sabato 25 febbraio 2012

Mazzarri su Vargas: "Sta bene, sarà convocato al 90%"


Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi a Castelvolturno il tecnico azzurro Walter Mazzarri ha parlato del probabile rientro di Eduardo Vargas. "Oggi valuterò, sta bene, dovrebbe essere convocato. Al 90% verrà in panchina con noi".

NAPOLI-INTER, PROBABILI FORMAZIONI


Posticipo di lusso al San Paolo, per la 25esima giornata di Serie A si sfidanoNapoli e Inter. Gli azzurri vanno a caccia del terzo successo consecutivo in campionato, mentre i neroazzurri sembrano essere in una crisi profonda. Mazzarri come lasciato intendere in conferenza stampa teme molto questa gara ed anche per questo si affiderà ai suoi uomini migliori. In porta ci sarà De Sanctis, difesa a tre con Campagnaro, Cannavaro e Aronica. Centrocampo con Inler e Gargano. Sugli esterni Maggio e Zuniga in vantaggio su Dossena. In attacco tandem Lavezzi-Cavani, con Dzemaili che fungerà da raccordo tra attacco e centrocampo. Pandev sembra destinato a partire dalla panchina.

Nell'Inter mister Ranieri perde in un colpo solo Maicon e Ranocchia. Il brasiliano starà fuori 15-20 giorni, il centrale ha subìto una lesione di secondo grado all'adduttore. Mancheranno anche lo squalificato Castaignos e gli altri infortunati Guarin e Alvarez. In porta ci sarà Cesar, solita difesa 4 composta da Nagatomo e Chivu nel ruolo di terzini, con Samuel e Lucio coppia centrale. A centrocampo Zanetti, Poli e Cambiasso (in vantaggio su Stankovic) mentre in attacco potrebbe agire Sneijder da rifinitore per Milito e Pazzini. Forlan dovrebbe partire dalla panchina.

Probabili formazioni:

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Zuniga, Dzemaili, Lavezzi; Cavani. All. Mazzarri

INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Nagatomo, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Poli, Cambiasso; Sneijder; Milito, Pazzini. All. Ranieri

ARBITRO: Bergonzi

Iniesta: "Napoli e Basilea mi hanno sorpreso!"


Anche il centrocampista del Barcellona Andres Iniesta si dice sorpreso del passo in avanti fatto in Champions League quest'anno da alcune new entry: "In Champions non bisogna mai commettere distrazioni altrimenti ti castigano subito. La vittoria del Napoli e del Basilea mi hanno sorpreso, ma questo conferma che a certi livelli conta molto la concentrazione. Arrivati a questo punto della competizione la Champions può essere vinta da chiunque".

Vinicio: "Maradona unico, Lavezzi straordinario: nessun altro al mondo le sue caratteristiche"


"Non so se vinceremo lo scudetto ma so di certo che il mio Napoli vi divertirà". Questo il credo calcistico con cui Luis Vinicio, che compirà 80 anni martedì prossimo, si presentò nell'estate del 1973 al debutto come allenatore del Napoli nel salone dell'ex Circolo della Stampa in Villa comunale. Quel Napoli lo scudetto non lo vinse, lo sfiorò soltanto. Ma è indiscutibile che i napoletani si divertirono. Tant'è che ancora oggi, quando gli azzurri giocano un calcio piacevole, subito scatta il paragone con quel Napoli.

Vinicio, la sta facendo divertire questo Napoli?

"Che bella questa squadra. Contro il Chelsea poteva vincere anche cinque o sei a uno. Se continua così può anche arrivare in finale, magari evitando il Barcellona...".

Ottant'anni e tanta voglia di calcio, ma soprattutto tanta voglia di Napoli e del Napoli che continua a seguire con la massima attenzione e affetto

"Che dire... La squadra è come se la sentissi ancora mia. E poi Napoli è la mia città. È la città dove si sono compiuti i miei destini professionali e personali.Ci arrivai che avevo 23 anni.Fu incredibile il feeling immediato con i tifosi allo stadio del Vomero per quel gol segnato al mio debutto dopo appena 20 secondi. Giocavamo contro il Torino di Bearzot".

Un amore che non ha mai avuto fine

"A parte il periodo invernale, nel quale torno a Rio de Janeiro, a Napoli ci vivo con la mia Flora. Che ho ritrovato proprio in questa città, dopo averla conosciuta a Rio. Ci sposammo in piazza del Plebiscito, nella chiesa di San Francesco di Paola, con il comandante Lauro che ci fece da padrino. I miei figli, Mario e Marco, vivono in Italia. Mario è console onorario del Brasile a Napoli: una gran bella soddisfazione. Anche i miei nipotini sono italiani; Luisinho gioca anche abbastanza bene al calcio. Certo, ci sono stati anche momenti difficili, come quando dissero che ero malato, e mi cedettero al Bologna. Ma poi a Vicenza resuscitai, e vissi la mia "terza età" da calciatore vincendo anche la classifica cannonieri. Con i biancorossi venni a giocare a Napoli e segnai due gol. Dopo ci fu la parentesi all'Inter e il ritorno a Vicenza".

Dopo Vicenza cominciò la sua carriera di allenatore, naturalmente a Napoli, con l'Internapoli di Chinaglia e Wilson. E nel 1973 il debutto in A, col Napoli...

"Quello è stato il periodo più bello, come allenatore, perché trovai un gruppo di ragazzi che mi seguì nelle mie idee aiutandomi a proporre tante novità. Credo che se quel Napoli fece storia e ogni tanto riaffiora nei ricordi della gente è proprio perché proponeva la zona totale e il fuorigioco,insomma un calcio nuovo per quei tempi di rigorose marcature a uomo".

E nel 1975 lo scudetto sfiorato: Napoli secondo, a due punti dalla Juve vittoriosa nello scontro diretto col gol di Altafini "core 'ngrato" all'88'

"Una sconfitta amara, forse la più amara,perché quella partita così importante e decisiva noi potevamo vincerla e l'avremmo ampiamente meritato. Ed è per questo che i napoletani la ricordano ancora. Ma evidentemente così era scritto in cielo".

E dopo il Napoli, ha allenato la Lazio, l'Udinese, il Pisa, la Juve Stabia, ma soprattutto l'Avellino di Sibilia

"Stagioni stupende anche lì. Salvezze incredibili:un anno partimmo da meno cinque. Poi ci fu l'anno del terremoto:una salvezza faticosa ma eroica. Per oltre due mesi giocammo lontano da Avellino perché il campo era diventato una tendopoli per i terremotati".

Torniamo al Napoli di oggi. Qualcuno paragona Lavezzi a Maradona

"Maradona è stato un fenomeno unico. Ma Lavezzi nel calcio moderno è straordinario per la facilità con cui supera l'uomo e scombussola le difese. Non c'è nessun altro giocatore al mondo con queste caratteristiche. E poi la capacità di Cavani di trovarsi sempre pronto come uomo-gol e l'intelligenza tattica di Hamsik. Oggi i veri leoni sono loro...".

Fonte: Il Mattino

L'EuroNapoli nelle mani di Morgan: "Voglio chiudere qui la mia carriera"

De Sanctis si tuffa,e afferra in presa quota 100.Cento presenze in campionato.Il plastico volo avverrà domani sera: se il portiere del Napoli andrà in campo contro l’Inter, entrerà nel club dei dodici portieri che nella storia azzurra hanno giocato più volte in serie A. Se andrà tutto per il verso giusto, entro la fine della stagione agguanterà prima Iezzo (104) poi Bandoni (106) e infine Casari(111). I tre più grandi numeri 1 nella storia del calcio napoletano restano difficilmente raggiungibili:Bugatt iè a quota 256, Sentimenti a 227 e Castellini 202. Se prolungherà il contratto di un’altra stagione (ora l’accordo che lo lega al Napoli è fino al 2013), come il suo manager Federico Pastorello auspica,allora potrebbesuperare anche Zoff (143), Carmignani (144) e Cavanni (151), mantenendo davanti a sé solo Pino Taglialatela (177 presenze). E a questo punto De Sanctis arriverebbe lassù,all’incrocio dei pali di una memorabile carriera. Morgan De Sanctis non è un acrobata:incarna ilsenso della posizione,lo stile e il prodigio atletico continuo. Il suo modo di parare è l’emblema del suo carattere:quello delleader,in campo ef uori. Non a caso, a 34 anni, il portiere del Napoli parla spesso anche da sindacalista: è consigliere dell'Aic, l’Associazione italiana calciatori, che bloccò il campionato in agosto per la storia del super Irpef.«Non abbiamo mai rifiutato di pagare le tasse e le accuse alla nostra categoria sono sempre state demagogiche», disse facendosi portavoce della categoria. I magnifici quattro del Napoli, vero: Cavani, Hamsik, Lavezzi e anche Pandev.Ma seilNapolisogna la Champions è per i miracoli in porta di Morgan. La Uefa, dopo lo storico 2-1 contro il Manchester City lo ha premiato come «man of the match»: senza la sua miracolosa parata su Mario Balotelli a un quarto d’ora dalla fine, in pratica un calcio di rigore in movimento, le possibilità del Napoli di arrivare agli ottavi di finale si sarebbero azzerate. Ma le notti del San Paolo sono magiche, anche quando non sei più giovane. L’apporto all’EuroNapoli non si limita solo a quella partita col City di Mancini: prima c’era stato il rigore parato a Mario Gomez nella gara col Bayern Monaco. E martedì scorso i miracoli a ripetizione su Drogba e Juan Mata. «Un Napoli stellare,siamo stati molto bravi, quando giochiamo in quelmodo,siamo inferiori solo Barcellona e Real Madrid ci sembrano superiori. Possiamo giocarcela alla paricon tutte». Un anno magico. A parte quel video. «Una vergogna, solo fango su di me», spiegò nel solito impeto d’orgoglio. Napoli-Lecce, Cavani segna e lui non gioisce. Qualcuno malignò e insinuò. «Mettere in dubbio uno come me è insopportabile», ha spiegato tutte le volte che ha potuto. Domani con l’Inter la grande festa.Un’altra partita prima dipoter tendereilvolo verso la firma sulnuovo contratto:«Voglio chiudere qui la mia carriera»

IL PERICOLO - Man City pronto a versare l'intera clausola di Lavezzi


Forte in Italia e in Europa. Ezequiel Lavezzi ha mostrato tutto il suo talento con la maglia del Napoli nel match di Champions League contro il Chelsea nell’andata degli ottavi di finale. Il talento argentino vuole diventare uno dei grandi attaccanti d’Europa. Su di lui ci sono molti club interessati, in particolare il Manchester City che dalle parole vorrebbe passare ai fatti versando l’intera clausola rescissoria presente nel contratto di Lavezzi: ecco perché il Napoli vuole a tutti i costi convocare il giocatore per togliere la clausola rescissoria dal contratto.

TeleLombardia: "Aronica giocatore che provoca, picchia e ricorre ad ogni espediente: scandaloso non squalificarlo"

La mancata sottrazione del terzo turno di stop, come chiesto dal Milan, appartiene a quelle vicende umane in cui è legittimo ogni punto di vista. C'erano buone ragioni per non farlo come per farlo e ognuno può legittimamente sostenere entrambe le tesi. Io, personalmente, non avrei tolto la squalifica. L'atto in sé sta tra il violento e l'antisportivo, ma trovo un'aggravante decisiva il fatto che Ibra sia partito da tutt'altra zona del campo rifilare lo schiaffo ad Aronica. Inoltre il ragazzo è recidivo e non vedo per quale ragione bisognerebbe essere tolleranti con lui. I valori dello sport hanno pur sempre un senso, no? Ripeto: la mia è un'impressione personale confutabilissima, ma tant'è.

Invece, permettere di farla franca ad Aronica, un giocatore che provoca, picchia e ricorre a qualsiasi espediente pur di ottenere il risultato di bloccare l'avversario, dopo l'ennesimo episodio con Nocerino, è stato scandaloso. Ma cosa vogliamo pretendere dal signor Palazzi, il peggior procuratore che il calcio abbia avuto nella sua storia?

Gargano: "Napoli, io cerco qui il trionfo. C'è una folla meravigliosa che lo merita"

Come corre Gargano….
«E sapesse come corre il mio secondo figlio in arrivo. Dovrebbe nascere tra un mese, ma secondo me arriva prima….».

Un vizio di famiglia: il papà va sempre di fretta.
«Ma pure Mathias non scherza. Però Thiago già promette bene».

Nascerà pure lui a Napoli…
«E questa città mi segnerà per la vita. L’ho voluto io, l’ha voluto Michela: qui si sta bene, ci siamo integrati, sentiamo l’affetto della gente».

Fa solo figli maschi….
«Ma sono giovane e anche Michela lo è. C’è tempo per avere altri bambini e dunque aspettare che arrivi anche la femminuccia».

Sta mettendo le radici qua….
«Non so cosa mi riserverà il futuro, non può dirlo nessuno e neanche io. Poi magari dipenderà da loro, dai nostri figli; o anche dal destino: però qui è bello restarci».

Inevitabile chiederle: Napoli per sempre…
«Lei vorrebbe sapere dell’eventuale contratto ma io di queste cose non parlo, lascio che lo facciano il mio procuratore e la società. Spero di continuare su certi livelli, di meritare di essere equiparato a certi livelli».

C’è un nuovo Gargano in campo…
«Io invece credo di essere sempre lo stesso, però lascio che i giudizi li diano gli altri. Però è indiscutibile che ci siano momenti migliori e peggiori, perché i calciatori non sono macchine».

E’ diventato un pilastro della metà campo…
«Sono quello delle passate stagioni, sono uno che pressa, che dà tutto quello che ha: talvolta non si è nelle giornate migliori, ma non mi tiro mai indietro».

Facciamo un giochino: quarti di Champions, la coppa Italia o il terzo posto?
«Non ci casco. Io vivo alla giornata e mi prendo quello che riesco a conquistare. Bisogna andare avanti partita per partita, senza limiti e senza paura».

E’ un uomo felice, le manca qualcosa?
«Vincere con questa maglia, qualsiasi cosa ma vincerla. Non faccio distinzioni, né progetti. In Uruguay ho conquistato tre titoli, ora devo riuscirci con il Napoli: lo merita questa folla meravigliosa; lo merita questo gruppo».

Frasi di De Laurentiis: Lavezzi, Gargano e Hamsik sono oramai di casa…
«E’ una gran bella frase e posso solo ringraziare il presidente. Il Napoli sta crescendo grazie a un progetto, grazie al lavoro di Mazzarri, grazie all’impegno di tutti: ma io penso che in questo Napoli ci sono tanti altri che, come me, Marek e il Pocho, hanno fatto strada assieme al club. Penso a Paolo e a Gianluca – Cannavaro e Grava – e potrei dimenticarne altri, che pure ci sono».

Siete risorti a Firenze.
«Abbiamo attraversato un periodo difficile, ma ci abbiamo sempre provato. Poi, venerdì scorso, una prestazione fantastica».

Facile capire il motivo: la Champions vi piace…
«Ha un effetto assai particolare, ti carica, non c’è bisogno di cercare stimoli, vengono fuori da soli. Non so se sia dipeso dal clima particolare creato dall’arrivo del Chelsea, però se così fosse va bene lo stesso».

La più bella partita dell’ultimo quinquennio, martedì sera?
«Penso una delle più importanti, ma grandi partite ce ne sono state in questo periodo».

Cos’ha di particolare questo Napoli?
«L’organizzazione tattica, la corsa, la fame, la capacità di lottare e poi non ci arrendiamo mai. Se riusciamo a trovare noi stessi, non ce n’è per nessuno. Poi è inevitabile che si possa perdere».

C’è l’Inter alla porta…
«E sarà una gara complicata, però importantissima. Può aiutarci a fare il salto di qualità in campionato, ma prima bisognerà vincerla. E noi vogliamo riuscire a vincerla».

Si diceva una volta: il Napoli ha solo la Champions in testa…
«Si diceva. Però a Firenze abbiamo dimostrato che non era così e vorremmo ripeterci, per dare continuità ai nostri risultati. Il ritorno è lontano, ora dobbiamo concentrarci sull’Inter, lottare su ogni pallone per farcela».

Quante possibilità avete di accedere ai quarti di finale della manifestazione più importante?
«Vede che poi si finisce sempre per parlare di Chelsea…. Abbiamo due gol di vantaggio, ma sappiamo che dovremo fronteggiare una reazione: è normale, naturale. Non è ancora una sfida chiusa, ma intanto partiamo noi dal 3-1».

E per il terzo posto?
«Non faccio calcoli, non è nel mio stile. Io una sola cosa la posso garantire ed è il desiderio che avverto: riuscire a cogliere un trionfo, qualche trionfo, con la maglia del Napoli».

Mazzarri bestia nera di Ranieri: ecco i numeri a confronto


L'edizione odierna de Il Mattino ricorda che sono 10 gli scontri tra Mazzarri e Ranieri in qualità di allenatori. Si contano 6 vittorie di Mazzarri, 4 pareggi e nessuna vittoria di Ranieri: Mazzarri è uno dei pochi a non aver mai perso contro il tecnico romano dell'Inter ed è considerato la sua "bestia nera".

AVB: "Cacciarmi a che serve? Più continuità, meno fretta! Il gruppo..."


André Villas-Boas chiede fiducia per sé e per il suo Chelsea. Il suo appello a Roman Abramovich tramite la tv ufficiale della società londinese è chiaro e forte: "Può capitare di vivere una fase di transizione. Il Milan ha passato più di quattro anni senza vincere un campionato e ha ricostruito, ma sappiamo bene che la nostra battaglia è contro i risultati che non arrivano. E so bene che la situazione può precipitare. Una vittoria può ridarci quella fiducia che serve, ma allo stesso tempo è necessaria pazienza. Pressione? I tifosi hanno voglia di vincere, la società anche, io ho voglia di giocare subito il ritorno con il Napoli.

Ma questo senso di fretta non ci fa bene perché non rispetta i tempi, rispecchia una difficoltà reale. Cosa cambierebbe un avvicendamento in panchina, adesso? Ci deve essere sempre un senso di responsabilità verso chi gestisce il club, e i giocatori devono rispettarla. Devono entrare a far parte dell'ottica di cambiamento. I ragazzi sono stati eccellenti nel capire quanto sia importante aiutarsi a vicenda, servirà sicuramente del tempo ma tutti insieme possiamo ripartire. Sappiamo che abbiamo dei campioni e dovremmo fare meglio, ma questa è la realtà.

Forse in passato - prosegue AVB - non c'è stata pazienza da parte del club verso i tecnici. Il problema è che bisogna dare fiducia al progetto e al tecnico, altrimenti un clima di dubbi crea solo problemi. La continuità è necessaria. Il mio messaggio è chiaro: ho fiducia nei miei giocatori perché hanno capito la nostra sfida, ma una vittoria adesso ci serve".

Poi, una battuta sull'Inter: "Guardate cos'è successo all'Inter. Hanno finito per distruggere una squadra vincente che aveva portato a casa tre titoli in un anno solo con José Mourinho. Ovviamente vi è un impatto psicologico con i risultati, ma se non si costruisce qualcosa di nuovo si crolla", conclude.

venerdì 24 febbraio 2012

Cavani-Forlan, il duello tra uruguayani infiamma Napoli-Inter


NAPOLI — La vita scorre, le cose cambiano, a volte addirittura si capovolgono. È una legge naturale, che vige anche nel calcio. Dove può succedere che in appena un anno e mezzo le gerarchie vengano sovvertite, fino ad arrivare al passaggio di consegne. È la storia di tanti, ed è anche la storia di Diego Forlan e Edinson Cavani, amici da tempo, compagni di Nazionale, avversari domenica sera in occasione di Napoli-Inter al San Paolo per poi ritrovarsi con la Celeste in vista dell'amichevole di fine mese a Bucarest contro la Romania: 32 anni il nerazzurro, 24 il bomber di Mazzarri, che si appresta a diventare il leader della propria rappresentativa proprio a scapito di Diego. Basta tornare indietro fino a inizio estate del 2010 per capire quanto sia cambiato il vento. Forlan era titolare inamovibile del team di Tabarez ai Mondiali sudafricani, tanto da giocare la gara d'esordio là davanti in coppia con Suarez contro la Francia (0-0). Oscar Washington, che è una vecchia volpe, intuisce però le potenzialità di un tridente letale ma ‘equilibrato' grazie allo straordinario dinamismo del Matador, e decide di gettare il futuro azzurro nella mischia contro il Sudafrica (3-0 e doppietta proprio di Forlan), il Messico (1-0), nell'ottavo di finale con la Corea del Sud (2-1), nel quarto di finale con il Ghana (risolta ai rigori, Forlan ancora a segno), e nella finale per il terzo posto (ko per 3-2 con la Germania, a segno entrambi). La formula funziona alla perfezione, e Tabarez la ripropone in Copa America, l'anno scorso in Argentina, anche perché il Matador è reduce da una stagione straripante con la maglia del club partenopeo. Arrivano due pareggi per 1-1 con Perù e Cile, ed arriva l'infortunio di Cavani: distorsione al ginocchio e tira e molla a distanza tra De Laurentiis e i sanitari dell'Uruguay nel corso della torrida estate di Dimaro.

Arriva però, soprattutto, l'appannamento di Forlan, che segna due gol nella finale con il modesto Paraguay, è vero, ma senza far registrare acuti nel corso dell'intero torneo. Anche con la maglia dell'Atletico Madrid è in crisi: 28 centri nella stagione 2009-10, appena 10 in quella successiva. Inevitabile, comincia il sorpasso. Diego lo scorso agosto passa all'Inter e diventa protagonista involontario del pasticcio dell'estate: non può giocare in Champions fino a gennaio. Arrivano poi un paio di infortuni, e adesso che siamo quasi a fine febbraio si contano appena 11 presenze in campionato e un solo gol (appena un centro anche in Nazionale). Intanto Cavani vola: 32 presenze, 15 reti in campionato, 3 in Coppa Italia, 5 in Champions (una con la Celeste). Mercoledì Forlan era in campo per l'ennesimo ko interista, stavolta a Marsiglia, dove ha divorato un gol clamoroso. Il Matador il giorno prima aveva invece festeggiato il 3-1 del Napoli sul Chelsea con una rete e un assist. Morale della favola: i due si incontreranno domenica sera, ma con la consapevolezza che il passaggio del testimone sia vicino. Un altro indizio? Forlan non sarà titolare dopodomani. Lo sarà invece Cavani, con Lavezzi, e con Pandev a sostituire lo squalificato Hamsik, mentre scalpitano Grava, Dossena e Dzemaili. Che Mazzarri potrebbe far giocare al posto di Campagnaro, Zuniga e Gargano nella logica del turnover.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

"Cavani e Lavezzi non si passano il pallone? Eresia, Edinson non è Quagliarella..."


Una polemica sterile, assurda, che non esiste. Cavani e Lavezzi non solo si passano il pallone, ma si cercano anche con frequenza. Esempio? Il terzo gol del Pocho al Chelsea, Cavani serve l’accorrente Lavezzi che la mette dentro e il l’argentino, subito indica con il dito Cavani come a dirgli “il gol è tuo”. Insomma, non parliamo certo del rapporto Lavezzi-Quagliarella... il Pocho e lo stabiese davvero non si passavano il pallone e tutto era di facciata. Solo contro Chievo Lavezzi è tornato ad essere egoista, ma voleva il gol al San Paolo, che ha poi trovato in Champions con una doppietta.
Anche Claudio Anellucci, procuratore di Cavani, smentisce che tra i due attaccanti ci sia qualche frizione: “E’ una cosa che non sta né in cielo né in terra”. spiega l’agente a radio CRC. Per capire, però, quanto sia inutile il sospetto che tra i due attaccanti ci sia una voglia matta di entrare solo nel tabellino e non di mettersi al servizio della squadra, bastano i numeri: secondo voi Cavani avrebbe segnato tutti i suoi gol a Napoli senza Lavezzi che alle sue spalle salta l’uomo e gli serve il pallone? Il Pocho ha totalizzato, lo scorso anno, ben 12 assist, secondo nella graduatoria di serie A alle spalle di Cossu del Cagliari. Quest’anno, invece, i re degli assist in casa Napoli sono Hamsik e Maggio, ma solo perché Lavezzi è stato fermo per infortunio e nelle ultime gare Mazzarri gli sta chiedendo di giocare più vicino alla porta, come una classifica seconda punta e i risultati, in fase di realizzazione, si stanno già vedendo.

FCINTERNEWS - Ranieri rischiatutto a Napoli


Orgoglio, carattere ed esperienza. A queste armi aveva provato ad affidarsi Ranieri contro il Marsiglia. Non è bastato. Per l'attacco, il mister aveva deciso, tra lo stupore di tifosi e stampa, di mandare in campo Zarate e Forlan supportati da Sneijder. L'idea era quella di aspettare il Marsiglia e ripartire. Per questo Pazzini non era l'uomo giusto, mentre Milito non era al 100% per l'influenza. Contro il Napoli, Ranieri dovrà scegliere le frecce giuste per fare male a una delle squadre più in forma d'Europa.

Il Napoli infatti arriva galvanizzato dalla bella vittoria contro il Chelsea. Un 3 a 1 che lancia i partenopei verso il sogno quarti di finale e che esalta l'ambiente in vista di Napoli-Inter. Una partita storicamente difficile per i nerazzurri, che negli ultimi anni hanno portato via pochissimi punti dal San Paolo. Non una bella notizia per Ranieri, che si gioca tutto proprio a Napoli. Dopo la beffa di Ayew al 93', l'Inter non può più perdere: sono già 6 le sconfitte nelle ultime 7 partite. Per invertire la tendenza negativa, Ranieri sa che non si può più sbagliare.

Oggi in allenamento sono stati provati Forlan e Milito da una parte, Pazzini e Sneijder dall'altra. Il Principe ha recuperato: contro il Napoli ci sarà e vuole fare bene. Milito è uscito scuro in volto dal Velodrome, non ha preso benissimo l'esclusione nonostante non fosse al massimo. Con lui c'è un Diego Forlan che mercoledì ha sfiorato il gol, ha giocato bene ma non ha convinto al 100%. Ranieri potrebbe dargli ancora fiducia, perché crede nel Cacha, che martedì lo aveva accompagnato in conferenza stampa. Milito e Forlan quest'anno hanno giocato pochissimo insieme, ma sono molto amici anche fuori dal campo. Diego&Diego: Ranieri deve vincere e potrebbe affidarsi a questa coppia d'attacco per tenersi la panchina dell'Inter.

La difesa del Chelsea sotto accusa, ma Villas Boas la difende


Dopo i tre goal presi contro il Napoli, la stampa inglese è passata all'attacco, crocifiggendo la retroguardia della squadra inglese, in particolare la coppia formata da David Luiz e Cahill ma il tecnico dei blues, Andrè Villas Boas, non ci sta. L'allenatore lusitano ha spiegato ai giornalisti che, con Terry infortunato, va dato tempo ai due difensori per trovare affiatamento: "Al momento, sono loro la coppia difensiva. Ci vorrà un po' di tempo prima che trovino la perfetta sintonia - ha dichiarato Villas Boas -. Non è un problema di comunicazione, anzi. Cahill è un giocatore che in campo parla molto ed ha doti organizzative. Sono felice della sua prestazione contro il Napoli, è stato all'altezza quando è stato chiamato in causa".

FUORI CAMPO - L'esame di maturità del Napoli in Europa, prima parte superata


Il risultato di 3-1 a favore del Napoli, nella partita contro il Chelsea, sta stretto agli azzurri. In una valutazione oggettiva dell'economia della partita, alla squadra di Mazzarri manca almeno un'altra rete. Tra l'altro, il goal del Chelsea è scaturito da un infortunio difensivo dei partenopei: una rete che si poteva evitare con un po' di fortuna in più. Se Maggio avesse siglato il 4-1, a Stamford sarebbe stata poco più che una formalità. Invece, il Napoli dovrà andare a Londra e giocarsela, senza pensare al doppio vantaggio. Occorrerà segnare almeno un goal e resistere agli attacchi dei blues, consci che in terra inglese sarà un'altra partita. Sulla panchina del Chelsea, molto probabilmente, non ci sarà più Villas Boas. Il tecnico lusitano non pare godere più della fiducia di Roman Abramovich, patron del club. Il cambio della guida tecnica sembra oramai inevitabile per la squadra britannica dopo l'imbarazzante prestazione offerta al San Paolo. Il Chelsea è apparso allo sbando, con unadifesa colabrodo che non è riuscita a limitare le scorribande offensive del Napoli. E' stata solo la fortuna, mista ad alcune indecisioni degli azzurri sotto porta, ad evitare un passivo pesantissimo per Drogba e compagni. Neanche la rete di Mata è stata utile al Chelsea per trovare un po' di compattezza: il vantaggio degli inglesi, infatti, non ha infuso sicurezza alla formazione londinese. Nel corso della partita, la retroguardia dei Blues non ha mai dato l'impressione di contenere l'attacco azzurro che avrebbe potuto segnare anche cinque goal nella magica notte del San Paolo. E' finita con un secco 3-1 ed l'esame di maturità europea della squadra partenopea è superato, almeno per metà. Per poter considerare il Napoli come una formazione di caratura continentale occorrerà uscire indenni dalla trasferta londinese, evitando di dilapidare l'importante vantaggio costruito nella gara giocata a Fuorigrotta. Gli azzurri hanno le potenzialità adatte per riuscire nell'impresa ma dovranno prestare la massima attenzione alla fase difensiva, evitando di lasciare spazi a Drogba e soci. Prestare attenzione agli attacchi inglesi non significa giocare una gara prettamente di contenimento. Al contrario, il Napoli dovrà fare di tutto per tenere il pallone lontano dalla propria trequarti. Il Chelsea potrebbe soffrire il contropiede azzurro, favorendo la formazione di Mazzarri nella ricerca del goal che potrebbe fare la differenza nell'economia della qualificazione. Segnare una rete a Stamford significherebbe costringere il Chelsea a dover segnare tre reti solo per poter prolungare il confronto ai tempi supplementari. Cavani, Lavezzi e soci dovranno mettercela tutta per sfruttare con cinismo le occasioni che potrebbero presentarsi. Il Chelsea difficilmente riuscirà a risolvere le gravi amnesie difensive prima della gara di ritorno. Anche se Villas Boas dovesse lasciare, il nuovo tecnico difficilmente riuscirebbe a mettere a posto la retroguardia dei Blues in meno di un mese. Il Napoli, tra l'altro, ha segnato ben tredici reti nelle ultime sette gare europee giocate in trasferta, siglando sempre almeno un goal. Si tratta di numeri che permettono di nutrire più di una speranza di qualificazione della squadra azzurra: un traguardo storico per una squadra che sta crescendo sempre di più, abbattendo partita dopo partita il gap di maturità che la divide dalle migliori formazioni europee.

Venerato: "Aronica e Insigne rimangono, Fassone in bilico"

Ciro Venerato, collega della Rai, è intervenuto ai microfoni di Radio CRC: “Il Napoli è cresciuto sotto tutti gli ambiti: il DNA è importante e lotterà fino all’ultimo per un posto in Champions. Raggiungeremo la finale di Coppa Italia; ma cosa vogliamo di più? Il Chelsea e l’Inter sono speculari: entrambe a fine ciclo. Sul mercato sono state fatte nefandezze incredibili; soprattutto i milanesi hanno venduto Eto’o e Thiago Motta senza aver preso sostituti all’altezza.

Hanno preso Palombo che il Napoli ha rifiutato… La colpa è di Ranieri che non ha le idee chiare e non ha i calciatori adatti al proprio modulo. Si criticava Mazzarri; va bene criticare se si hanno motivazioni valide, ma quelle gratuite all’uomo no: lui è il capo dello spogliatoio e sa quando difendere il gruppo. Aronica? Resta a Napoli. Insigne è stato seguito dal Man Utd a Pescara, ma gli osservatori erano interessati anche a Verratti e a Capuano.

Bigon? De Laurentiis è soddisfatto dell’operato di Riccardo; più critico il rinnovo di Fassone che vorrebbe ulteriori deleghe. Salvatore Bocchetti? Prende cifre importanti; difficile vederlo a Napoli.”

Mazzarri: "Ecco il nostro segreto!"

Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Radio Montecarlo: "La forza del Napoli è il gruppo ed io mi attribuisco il merito di aver trovato i giusti equilibri e ad infondere la necessaria concentrazione a questa squadra meravigliosa per far fronte a tutti gli impegni. In tutti gli ambienti, quando vinci sei un fenomeno e quando perdi crolla tutto: Napoli è questo tipo di ambiente elevato alla massima potenza. Cerchiamo di dare sempre il massimo in ogni gara, cosa che facciamo da due anni a questa parte, ed abbiamo raccolto anche molte soddisfazioni sia in Italia che in Europa, non solo nell'ultima col Chelsea, ma in tutte le gare".

Ag. Lavezzi: "Il Pocho ama Napoli e De Laurentiis..."

Il procuratore di Lavezzi, Alejandro Mazzoni, ha speso parole rassicuranti sulla prossima stagione del giocatore ai microfoni di Crc: "Il presidente De Laurentiis vuole Lavezzi a Napoli, non si può parlare del futuro perchè ci sono tante condizioni da valutare". Le dichiarazioni arrivano il giorno dopo lo spettacolo degli azzurri in Champions, di cui l'attaccante è stato protagonista. "Il Pocho ama Napoli. Non ha senso parlare oggi di mercato".

Non ha dubbi sulla condizione del suo assistito: "Lavezzi sta bene a Napoli ed ha un bel rapporto sia con la società che con i calciatori. Non credo che il presidente azzurro abbia problemi con la clausola rescissoria, comunque se dovesse nascere una qualsiasi problematica se ne discuterà con la società e con il ragazzo e si prenderanno le decisioni più giuste".

Alejandro Mazzoni ha commentato anche la vittoria del Napoli e la prestazione di Lavezzi contro i Blues di Villas Boas: "Per i due gol del Pocho contro il Chelsea sono stato contentissimo ma l'importante è che il Napoli abbia disputato una bella prestazione. Cavani ha fatto gli assist e Lavezzi ha fatto i gol. Edinson ha fatto una bella partita, ma tutta la squadra azzurra ha fatto il suo lavoro. Il Napoli ha subito un gol ed ha reagito alla grande. La squadra di Mazzarri è davvero forte". Mazzoni ha speso parole di elogio per il mister che "ha avuto un ruolo importante nella maturazione di Lavezzi. Il mio assistito ha un'età che gli permette di stare tranquillo, è in un ottimo momento sia come calciatore che come uomo".

Il procuratore, in ultima battuta, ha spiegato quale secondo lui è la chiave del successo: "L'affiatamento dei giocatori è l'arma in più del Napoli, la squadra azzurra ha un potere importante in attacco e l'allenatore è bravo a gestire lo spogliatoio. Oggi il Napoli è un gruppo forte".

Fonte: SportMediaset.it

VIDEO - "Il più bello dei regni", Napoli-Chelsea: 3-1 by XG1

Arrivano i mai teneri londinesi in riva al golfo e Napoli li accoglie nella catino di Fuorigrotta, nel posto in cui la Champions League ha trovato dopo 20 anni un marchio di fabbrica tutto "made in Naples": il ruggito del "San Paolo" sale sempre più in alto e fa tremare il cielo. Partenope sublime respinge l'attacco della perfida Albione e Napoli affascina tutta l'Europa. Comunque vada, l'onore è salvo.

IL MATTINO - Anche il Napoli rischia il deferimento: per acquisti Lucarelli e Cigarini

C'è anche il Napoli, oltre a Atalanta, Juventus, Bologna, Genoa e Parma, tra le 6 società di Serie A deferite dal Procuratore Federale Palazzi nell'ambito dell'inchiesta sul trasferimento di alcuni giocatori. I deferimenti riguardano anche 15 dirigenti, 10 calciatori e 23 agenti. Il club rischia solo un'ammenda per due casi. Per responsabilità diretta per le azioni poste in essere dall'ex dg Marino, che all'epoca dei fatti diede mandato a Marcello Bonetto per la conclusione del contratto con Cigarini, conflitto di interessi perché Bonetto fa parte della stessa scuderia di Bia, agente di Cigarini. Deferito anche Lucarelli (ammenda o breve squalifica) e, per responsabilità oggettiva, il Napoli perché l'attaccante nel passaggio in azzurro si è avvalso dell'opera dell'agente Pallavicino pur non avendogli conferito alcun mandato scritto con i moduli Figc. Entro due mesi si pronuncerà la Disciplinare.

Fonte: Il Mattino

IL MATTINO - Cavani vicino ad avere la media-goal più alta della storia del Napoli


Dopo sette anni a Napoli l'ex pibe de oro si è "fermato" a una media di 0,44 gol a partita (ed è settimo nella classifica generale del rendimento dei bomber azzurri). La Edi-mania impazza ancora, dopo la doppietta contro la Fiorentina e la rete ai Blues, che arriva al termine di quaranta giorni mostruosi: doppietta all'Inter in Coppa Italia per un totale di 9 gol nelle ultime 11 partite. La somma delle realizzazioni di questa magnifica stagione di Cavani fa spavento pensando che il fenomeno uruguaiano ha appena 25 anni: il totale fa 23 reti in 32 partite ufficiali. Ne ha segnate 15 in serie A, 5 in Champions e 3 in Coppa Italia. Cavani c'è sempre. Non ha battute a vuoto, non si stanca, non ha bisogno di turnover. Va in campo e fa sempre il suo dovere, che è quello di far vincere il Napoli. Da un anno e mezzo ci riesce in pieno: per questo, nonostante la tentazione, Cavani non salterà neppure la gara di domenica sera contro l'Inter. Anche perché, fin da ieri, Walter Mazzarri ha spiegato ai suoi ragazzi che il miglior modo per arrivare a Stamford Bridge è giocare al massimo e vincere in campionato (e in Coppa Italia). E per farlo occorre piazzare lì davanti a tutti il Matador. Il tridente inoltre perderà un pezzo: Hamsik è squalificato e, giocoforza, Pandev ritroverà una maglia da titolare che in campionato non indossa dalla trasferta di Genova. Cavani è ormai una certezza. In un anno e mezzo ha messo in fila quelli che fino ad ora erano dei semi-dio qui a Napoli: stracciate le percentuali realizzative di Altafini e Cané, ridotte a poca roba persino le media-gol di Careca, Giordano e Carnevale. In pratica, dopo un anno e mezzo è a metà strada dal record di realizzazioni di Maradona (115 gol). Se continua così a maggio del prossimo anno potrebbe esserci l'incredibile sorpasso. La vera sfida che attende il Napoli, adesso, è quella di non cadere nella tentazione di correre con la mente già alla notte col Chelsea, già calamitato dal fascino della sfida che non lascia scampo. Ed è per questo che non ci saranno stravolgimenti nella formazione che Mazzarri prepara per il posticipo di domenica sera. Non solo perché anche i nerazzurri saranno stanchi (e delusi) dall'impegno infrasettimanale in Champions (avranno, per di più, 24 ore di riposo in meno) ma anche perché, in cuor suo, il tecnico del Napoli al terzo posto non ha rinunciato. E per farlo intendere anche alla squadra, manderà in campo la formazione migliore. Quella che incarna, rinfrescandola, la miglior tradizione del contropiede che sa colpire, con le volate di Lavezzi, i tagli profondi di Cavani, gli incroci e le stangate di Hamsik, Inler o Gargano. Il percorso del Napoli rappresenta un modello alternativo al calcio degli sceicchi, anche se De Laurentiis non è povero e di soldi nel club ne ha messi tanti, rinunciando soprattutto a vendere: Cavani è proprio uno di quei gioielli senza prezzo che "il gioielliere" geloso del suo scrigno non intende dare via. Per nulla al mondo. Anche se i rumors dei tabloid inglesi, nelle ultime ore si sono scatenati come al solito. L'ultimo assalto è, in ordine, del Chelsea per Lavezzi, del Manchester Utd per Hamsik e del City di Roberto Mancini per Cavani. I napoletani del mondo intero pensano solamente alla Champions League ma il Napoli no, il Napoli e Mazzarri devono far finta che il campionato e il terzo posto siano ancora una creatura viva e vegeta.

Fonte: Il Mattino

REPUBBLICA - Napoli, ecco i possibili ballottaggi per l'Inter


Da oggi si aprirà il capitolo relativo alla formazione. Sotto osservazione il tridente. Hamsik è squalificato, Pandev è la soluzione più scontata: il macedone ha il dente avvelenato contro il suo passato. L'altra soluzione è Dzemaili, mossa tattica per aiutare Inler e Gargano in fase di copertura. Due possibili ballottaggi: Campagnaro o Grava in difesa, Dossena o Zuniga a sinistra.

Fonte: Repubblica

Lavezzi, il Man City torna alla carica: emissari di Mancini a Napoli martedì, offerta di 15 milioni

Secondo il portale voetbalkrant.com, il Manchester City proverà di nuovo a strappare Lavezzi al Napoli. In occasione della sfida di Champions League contro il Chelsea - si legge - erano presenti al San Paolo alcuni emissari del City, inviati da Mancini per osservare da vicino l'argentino. Già l'anno scorso i Citizens avevano tentato di acquistare Lavezzi, ma il Pocho aveva preferito rimanere a Napoli. Anche se Lavezzi ha una clausola di rescissione di 31 milioni di euro, l'offerta non dovrebbe superare i quindici milioni.

VIDEO - Napoli vs Chelsea 3-1 from Napoli club New York, che spettacolo!

VIDEO IRONICO - Torres fa gol al Napoli: V.-Boas, Barça, Real e 'gemelli Derrick' a bocca aperta, ma è solo un sogno


L'attaccante spagnolo va in rete contro il Napoli, ma si scopre che non è avvenuto realmente...

giovedì 23 febbraio 2012

Bruscolotti: "Cederei la fascia di capitano a Lavezzi"

Beppe Bruscolotti, ex colonna della difesa azzurra all'epoca del primo scudetto del Napoli, ha parlato ai microfoni di Marte Sport Live ed ha raccontato l'emozionante serata vissuta ieri davanti la tv:
"Ho visto la partita a casa di amici. Grande Napoli, grande sfida, è stato tutto molto bello. Al mio ristorante c'è stata una festa eccezionale in concomitanza con il Carnevale. La baldoria è stata immensa."

L'ex capitano azzurro ha commentato anche la prestazione di Cannavaro dopo l'errore che è costato il gol di Mata:
"Ha avuto carattere. L'errore ci può stare, non si è abbattuto. Si è rialzato."

Chiusura su Lavezzi e sulle prossime partite:
"La fascia di capitano a Lavezzi? Io personalmente gliela cederei, come feci all'epoca con Diego Maradona. Credo che il Napoli possa fare male al Chelsea anche a Stamford Bridge, ma non bisogna distrarsi. L'Inter? Ora bisogna affrontare una partita alla volta."

Castelvolturno, 23 febbraio: partitella per Vargas


Seduta pomeridiana per il Napoli a Castelvoturno. Gli azzurri preparano il match di domenica sera con l'Inter al San Paolo per il posticipo della sesta giornata di ritorno di Serie A. Allenamento atletico e lavoro tecnico tattico. Chiusura con partitella in famiglia alla quale ha partecipato anche Vargas. Domani seduta pomeridiana.

Fonte: SSC Napoli

TABELLA - Dal Panionios al Chelsea, gli Euroincassi di De Laurentiis: cifre da capogiro!


Quanto vale l’Europa? Il cassiere del San Paolo ha fatto i conti: 18.315.651euro. È l’incasso delle notti magiche del San Paolo, quelle che hanno portato 548mila persone allo stadio in dodici partite dall’Intertoto alla Champions League. Che si giochi con gli albanesi del Vllzania oppure conimegamiliardaridiManchester City o del Chelsea poco importa. Napoli quando sente odore di Europa risponde sempre presente. Curioso il fatto che una delle partite che ha avuto più seguito di tifoseria a Fuorigrotta, dietro soltanto Bayern Monaco (60.074) e Manchester City (57.575), sia stata contro i greci delPanionios, con un gol di Hamsik cherisolse l’incontro dopo il successo conquistato per 3-0 all’andata. Voglia di gol europei datati26 luglio 2008 con 54mila persone allo stadio.Era dal 6 dicembre del1 994,tredici anni e sette mesi prima,che il SanPaolo non apriva ibattenti per una sfida internazionale. La sconfitta con l’Eintracht sancì la fine dell’epoca d’oro e l’avvio di un declino che sei anni dopo avrebbe portato al fallimento del club.Un disastro finanziario dopo anni di grandi difficoltà soprattutto perché allora il calcio non godeva degli enormi flussi di danaro elargitiin questi anni dalle pay tv per acquisireidirittisulle partite

Mercato nero Al mercato nero per quella storica partita contro i greci curve anche a 50 euro. Un Napoli travolgente che vi definire la sua prima avventura contro l’ostacolo Benfica battuto 3-2 al San Paolo per un incasso allora record di poco più di un milione e mezzo di euro. I tifosi per quella occasione ritrovarono anche le curve aperte dopo i tre turnidi chiusura imposti dal giudice sportivo per i fatti di Napoli-Roma.Sicominciò anchea saggiare la dura legge dell’Uefa. «Attenzione alle multee d aifumogeni» il mantra dell’allora direttore Pierpaolo Marino per unSan Paolo che ribolliva di passione. Nel match di ritorno Yebda e un’atmosfera che fece remare legambe ad un Napoli giovane virgulto del panorama europeo, sancirono l’addio allo scenario continentale.Altro match da incasso capogiro contro ilLiverpool.Si giocò il 21 ottobre del 2010 e scalzò il record del Benfica. L’asticella arrivò poco sotto i due milioni non riuscendo a valicarla e fermandosi a quota 1.903.760. Prime polemiche sui prezzi. I reds valevano dai23 euro incurva ai150 intribuna d’onore ma tant’è. In quella stagione il Napoli staccò 11.820 abbonati e ben undicimila fecero valere la prelazione.Accoltellati in via Mezzocannone e caos totale al ritorno ad «Anfield Road» con la polizia che tenne a bada, spesso anche andando oltre il proprio compito,tantissimi tifosi del Napoli che erano giunti a Liverpool senza biglietto. Altro assaggio d’Europa. Non si parte senza tagliando. E poi gli incassi dei record, uno dopo l’altro, della Champions League che in quattro partite ha portato a DeLaurentiis quasi 10 milioni di euro (9.735.059). Prima il Villarreal con 46.000 spettatorie 1,6 milioni, poila partita con il Bayern arrivata a 2,5 milioni, quella con il City da 2,4 milioni e il recorddeirecord stabilito contro il Chelsea e 52.000 spettatori chehannofatto sfondare il muro dei tre milionidi euro.

Ospedale Cardarelli, effetto Lavezzi: svuotato il Pronto Soccorso!

L'ultimo miracolo del Napoli di De Laurentiis: la squadra allenata da Mazzarri è quasi un balsamo per le malattie, non le guarisce del tutto ma almeno le ritarda, non le fa scomparire, ma le posticipa al triplice fischio dell'arbitro. Dev'essere così se al Cardarelli, il più grande ospedale del Sud, scopriamo che generalmente, durante le partite degli azzurri, non si verificano ricoveri al Pronto Soccorso o comunque molto meno della media. A svelarlo è il facente funzioni di primario Vincenzo Piedimonte: "Sembra impossibile, ma anche martedì sera, durante la partita di Champions contro il Chelsea, al nostro Pronto Soccorso non sono stati registrati accessi già da due ore prima della partita. Incredibile a dirsi, ma non abbiamo registrato alcun ricovero".

Il miracolo Mazzarri si verifica con una certa frequenza, in occasione delle partite del Napoli, e non soltanto di quelle europee, ma anche di quelle di campionato. "In queste occasioni – continua Piedimonte – risulta ancora più chiaro quanto il pronto soccorso sia spesso utilizzato dai pazienti come un semplice ambulatorio. Spesso si viene qui senza una reale urgenza, quando si ha bisogno, per esempio, solo di un elettrocardiogramma".

E così, anche martedì sera, il reparto ha registrato un solo ricovero, per un caso di infarto, peraltro assistito con efficienza e puntualità da parte del personale in servizio, che invece è immune agli effetti del tifo azzurro: "La partita sì, ma prima vengono i pazienti", dicono gli infermieri. Ma è davvero possibile che il team capitanato da Mazzarri riesca a ritardare le malattie? Prova a darne una spiegazione il medico omeopata Antonio Manzi, tra i fondatori del Te Diegum, storica associazione pro-maradoniana nata nel 1991 su iniziativa di alcuni intellettuali tifosi del Pibe de Oro. Manzi, grande tifoso azzurro, segue da anni la squadra al San Paolo, abbonato in Tribuna Nisida insieme agli amici del Te Diegum. Ha operato per diversi anni presso l'Ospedale di Castellammare di Stabia e ricordando i suoi trascorsi, si trova d'accordo con quanto affermato dal dottor Piedimonte. Anche lui si sofferma sull'utilizzo eccessivo del Pronto Soccorso da parte di pazienti che spesso si rivolgono alle strutture ospedaliere per malesseri che potrebbero essere tranquillamente curati presso le proprie abitazioni. "Ogni volta che ho lavorato in ospedale mi sono reso conto che, in occasione di partitissime, si cerca di godersi i momenti di festa, e allora i ricoveri e i consulti crollano, diventano pleonastici, ci si pensa dopo, perché durante esiste solo la passione e il tempo dello spettacolo. Questo la dice lunga su quelle che sono, oggi, le modalità di utilizzo delle strutture di primo soccorso, su cui si potrebbero riempire pagine e pagine". Manzi aggiunge che, in occasione delle partite del Napoli, è come se si rimandassero i malanni al novantesimo minuto: "Le emozioni positive che ci fa vivere la nostra squadra – dice – sono talmente grandi da impedire l'insorgere di piccoli malesseri". Ci sarebbe dunque un motivo in più per tifare Napoli: la possibilità, durante i novanta minuti della partita, di dimenticarsi di dolori grandi e piccoli e vivere esclusivamente l'unicità del momento.

Fonte: Il Mattino

Frustalupi, il tattico normal two: vincente in panchina


Se Mazzarri studia da "special one", Frustalupi è l'aspirante "normal two". Il figlio dell'indimenticabile mezz'ala della Lazio Mario ha vissuto martedì una serata da protagonista, ma lui è più un anti-personaggio. Schivo, riservato, leale e dalla parlantina toscana, è considerato una vera e propria "bibbia" del calcio, conoscendo in ogni più piccolo dettaglio vizi e virtù di tutte le squadre ed anche di ogni singolo calciatore. Studioso del calcio, dedito al lavoro, devoto a Mazzarri che nel 2002 lo ha plasmato a Pistoia, trasformandolo da addetto al marketing a tattico molto preparato. Nella Reggina era osservatore, alla Samp nello staff tecnico, a Napoli la promozione a vice.

Sfortunata la carriera di calciatore esauritasi nella periferia del calcio, senza sentire il peso del cognome, semmai la pesante assenza di Frusta, scomparso quando Nicolò aveva 13 anni. "Lui era il mio mito e lo è ancora", ha detto in vecchie interviste. "Ho provato a fare il calciatore, ma non ho il talento di mio padre e ho chiuso a 23 anni. Lui ha smesso quando ne avevo 5 e mi diceva sempre di usare il sinistro", ha ribadito Nicolò, destro morbido come i calciatori del Napoli apprezzano in qualche partitina. È il delfino di Mazzarri, ma più che un vice è un secondo allenatore. Ha iniziato visionando per ore e ore i video delle squadre avversarie per riferirne tutti i segreti, ora detta tattiche, studia schemi su palla inattiva e segue la fase difensiva come alter ego di Mazzarri. "Devo tanto a lui, mi sta insegnando molto, gli do ancora del lei", ha riferito Nicolò qualche tempo fa.

Mazzarri si fida totalmente e di lui dice: "Diventerà un grande allenatore, è più bravo di me, ha idee innovative". Tra di loro c'è simbiosi, sintonia, la stessa dedizione totale al lavoro, l'identica visione del rapporto con i calciatori. Frustalupi e Mazzarri passano ore e ore nello studio di Castelvolturno a visionare dvd, Nicolò arriva prima di Walter e va via dopo. Spesso Frustalupi gli propone schemi su foglietti e sulla cartellina che solo lui e Walter possono toccare. Antipersonaggio per definizione, della sua vita privata si sa poco. È diplomato geometra, vive con la compagna napoletana nei pressi di Lucrino. Ama innanzitutto il calcio, quasi sempre veste in tuta, ha legato con Nunzio Papale, preparatore dei portieri. Nicolò, nato a Genova nel 1976 (la mamma Carla è tifosa della Samp), una sorella (Francesca) è toscano d'adozione. Martedì ha diretto alla perfezione la squadra contro il Chelsea: era teso ma sicuro di sé e ha dispensato mezzi sorrisi a fine gara poi è rimasto in silenzio e il microfono è andato a Mazzarri. Ieri è tornato, volentieri, in secondo piano, lavorando in campo e studiando l'Inter. Per ora si gode, con piacere e riservatezza, la controcopertina dopo la vittoria sul Chelsea. E solo in via accessoria è da considerarsi un talismano: con lui il Napoli ha sempre vinto. Contro lo Steaua e col Parma prima dei Blues, ma anche negli spezzoni con Fiorentina (nel 2009) e contro il Villarreal a dicembre quando Mazzarri è stato espulso. "Con lui vinciamo sempre- ha scherzato Lavezzi – Mazzarri non deve più venire". Lo Stamford Bridge fa meno paura.

Fonte: Il Mattino

Una poesia per il Napoli

T’amo.
T’amo perché sei immenso,
t’amo perché sei diverso.
Non t’amo solo quando mi sei vicino
perché sei con me nel primo pensiero del mattino,
non t’amo solo quando mi regali emozioni
ma anche quando ci sono delusioni.
Sei grande nelle tue piccolezze.
T’amo nella tua autenticità,
nella tua diversità.
Non sei come gli altri,
con te ogni giorno è adrenalina pura,
passione estrema,
follia eterna.
T’amo ogni giorno, ogni istante,
mai smetterò di farlo,
mai avrò paura di perderti,
mai potrò morire di gelosia per te
se anche gli altri ti amano come me.
Consapevole di dividerti con altra gente.
Il solo amore sincero che possa avere,
t’amo per il tempo che mi dedichi,
per la tua solarità,
la tua spontaneità,
t’amo per come colori la mia città.
T’amo semplicemente perchè sei il mio
NAPOLI!
Immacolata Beninato