tre tenori a Napoli. Cavani a Palermo giocava decentrato e segnava 14-15 gol all'anno. La grandezza di Mazzarri è stata nel cambiargli il ruolo, facendolo diventare un attaccante da 30 reti a stagione. Ma insieme a questo c'è un settore medico all'avanguardia, una società che fa da collante e sa investire sui giovani".

Quale sarà il prossimo passo di De Laurentiis?

"L'altro giorno ho chiamato Macalli, ricordandogli quando convinsi Sky a comprare i diritti per il campionato di C con la scusa che avrebbero potuto mandare in onda le partite del Napoli. Gli ho detto: "perchè non facciamo un campionato di Prima Divisione con una dozzina di formazioni Primavera dei principali club a cui sarebbe vietata la promozione?". Ne guadagnerebbe l'interesse generale e pure le formazioni che ora giocano in quella serie, perchè potrebbero misurarsi con il meglio. Senza considerare che se un giorno o l'altro dovesse passare la famosa legge sugli stadi, poi questi impianti bisognerà pure pensare a riempirli".

Un'ultima domanda: ha preparato un'accoglienza particolare per Maradona? Diego sostiene che tra una settimana sarà a Napoli e che poi assisterà alla vostra finale di Coppa Italia con la Juve.

"No, perchè non mi ha chiamato, però sarei felice di parlargli. Anni fa abbiamo pure fatto un film insieme".

Un giro di campo glielo concederebbe...

"Maradona può andare in giro dove vuole, ci mancherebbe".

Fonte: TuttoSport

IL MATTINO - Lavezzi-Mazzarri, pace fatta! Ecco il racconto...


Mazzarri come previsto perdona Lavezzi. Puntuale dopo due giorni trascorsi a Milano, tra shopping a via Montenapoleone e incursioni da Giannino dove ha incrociato anche qualche dirigente del Milan e dell'Inter, ieri a Castelvolturno è piombato puntuale anche il Pocho. E il giorno del suo rientro si è trasformato in una sorta di gioco buffo. Con Mazzarri che ha scelto di scherzarci su, lasciando deluso chi era convinto di assistere ad un duro faccia a faccia dopo la reazione dell'attaccante al momento del cambio nella gara col Catania. Invece il rendez-vouz tra l'argentino e il tecnico si è consumato in pochi minuti, con un saluto in mezzo al campo, il "cinque" scambiato rumorosamente e a seguire rapide parole. Con lui come con tutti gli altri. Anche la riunione tecnica è durata una manciata di minuti. Quella di ieri non è stata la giornata neppure per urlare ai suoi difensori la rabbia per le amnesie contro il Catania, per ricordare come una squadra che lavora per diventare grande non può buttare al vento una partita che conduce per 2-0. Mazzarri sa scegliere il momento in cui alzare la voce ed è altrettanto abile a simulare la sua ira. Domenica pomeriggio ha lasciato il San Paolo portando con sè uno scomodissimo fardello di perplessità, sgradevoli interrogativi, tanta delusione. Sensazioni molto scomode con cui convivere pensando agli sfarzi fatti fino ad adesso per rientrare in corsa per il terzo posto. Alla vigilia della gara con la Juventus la squadra ha svolto una seduta di allenamento tradizionale: a parte hanno lavorato solo Grava e, a sorpresa, Campagnaro. Il difensore, infatti, ha rimediato un pestone nella gara con i siciliani che nel dopo-gara non gli aveva dato problemi particolari. Poi, col passare delle ore, il dolore è aumentato. E così lo staff medico del Napoli ha deciso ieri di tenerlo sotto osservazione, senza correre rischi. Ieri ha corricchiato durante il riscaldamento, poi se ne è andato negli spogliatoi con un sorrisetto. Meglio un po' di riposo in più in infortuni di questo genere. Nel frattempo agli altri ha cominciato a mostrare ai suoi quello che vuole che facciano sui calci piazzati, l'idea di abbandonare la zona per blindare la difesa a uomo. Ipotesi. In fondo il Napoli che tra coppe e campionato di gol ne ha incassati 46 gol, ne ha presi appena 9 su calci piazzati. Dunque, non proprio un'emergenza. Chi ha svolto quasi per intero l'allenamento con la squadra, risultando in pratica quasi recuperato è Christian Maggio che ieri si è riaggregato nuovamente al gruppo dopo 14 giorni: la prima prognosi dopo l'uscita dal campo del Chelsea parlava di uno stop di almeno trenta giorni. Dopo due settimane di intenso lavoro a Castelvolturno è già stato restituito in condizioni apprezzabili a Mazzarri dal medico De Nicola e dal preparatore Pondrelli. Un'altra magia dello staff sanitario di Mazzarri. Facendo due conti, quindi, l'esterno della Nazionale potrebbe tornare a disposizione in occasione della trasferta allo Juventus Stadium: il condizionale è tuttavia d'obbligo poichè, comunque, la vera riserva vera sciolta definitivamente questo pomeriggio dopo la partitella. Scalpita, e non poco, Goran Pandev. Mazzarri ha cambiato volto alla squadra con il suo ingresso in campo e Hamsik sembra passare un periodo di forma non proprio smagliante. Il tecnico potrebbe pensare a una staffetta tra il macedone e lo slovacco. Anche perchè Pandev con la Juve ha un discorso apertissimo: una doppietta nella gara d'andata (non doveva giocare poi arrivò il forfait di Cavani) che lo trasformò nei fatti, e non solo nei proclami, nel quarto tenore.

Fonte: Il Mattino

REPUBBLICA - Colloquio squadra-Mazzarri ieri a cena da De Sanctis


Restano da chiarire ancora alcuni punti: dalle accuse di Cavani ai compagni ("E' mancata la voglia di vincere") alla ribellione di Lavezzi per la sostituzione. A partire da oggi inizieranno i colloqui individuali all'interno degli spogliatoi, indispensabili per riportare il sereno in vista della Juventus. E gli errori di domenica scorsa saranno rivisti al video. In particolare quelli commessi nella fase difensiva. Ma il Napoli ha già cominciato a voltare pagina. La squadra al gran completo è stata ospite ieri sera di Morgan De Sanctis, a cena, per festeggiare con due giorni di ritardo il compleanno del portiere. Tutto è già stato chiarito tra i giocatori, insomma. Non ci saranno ombre nella lunga vigilia della sfida di domenica con la Juventus. Finora s'è parlato solo della finale di Coppa Italia del 20 maggio, sempre contro i bianconeri. È tempo, però, di riportare l'attenzione sul campionato.

IL ROMA - Spazio a Britos e Fernandez con Aronica sulla fascia sinistra: Mazzarri ci sta pensando


Nelle sue notti trascorse a casa, ad Empoli, ci ha riflettuto su. Poche ore di sonno in attesa dell'appuntamento di ieri, faccia a faccia con la sua squadra. Mazzarri ci sta pensando: vorrebbe cambiare qualcosa in difesa. Ma il dubbio è se sia la partita con la Juventus il momento giusto. Del resto, dal fronte infermeria ci sono notizie rassicuranti: sono ormai definitivamente recuperati sia Grava che Britos , quest'ultimo ko per la gara col Catania a causa di alcuni postumi di influenza. Da vedere quali scelte compirà Mazzarri per la partita contro la Juventus. Quali sono le idee? La prima è già la più 'ardita': spostare Aronica sulla fascia sinistra (al posto di Dossena) per liberare un posto in difesa. In questo modo si potrebbe utilizzare Britos, forte di testa e poderoso fisicamente, mentre si darebbe riposo a Dossena, apparso non brillante. A confortare questa ipotesi c'è una frase di Walter Mazzarri nella conferenza stampa della vigilia di NapoliCatania, che può far sperare in qualche innovazione: "Aronica può essere anche l'alternativa a Dossena sulla fascia sinistra". Ma Mazzarri potrebbe anche riprovare con Fernandez: in molti vorrebbero rivederlo giocare al centro della difesa, ma è difficile che il tecnico partenopeo rinunci di nuovo a Cannavaro. Potrebbe riposare Campagnaro, ma il giovane argentino sul settore destro ha palesato qualche difficoltà di troppo. Possibile però, che si ripeschi Grava, ad oggi con sole quattro presenze all'attivo. Tuttavia le condizioni del difensore casertano non sono le migliori, visto che anche ieri si è allenato a parte. Di sicuro c'è che non cambierà il modulo: si resta con la difesa a tre più i due esterni. L'allenatore azzurro non intende ardire esperimenti che possano toccare uno dei suoi capisaldi tattici. Va anche detto che il possibile recupero di Maggio (c'è ottimismo dopo la giornata di ieri) consentirebbe all'allenatore azzurro di avere un'ulteriore garanzia nella fase difensiva: non a caso il Napoli è riuscito a tenere la sua porta tranquilla proprio quando Maggio era in campo. L'apporto del laterale su palle inattive, colpi di testa e folate offensive avversarie è sempre prezioso.

Fonte: Il Roma

mercoledì 28 marzo 2012

Maradona, il suo legale annuncia: "La settimana prossima sarà a Napoli"


L'Avv. Angelo Pisani, legale di Diego Armando Maradona nella diatriba con il fisco, è intervenuto oggi ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco le sue dichiarazioni: "Ho sentito proprio ieri Diego Armando Maradona e mi ha ribadito telefonicamente la sua volontà di essere a Napoli la prossima settimana. Gli ho promesso che ci sarà una calorosa accoglienza da parte della cittadinanza napoletana e che faremo una grande festa. Gli ho proposto anche un saluto dal San Paolo, così come avvenne quando arrivò a Napoli la prima volta, e lui mi ha detto che sarebbe bello slautare i tifosi azzurri direttamente dallo stadio. Il 20 maggio sarà certamente a Roma per vedere la finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus, mi risulta che ne abbia già parlato con la dirigenza del club partenopeo. Il 5 aprile, intanto, ci sarà la causa che lo vede contrapposto al fisco. Maradona vuol chiarire ai napoletani e agli italiani che non è un evasore fiscale: è stato vittima di una sorta di complotto, di ingiustizia della giustizia. Lui non è vittima neanche di una mancata notific a, è completamente estraneo all'addebito fiscale perchè, come tutti possono immaginare, a 25 anni non poteva capire nulla di fisco e quell'artifizio, che non era una violazione fiscale, fu fatta da Ferlaino e non da lui. Il 5 aprile Maradona vorrà essere in udienza per rappresentare ai giudici la verità, per mostrare che non scappa da nessuna parte, attualmente è un uomo libero. E' stato assolto già in sede penale nel '94 e i pignoramenti che gli sono stati fatti sono procedure irregolari. Maradona è un uomo assolutamente libero e può tornare in Italia senza alcun problema anche domattina. Il 5 aprile l'udienza si terrà al Centro Direzionale di Napoli, alla Commissione Tributaria Provinciale. Diego sta preparando un videomessaggio che mi invierà domani o dopodomani al massimo nel quale spiegherà la sua situazione, il suo amore per Napoli, la sua voglia di tornare in città. Que sto videomessaggio sarà trasmesso in conferenza stampa prima del 5 aprile in una piazza della città. Gli Arabi sono molto gelosi di Maradona, che viene indicato come prossimo allenatore della Nazionale, e non hanno piacere che l'Italia si stia quasi riappropriando di Diego. Lui qualche volta cerca, di nascosto, di espoldere il suo amore nei confronti della città di Napoli. Maradona vuole chiarire ai napoletani che non è mai stato un evasore fiscale, che è una persona perbene. Non vuole salvarsi per un difetto di notifica, vuole dimostrare che non c'è mai stata evsaione fiscale da parte sua, del Calcio Napoli, di Careca e di Alemao. Questa verità è stata accertata in una sentenza del 1994 che è sempre stata tenuta nascosta e che noi abbiamo portato alla ribalta e che domani notificheremo al Presidente della Repubblica e al Ministro della Giustizia. Se sarà al San Paolo per Napoli-Atalanta? Questo non lo so, dipende dai suoi impegni a Dubai e dagli spazi che riesce a ricavarsi. Non so quali e quanti giorni resterà a Napoli ma certamente abbraccerà la città e i suoi tifosi".

Mazzarri vincitore! A lui il premio "Bearzot"


NAPOLI - È Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, il vincitore della seconda edizione del premio 'Enzo Bearzot', promosso dall'Unione Sportiva Acli del presidente Marco Galdiolo. Lo ha deciso oggi la giuria riunitasi a Roma e presieduta dal numero uno della Federcalcio, Giancarlo Abete. Il 51enne tecnico di San Vincenzo succede nell'albo d'oro al ct della Nazionale, Cesare Prandelli, e riceverà il premio a Napoli il prossimo 26 maggio.

CORRIERE - Missione "recupero Maggio" in vista della Juve


Continua la missione recupero. La missione Christian Maggio, per la precisione: perno fondamentale della squadra e dei meccanismi, difensivi e offensivi, e dunque oggetto di attenzione particolare in vista della partita di domenica con la Juventus. Il Napoli fatica da matti, senza di lui: ecco perchè da oggi, in occasione della ripresa degli allenamenti della squadra, uno degli obiettivi sarà trasformare l'ottimismo relativo alle sue condizioni in una certezza. Riaverlo.

AL LAVORO - E' proprio per questo che, ieri, il preparatore atletico, il prof. Pondrelli, ha lavorato a Castelvolturno con Maggio e altri tre azzurri: Grava, Britos e Fernandez. Ovvero gli uomini che hanno saltato la partita con il Catania, e poi il giocatore che ha chiesto il cambio per crampi. Un mix più o meno personalizzato, il programma studiato da Pondrelli e dal responsabile dello staff medico, il dottor De Nicola: perchè Maggio e Grava, entrambi reduci da problematiche più o meno serie di carattere muscolare, sono anche stati sottoposti a un ciclo di terapie.

DI CORSA - Per il resto, lavoro aerobico e poi via di corsa. In campo. Con Maggio in grado di tenere il passo giusto, senza accusare dolori e fastidi. Il recupero procede bene: clinicamente, come evidenziato anche dai ripetuti esami strumentali, il centrocampista della Nazionale può considerarsi guarito. Non resta che verificare, giorno dopo giorno fino a sabato, la sua condizione atletica: è questo il nodo principale. Perchè una volta appurato che l'infortunio è smaltito, toccherà a Mazzarri decidere se Maggio è in forma accettabile per scendere in campo dal primo minuto. Discorso che vale anche per Grava.

Fonte: Corriere dello Sport

La grinta del Pocho: "Carichi e determinati contro la Juve!"


Il Pocho Lavezzi virtuale torna sulla scena del delitto rosso e azzurro. E poi si catapulta in un affascinante futuro in bianco e nero ambientato a Torino, la città che domenica fungerà da palcoscenico della voglia di rivincita e dunque di quella che, da sempre, per il popolo napoletano è la sfida madre: "Che peccato con il Catania? Ma siamo già carichi per la Juve!".

LA RESPONSABILITA' - E allora, Ezequiel Lavezzi va di tango. Così, senza mezzi termini e oltre le barriere: per raccontare la delusione del pareggio di domenica e poi per lanciare il nuovo assalto alla Juventus. I due giorni di pausa hanno raffreddato, forse un po' mitigato la rabbia del Napoli e di Napoli per quel 2-2 beccato in pieno volto come un diretto di Tyson, ma il Pocho non dribbla le responsabilità come ama fare con gli avversari. No, reagisce e puntualizza. Non scappa, mette le cose in chiaro e poi spiega che sta già guardando avanti. Sostituzione dimenticata, nessun caso e nessun problema con Mazzarri. Soltanto la voglia di giocare e di lanciare un messaggio ai naviganti (del web): "Occasione buttata". Il titolo è questo: "Ma ora basta". Prove di lieto di fine.

LA FOTOGRAFIA - Comincia così, la sua disamina. Comincia nella maniera più semplice e anche sincera possibile. In perfetto stile Lavezzi. Non sa mentire, l'argentino. Non è abituato a farlo. Anzi, il credo e la linea guida sono sempre uguali: guardare in faccia la realtà e affrontarla. Magari sfidarla. Sì, meglio ancora: "Domenica abbiamo perso una grande occasione: eravamo in vantaggio per 2-0, mancava poco alla fine della partita con il Catania e ci siamo fatti raggiungere". Click, fotografia disarmante della storiaccia del San Paolo.

LA CLASSIFICA - Non l'unica, però. Non la sola frase riconducibile alla rimonta subita sull'asse Spolli-Lanzafame, lasciata in eredità sul suo sito ufficiale. C'è dell'altro, c'è un effetto causato dal pareggio a dir poco inaspettato: "E' stato un peccato". Lo ripete come un'ossessione, è difficile accettare. "Perchè con una vittoria avremmo fatto un bel salto in classifica". Come dargli torto? Undici minuti di ordinaria follia costati al Napoli due punti nella corsa al terzo posto. Distante ora tre passi, tre gradini di una scala ripida che vede la Lazio di Edy Reja, il suo amato Reja, in vantaggio e forte della prospettiva di giocare lo scontro diretto – forse decisivo – in casa. All'Olimpico, sabato 7 aprile.

CARICA! - Prima di tutto, però, lo Juventus Stadium e le due missioni più delicate del momento: misurarsi contro l'unica squadra imbattuta della serie A e soprattutto reagire dopo l'ultima delusione. Il Pocho è caldo come il sole: "Ora concentriamoci sulla difficile trasferta di Torino? sarà dura ma ci arriveremo carichi e concentrati". Un bel calcio ai veleni dei titoli di coda con il Catania. Una risposta netta in vista della ripresa degli allenamenti, in programma oggi al centro sportivo di Castelvolturno. Il Napoli si ritrova per ritrovarsi in fretta. E, nel frattempo, c'è la parola del leader a fare da prologo: "Carichi e determinati". La strada è già tracciata. Nel nome di Lavezzi.

Fonte: Corriere dello Sport

CORRIERE - Pandev, poche gare per convincere Mazzarri e rimanere


Due mesi alla fine. Dieci partite in tutto, compresa la finale della coppa Italia. E lui, Goran Pandev, ossessionato dalla solita incertezza: gioco oppure no? In campo dall'inizio o niente da fare anche stavolta? Inutile negarlo: sta sui carboni ardenti, Pandev. Perchè il tempo stringe e lui non può spenderne più tanto per convincere Mazzarri che non solo ha il diritto di mettersi alle spalle il precariato, che non solo può aspirare ad un trattamento da attaccante a tempo indeterminato, ma può persino dare garanzie per il campionato che verrà. Perchè per Pandev, che in azzurro c'è arrivato con la formula del prestito secco, l'altro interrogativo è proprio questo: con quale maglia giocherà nella prossima stagione: ancora con quella azzurra, o di nuovo con quella nerazzurra?

TITOLARE - Intanto, però, c'è Juve-Napoli e l'attaccante pensa solo a quello. "E senza farsi neppure più troppe domande", prova a far credere Carlo Pallavicino, il suo procuratore. "E' che già altre volte s'aspettava di giocare dall'inizio e poi non è successo. Ma queste, si sa, sono valutazioni che spettano all'allenatore e basta. Cert'è, però - aggiunge affidando il messaggio a Radio Gol, affinchè rimbalzi anche a Castelvolturno – Pandev sta dimostrando d'essere in grande condizione e, quindi, di poter essere assai utile al Napoli in questo finale che vale terzo posto e coppa Italia".

QUARTO TENORE - Insomma: il pensiero è questo: ai vecchi tre tenori – Cavani, Hamsik e Lavezzi – se n'è aggiunto un quarto: Pandev, appunto. Con gli stessi diritti e, oggi, probabilmente anche con una condizione di forma invidiata dagli altri tre attaccanti, come ha dimostrato il cambio di passo imposto al Napoli nel finale della gara col Catania. E non è tutto. Se, infatti, in casa Napoli Cavani è l'incontrastato re del gol (uno ogni 116 minuti) e se il vicerè si chiama Pocho (a segno ogni 223′), il rapporto minuti giocati-gol segnati, dice che Pandev è al terzo posto con un centro ogni 255′. Meglio di Hamsik, il quale in gol, stabilisce la media, ci va ogni 278 minuti. Quindi, è anche con la forza dei numeri che il macedone bussa alla porta della prima squadra alla vigilia della gara di Torino. Ma, per carità, niente polemiche. "E' ovvio, lui spera di giocare. Ma bisogna fare i conti con Mazzarri, il quale, probabilmente anche per motivi tattici, preferisce non cambiare troppo formazione. Comunque - dice Pallavicino – so per certo che l'allenatore di Goran è molto soddisfatto: un calciatore che, oltretutto, può ricoprire più d'un ruolo e che - lo dice chiaro e tondo il manager – oggi non è inferiore ai tre tenori".

IL FUTURO - La Juve, la Lazio, il finale di stagione e la coppa Italia. E poi? Poi quale sarà il futuro di Pandev? E chi può dirlo. Tornerà all'Inter ed è lì che si deciderà. E ovviamente, sarà importante anche la volontà di Pandev. Il quale, però, parola di Carlo Pallavicino, resterebbe volentieri al Napoli. Perchè? Per più d'una ragione. "La prima: perchè qui Mazzarri l'ha rigenerato. A Napoli, infatti, Pandev ha ritrovato il sorriso e la felicità che aveva smarrito da parecchio. Poi, perchè è entrato in uno spogliatoio eccezionale che l'ha accolto con rispetto ed amicizia. Infine, perchè s'è ritrovato in una città stupenda che gli ha dimostrato subito simpatia e fiducia. E queste sono cose che Goran non può dimenticare". Insomma, Pandev a Napoli ci resterebbe volentieri. E il Napoli? Il Napoli l'apprezza, ma per decidere può aspettare ancora un po'. Decisivi, saranno queste ultime partite e, di conseguenza, gli impegni della prossima stagione. Ecco, la differenza è proprio questa: il Napoli non ha nessuna fretta, Pandev invece, ne ha parecchia.

Fonte: Corriere dello Sport

GAZZETTA - Napoli, niente Champions? Occhio ai tenori...


Cinquantaquattro gol all'attivo, appena 5 in meno del Milan che vanta il primato dei gol segnati, finora: si presenterà a Torino, il Napoli, portandosi dietro il carico della sua potenza offensiva da opporre alla difesa meno battuta del campionato: quella della Juventus, con 17 reti al passivo. Dati che danno l'esatta dimensione della forza di queste due squadre che, dopo la gara di campionato, si ritroveranno nuovamente di fronte il 20 maggio per giocarsi la finale di coppa Italia. La Juventus sta contendendo lo scudetto al Milan sin dalla prima giornata, mentre il Napoli sta inseguendo il terzo posto per evitare di restare fuori dalla Champions League dopo la sconfitta di Stamford Bridge.

CHAMPIONS INDISPENSABILE - Sarà una notte particolare per il Napoli. L'ambiente è un tantino deluso dal pareggio di domenica, contro il Catania, che ha evidenziato un calo di concentrazione e di forma. Ma la sfida con i bianconeri è il momento più sentito dell'intera stagione, la rivalità tra le due tifoserie è qualcosa che va oltre la passione. Ed allora, Napoli si aspetta il grande colpo, vorrebbe interrompere l'imbattibilità dei bianconeri. Ma, soprattutto, vuole vincere per provare ad agganciare la Lazio (gioca a Parma) al terzo posto e lanciare la volata per l'unica possibilità rimasta per partecipare alla prossima Champions League. Che, a questo punto, diventa fondamentale per trattenere i tre talenti che hanno fatto grande il Napoli.

TENTAZIONI - Sono diverse, perchè Lavezzi, Cavani ed Hamsik sono in cima alle preferenze di parecchi club nazionali ed europei. Chissà quanto potrà valere la fermezza di Aurelio De Laurentiis dinanzi all'insistenza di chi gli chiederà di andare via! La posizione più appetibile è quella di Lavezzi: basterà versare al Napoli 31 milioni di euro, infatti, per assicurarsene le prestazioni. A 27 anni, il Pocho vuole garantirsi l'ultimo contratto significativo della propria carriera prima di ritornarsene in Argentina. Più complicata l'eventuale trattativa per Cavani. Il presidente è stato abbastanza chiaro: comincerà a discutere con i pretendenti soltanto se si dovesse partire da una base di 50 milioni di euro. Dalla Spagna o dall'Inghilterra potrebbe arrivare l'offerta giusta, mentre le quotazioni di Marek Hamsik sono in ribasso: il suo rendimento è alterno da un paio di stagioni e difficilmente, quest'anno, ci saranno club disposti a spendere 30 milioni per acquistarlo. L'opportunità vera l'aveva avuta nella scorsa estate, quando il Milan ammise di volerlo. Il no di De Laurentiis fu perentorio.

Fonte: Gazzetta dello Sport

Benatia-Cuadrado, partita operazione "alla Inler"?


n estate, esattamente come un anno fa, il legame (anche extra calcistico) tra Pozzo e De Laurentiis potrebbe vedere nascere un nuovo affare: il Napoli starebbe insistendo particolarmente per Cuadrado e Benatia. Lo fa a marzo esattamente come ha fatto per Inler la scorsa stagione. Per ora si tratta, anche perché l'Udinese vuoleInsigne per l'attacco, ma non la comproprietà come piacerebbe a De Laurentiis, ma l'intero cartellino.
FONTE: UDINESEBLOG.IT

IL MATTINO - Pocho-Walter, oggi a Castelvolturno "pace ufficiale"


E' una storia, sempre, di passione estrema. "Lo so che per i tifosi del Napoli è una gara caldissima, speciale", ripete ogni volta che la sfida alla Juventus si avvicina, il Pocho Lavezzi. Non è più come negli anni Settanta e Ottanta quando Napoli aspettava solo la sfida con la Juve, che voleva dire battere la regina e magari dare un senso a una stagione in chiaroscuro. Per un riscatto sociale, anche. Napoli-Juventus è una classica, a suo modo. C'era Maradona e ora c'è Lavezzi e pure l'emozione generazionale dei cori per il Pibe adesso dedicati al suo epigono argentino. E c'era una volta una gerarchia che, per fortuna, adesso non c'è più. Nord contro Sud. Torino (dove i meridionali venivano sbrigativamente chiamati i napuli) è la città più napoletana dopo Napoli. Per i tifosi azzurri, il derby è sempre e soltanto stato con la Juve, anche se nella meravigliosa epoca di Diego soltanto una volta, nel 1986-87, lo scudetto fu una questione tra bianconeri e azzurri. Lavezzi aveva poco più di un anno quando gli azzurri tornarono a sbancare il Comunale dopo un una serie di delusioni che duravano dal lontano 1957. 9 novembre del 1986. Il Pocho non era ancora il Pocho: Ezequiel era un bimbo in fasce nella povera casa di Villa Gobernador Galvez."Domenica abbiamo perso una grande occasione, eravamo in vantaggio per 2 a 0, mancava poco alla fine e ci siamo fatti raggiungere – ha scritto sul suo sito – È un peccato perchè con una vittoria avremmo fatto un bel salto in classifica. Ora concentriamoci subito per la difficile trasferta di Torino... Sarà dura ma ci arriveremo determinati e carichi". Eccole le paroline magiche che i tifosi del Napoli vogliono sentire alla vigilia della trasferta in Piemonte. Il Pocho dopo aver ospitato gli argentini del Catania si è imbarcato per Milano, come al solito, per trascorrere i due giorni di riposo concessi da Mazzarri. Sul social network Twitter, ha pubblicato una foto in cui appare il suo amico Lorenzo Tonetti, proprietario del ristorante Giannino a Milano, con in testa una buffa parrucca colorata. Lavezzi scrive nel tweet a commento: "Giannino al Radetzky in versione punk". Il Radetzky Cafè è uno dei locali storici di Milano. Con il Pocho l'inseparabile Yanina. Nessuna polemica, nessun accenno alla reazione di tre giorni fa. Oggi a Castelvoltuno l'argentino siglerà ufficialmente la pace con Mazzarri. Lavezzi dirà "scusate" e Mazzarri risponderà "figurati". Oppure non ci sarà bisogno neppure di questo perchè tra i due i rapporti sono discreti e non c'è davvero nessun motivo per tirare alla lunga la questione. Mazzarri e Lavezzi infatti vanno d'accordo, e conoscendo i due caratteri difficilmente potrebbe essere il contrario. Il procuratore di Lavezzi rassicura i tifosi. "Nessuna paura non è il segnale di un malcontento. È solo che ci teneva a giocare e conquistare i tre punti", ha detto Alejandro Mazzoni. A Napoli sta bene, e comunque pure se stesse male non è certo questo il momento di dirlo. Pierpaolo Marino, l'ex dg del Napoli, infatti, non si fida. E parla della clausola rescissoria presente nel suo contratto: "Personalmente sono contrario a questo tipo di accordi, non so perchè sia stata inserita – spiega a Sky Sport - Magari all'epoca i 31 milioni sembravano tanti, ma adesso la possibilità che Lavezzi abbia estimatori capaci di investire una cifra simile sono tante. Spero che il Pocho decida di restare a Napoli".

Fonte: Il Mattino

Finale a Roma, tifosi soddisfatti: ma la richiesta dei biglietti (50mila) supera la disponibilità (31mila)


Soddisfatti i tifosi del Napoli dopo la decisione di confermare l'Olimpico come sede della finale di coppa Italia: dal primo momento volevano che la partita si giocasse a Roma. Domenica durante Napoli-Catania era stato esposto in curva B questo striscione in riferimento ad eventuali agevolazioni per i possessori della Tessera del tifoso: "Per ogni limitazione dura contestazione, tutti a Roma". De Laurentiis vuole garantire pari diritti per tutti, i gruppi ultrà sono in attesa di eventuali decisioni del Viminale. Il presidente dell'Ainc (Associazione italiana Napoli Club) Saverio Passaretti ha accolto con soddisfazione le dichiarazioni di De Laurentiis: "Dal settembre 2004, ma anche prima, il Napoli ha avuto sempre al proprio fianco uno zoccolo duro di tifosi, ovvero i ragazzi delle curve. È giusto che De Laurentiis si sia esposto in loro favore, bisogna salvaguardare chi ha sostenuto gli azzurri nella buona e nella cattiva sorte, in casa come in trasferta. Opportuno, dunque, che il patron abbia intenzione di tutelare tutti i tifosi: gli abbonati, i tesserati e quelli sprovvisti di Club Azzurro Card". Passaretti espone anche la posizione della sua associazione: "Sono a favore della tessera del tifoso, pur rispettando l'opposta scelta ideologica dei ragazzi delle curve. Abbiamo già ricevuto molte richieste di tagliandi dai nostri club, i cui iscritti, in verità, hanno quasi tutti la tessera del tifoso. Invoco, ora, particolare attenzione nella gestione della vendita dei biglietti e dell'organizzazione della partita". Non sarà facile garantire la vendita a tutti i tifosi, ma Ciro Marchitelli, presidente dell'Acan (Associazione Club Azzurri del Napoli), propone una soluzione: "Il club dovrebbe chiedere ai tifosi storici di portare con sè un documento per rilasciare un tagliando a testa". Ovviamente Marchitelli è d'accordo nel tutelare tutti i tifosi. "De Laurentiis ha fatto bene a esporsi in questo modo, è ovvio che bisognerebbe garantire un diritto di prelazione agli abbonati, poi riservare una quota a chi ha la tessera ed infine premiare i sostenitori delle due curve. Non si possono ignorare – aggiunge – coloro che hanno sempre dato l'anima sugli spalti, sostenendo in tutti gli stadi, dalla C alla A, il nostro amato Napoli. Speriamo che la vendita dei biglietti possa essere organizzata in modo sereno". Il punto nodale sarà proprio quest'ultimo: la domanda si può già quantificare in 50mila biglietti, a fronte di circa 31mila tagliandi disponibili. Distribuirli in modo razionale, provando a tutelare tutti i tifosi, sarà impresa ardua.

Fonte: Il Mattino