sabato 24 marzo 2012

FINALE COPPA ITALIA - Ecco quanti biglietti ci saranno per ogni squadra!

Lunedì 2 aprile potrebbe essere il giorno giusto per far scattare la vendita dei biglietti dell'attesissima finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus, in programma il prossimo 20 maggio allo Stadio Olimpico di Roma. Già ieri, infatti, come riferisce Il Mattino i direttori generali delle due società, Marco Fassone e Beppe Marotta, si sono riuniti nella capitale per fare il punto della situazione.

Dal momento dell'apertura delle vendite sarà garantita una prelazione per tutti i possessori della Tessera del Tifoso. Le scorte riservate alle due società saranno di 30000 tagliandi a testa. Essendo i possessori della Club Azzurro Card ben 45000, è anche possibile che i biglietti riservati ai tifosi del Napoli vadano esauriti nella sola fase di prelazione.

Per quanto riguarda la ripartizione dei settori, invece, alla tifoseria partenopea dovrebbero essere riservati la Curva Nord, i Distinti Nord e la Tribuna Monte Mario lato Nord, mentre ai tifosi juventini sarebbero assegnati la Curva Sud, i Distinti Sud e la Tribuna Monte Mario lato Sud.

Per il costo dei tagliandi, invece, dovrebbe registrarsi un ritocco verso l'alto, con le Curve e i Distinti che andrebbero a costare 30 euro, esattamente 100 euro in meno rispetto al prezzo della Tribuna Monte Mario.

VIDEO - Coppa Italia, Juventus-Napoli: trailer della supersfida!

Appuntamento allo stadio Olimpico di Roma, domenica 20 maggio, alle 20,45. Sarà una finale di Coppa Italia dai grandi numeri e dai grandi contenuti: Juventus-Napoli.


venerdì 23 marzo 2012

Ag. De Sanctis e Giuseppe Rossi: "Ecco cosa chiede Morgan. Rossi al Napoli? Non lo escludo, anzi..."


ederico Pastorello, agente tra gli altri di Morgan De Sanctis e Giuseppe Rossi, è intervenuto nel corso di Radio Goal, su Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da AreaNapoli.it: "Il desiderio di Morgan è di rimanere a Napoli ma non vuole restare in scadenza di contratto perchè ha bisogno di essere tranquillo. De Sanctis ha la necessità di essere sereno. Aspettiamo un segnale da parte della società. Quando sarà finita la stagione ne riparleremo. Finora non abbiamo parlato di nulla con il Napoli, nè sotto l'aspetto economico nè sulla durata contrattuale. Rossi a Napoli e cessione di Lavezzi? Non posso escludere nulla, anzi. Credo che rispetto all'anno scorso ci siano molte più possibilità che Giuseppe vada via dal Villarreal e il Pocho ha una clausola rescissoria".

LA SVOLTA - Maradona, il suo legale: "Diego può tornare in Italia anche domani, è un uomo libero!"

A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Angelo Pisani, avvocato di Diego Maradona “Stamattina ho effettuato un controllo in commissione tributaria della documentazione e non c’è nessuna esecuzione nei confronti di Maradona. Non esiste alcuna intimazione di pagamento per cui se vuole può tonare in Italia da uomo libero senza subire alcun pignoramento. Questa situazione resterà tale fino alla fine del processo che inizierà il 5 aprile. È successo che Equitalia non ha fatto più nessuna azione esecutiva e non ha proposto più nessuna intimazione oltre a parlare sui giornali di questo presunto debito perché si è accorta che non esistono i presupposti per procedere nei confronti di Maradona. Nel 1994 il calcio Napoli insieme a Careca ed Alemao impugnò l’accertamento della Agenzia delle Entrate che voleva smascherare un’attività fiscale fatta da Ferlaino. In primo grado il calcio Napoli perse il ricorso ma in grado di appello Napoli, Maradona e Careca vinsero nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e i giudici stabilirono che non c’è mai stata nessuna evasione fiscale. Anche gli accertamenti fatti dalla Agenzia delle Entrate sono nulli. Gli stessi giudici nella sentenza dicono che ciò vale anche per Maradona. L’unica colpa è che Maradona non fece ricorso perché non ebbe la notizia di quell’accertamento. Questa sentenza è stata sempre tenuta nascosta, perché forse qualcuno non l’aveva accettata. Io mi sono intestardito, l’ho cercata, l’ho trovata l’abbiamo presentata ai giudici, notificata ad Equitalia e ad oggi loro sanno che esiste questa sentenza e da qui la possibilità di Maradona di arrivare in Italia da uomo libero ed aspettare la sentenza sul processo. Anche in sede penale in questa sentenza i giudici hanno assolto Maradona per non aver commesso il fatto ha quindi una doppia assoluzione sia dalla giustizia tributaria che dai giudici penali. C’è quindi un’assenza di responsabilità nei confronti di Maradona che può tornare a testa alta in Italia. E’ importante che i cittadini capiscano che Maradona non sia mai stato evasore fiscale. È successo che Equitalia che è una società nata nel 1995-1996, ha trovato questo dato nel computer perché Maradona non aveva impugnato l’accertamento, e quindi Equitalia ha poi costruito gli avvisi di mora ma ad oggi non esiste né la responsabilità di Maradona, né l’accertamento dell’azione esattoriale nei confronti di Maradona. Ho sentito stamani Diego per comunicargli la novità e gli ho anche mandato la sentenza via mail e credo che verrà in Italia anche prima di maggio perché è un uomo libero e può venire quando vuole, deve solo decidere quando. Alla mia notizia, lui ha pensato subito a comunicarla alle figlie. Gioiva, rideva ed è stato molto contento di questa notizia”

Zuniga, il nuovo "titolarissimo" del Napoli. Mazzarri. "Da quando alleno qui mi ha dato più soddisfazioni di tutti"


Juan Camilo Zuniga ha messo la freccia ed ha ormai superato Dossena nelle gerarchie di Mazzarri. Il dodicesimo uomo, dunque, è diventato un "titolarissimo" a tutti gli effetti ed ora che Christian Maggio sarà costretto a marcare visita, con il Catania potrà traslocare nuovamente sull'amata fascia destra. Ormai il colombiano è abituato a tagliare il campo in orizzontale, ma per fortuna del Napoli è in grado di garantire uguale rendimento su entrambe le fasce.

Continuo. È per questo motivo che in stagione ha già collezionato 34 presenze in stagione, di cui ben 26 dal primo minuto. Numeri che certificano la stima di cui gode da parte dell'allenatore azzurro: "Debbo tutto a Mazzarri - ripete in continuazione Zuniga -, quando lui è arrivato io non stavo attraversando un buon periodo. Mi ha dato fiducia e cerco di ripagarlo sempre nel migliore dei modi". C'è riuscito quasi sempre e così rispetto ai vari Dzemaili, Pandev, e Britos è stato l'unico panchinaro a scalzare uno dei "titolarissimi" di inizio stagione. Merito, innanzitutto, della sua duttilità tattica. Talvolta, infatti, nell'ambito dei 90' Mazzarri lo ha addirittura utilizzato in tre ruoli diversi, arrivando sia a spingerlo in avanti come terza punta che persino a schierarlo in mediana (come nel finale di gara contro il Cagliari) per agire da interno. Zuniga rappresenta per il tecnico azzurro il soldatino più affidabile dell'intera compagnia.

Fiducia. Non a caso, Mazzarri ha detto in passato: "È il giocatore che mi ha dato maggiori soddisfazioni da quando siedo sulla panchina del Napoli perchè è quello che più di tutti ha fatto progressi". Anche in zona gol, dove sembrava davvero difficile che Zuniga potesse ergersi a protagonista. "Quando segnerà, farò invasione di campo", scherzò Mazzarri anche per stimolare il colombiano. Così, nella passata stagione "Zuni", come lo chiamano nello spogliatoio, ha segnato due reti entrambe importantissime. La prima proprio contro il Catania, che si ritroverà di fronte domenica. Una prodezza da tre punti, decisiva in chiave Champions League almenoquanto quella del 5 maggio 2011 con l'Inter che decretò il terzo posto in classifica per gli azzurri. Lo stesso obiettivo che il Napoli insegue adesso, insieme ovviamente alla Coppa Italia. Soltanto dopo averli centrati entrambi, si potrà pensare al futuro.

Richieste. In chiave mercato, Zuniga è uno dei giocatori azzurri più richiesti: piace in Spagna e in Inghilterra, specie dopo essersi ben disimpegnato in campo internazionale. Peccato solo che contro il Chelsea si è visto respingere da Cech il tiro del possibile 2-2, che avrebbe in pratica qualificato il Napoli ai quarti di finale. Adesso, Zuniga ha un debito da saldare: riportare il Napoli in Champions, proprio come ha fatto lo scorso anno. Il Catania è avvisato.

Fonte: Gazzetta dello Sport

Napoli-Catania, in Dzemaili e Grava o Fernandez...

Il bollettino medico di giornata è un inno alla spensieratezza e nel bel mezzo d’un tour de force del genere, il minimo che ti possa capitare è ritrovarsi con mezza squadra muscolarmente affaticata: succede ad Hamsik e aGargano, a Lavezzi e Campagnaro e a Cavani, ma la spia rossa è spenta e non c’è preoccupazione sparsa in giro; solo il vago sapore di turn-over, peraltro inevitabile ma non ancora ipotizzabile. A naso, Dzemaili è un titolare in pectore con il Catania: pure contro il Siena ha dimostrato di aver gamba e testa, e Gargano ha bisogno di rifiatare per ritrovare la verve migliore. L’idea Fernandez è di nuovo praticabile, ma se Gravarecupera e Campagnaro sente il bisogno di fermarsi un po’, avendo il Catania uomini di passo breve….
FONTE: CORRIERE DELLO SPORT

De Laurentiis: "PSG? I tre tenori restano a Napoli"

Aurelio De Laurentiis si tiene stretto i suoi gioielli, protagonisti di una grande stagione. Cavani, Lavezzi e Hamsik, tutti e tre nel mirino del PSG, non si muovono da Napoli. Lo dice forte e chiaro De Laurentiis a una radio francese, come riporta BundesLigaPremier.it: "Ogni anno, da quando sono in Serie A, ci sono commenti di giornali, TV e radio sui nostri giocatori, soprattutto su Lavezzi, Hamsik e Cavani. Ma non ho mai visto nessuno. L'unica persona che ha bussato alla mia porta è stato Massimo Moratti quattro anni fa. Mi ha chiesto se potevo vendere Hamsik, ma ho rifiutato. E' tutto".

De Laurentiis continua: "Non venderemo Lavezzi, Hamsik e Cavani. Poi se partissero difficilmente si adatterebbero subito al nuovo club. Prendiamo Lavezzi: se dovesse arrivare a Parigi, non è detto che abbia le stesse prestazioni che ha a Napoli. Questo potrebbe essere un problema. Leonardo? Non lo conosco di persona, mi piace il suo modo di comportarsi, ha una grande esperienza e classe. Lancio stasera l'idea di un'amichevole tra Napoli e PSG, andiamo noi a Parigi o vengono loro a Napoli".

Marchetti sulla finale di Coppa Italia: "A confronto due progetti e due tra i migliori allenatori"


Nel suo editoriale per TuttoMercatoWeb.com, il giornalista Sky, Luca Marchetti, parla della sfida tra Napoli e Juve per la conquista della Coppa Italia, vista anche in chiave "progetto di crescita". Ecco quanto evidenziato da AreaNapoli.it: "Quando la Coppa Italia conta. Perchè, al di là delle frasi fatte, porti a casa un trofeo. Perchè da una parte cominci a vincere, dall'altra continui a crescere ogni anno sempre più. Non è una consolazione e sarà ancora una bellissima partita (dopo quelle di questi giorni), fra due dei migliori allenatori in Italia. Ecco perchè a Napoli hanno paura che glielo portino via Mazzarri. Il progetto di De Laurentiis continua. Il terzo posto in campionato è a portata di mano, si può mettere qualcosa in bacheca dopo i complimenti in Europa. Dopo sarà meno difficile (anche per gli stessi giocatori) resistere alle tentazioni che arriveranno (perchè arriveranno) dal mercato. A Torino invece continuano a sondare l'umore di tutte le punte di valore internazionale. Per il momento non si stringe, ma meglio avere la situazione sotto controllo. Perchè la punta è la priorità (riscatto di Borriello o meno) , ma senza dimenticare che per diventare davver grandi serve un difensore altrettanto importante e un'alternativa (non necessariamente con le stesse carateristiche) a Pirlo. Soldi ce ne sono, altri ne arriveranno non solo dall'Europa, ma anche dalle cessioni (che anche quest'anno impegneranno Marotta e Paratici). Insomma i due progetti continuano, con la consapevolezza di continuare ad investire".

L'allarme di Mazzarri: "Sono preoccupato, abbiamo un problema". Intanto per Maggio...


NAPOLI - Il risveglio di Napoli è dolcissimo. La finale di Coppa Italia è un traguardo che fa gonfiare il petto a tutti gli appassionati che già sognano la sfida del 20 maggio contro la Juventus. Procurarsi un biglietto per l'Olimpico sarà la prima vera impresa considerando che la domanda è davvero impressionante. Non resta che aspettare le decisioni della Lega e nel frattempo godersi le immagini di una vittoria sofferta e per questo ancor più bella. Mazzarri ce l'ha ancora stampata nella testa: "Sono ancora molto stanco - dice a Sky - spero di riposare nel pomeriggio, l'altra sera abbiamo speso davvero tanto. Voglio ringraziare i nostri tifosi, ci hanno aiutato a conquistare un risultato importante". Adesso l'atto conclusivo della manifestazione tricolore: "Disputare la finale sarà fantastico, ho già provato questa emozione con la Sampdoria, è qualcosa di unico". Mazzarri affronterà Conte. "Mi ricorda me ai primi anni di carriera. Dicevano che un allenatore così agguerrito in panchina non fosse adatto ad un grande club. Abbiamo dimostrato il contrario".

Domenica, intanto, affronterà un altro emergente, Vincenzo Montella: "E' molto valido, l'ho avuto come giocatore e si capiva che aveva la stoffa per intraprendere questa carriera. L'avrei voluto nel mio staff. Contro il Catania per noi non sarà facile, loro avranno un vantaggio enorme. Siamo stanchi e questo mi preoccupa davvero tanto. Il terzo posto? Pensiamo a dare il massimo e poi vedremo dove saremo". Il concetto è condiviso pure da Marek Hamsik: "Non possiamo festeggiare adesso, c'è la sfida con il Catania e dobbiamo essere all'altezza per conquistare nuovamente la qualificazione in Champions League. Siamo soddisfatti per la vittoria contro il Siena. Peccato per la squalifica di Gargano che non potrà disputare la finale. Vinceremo anche per lui".

SOSPIRO DI SOLLIEVO PER MAGGIO - La squadra si è ritrovata ieri mattina a Castel Volturno per la ripresa della preparazione. C'era apprensione per le condizioni di Christian Maggio, la cui smorfia di dolore al 41' del primo tempo aveva fatto preoccupare tutti. L'esterno si è sottoposto ad esami strumentali per valutare il problema ai flessori della coscia sinistra. La diagonosi equivale ad un sospiro di sollievo: nessuna lesione muscolare. Maggio ha rimediato una forte contrattura e salterà la sfida con il Catania. La prossima settimana si sottoporrà ad un nuovo controllo per verificare l'entità dell'infortunio e le sue condizioni verranno valutate quotidianamente. Il Napoli non forzerà i tempi, ma lo stop potrebbe essere meno grave rispetto al mese paventato l'altro ieri sera nel post partita.

SQUADRA STANCA - Il gruppo è un po' acciaccato. Campagnaro, Gargano, Hamsik, Lavezzi e Cavani hanno svolto lavoro specifico perché vittime di affaticamento muscolare.

giovedì 22 marzo 2012

GRANDE NAPOLI

Infortunio Maggio, almeno un mese di stop per lui

La conquista della finale di Coppa Italia porta con sè due conseguenze negative, l’infortunio di Maggio e la squalifica di Gargano. L’esterno azzurro, recuperato in extremis dopo la forte contusione alla tibia occorsagli nella sfida col Chelsea, è uscito al 41’ del primo tempo visibilmente contrariato. Si è toccato la gamba sinistra e ha imprecato. Preoccupante la prima diagnosi dello staff medico: forte contrattura al bicipite femorale della coscia sinistra che sarà valutata soltanto oggi, dopo i relativi accertamenti strumentali. Maggio potrebbe aver subito una distrazione di primo grado o uno stiramento: in ogni caso salterà sicuramente la gara di domenica col Catania, rischia un mese di stop ed è molto probabile che salti anche gli importanti match – in chiave Champions – con Juventus e Lazio. Una tegola notevole per il Napoli, che invece penserà solo tra due mesi a come sostituire Gargano in finale di Coppa Italia contro la Juventus. Il piccolo mediamo, già diffidato, si è fatto ammonire ieri da Valeri per un evitabile ed ingenuo fallo su Pesoli (è saltato con il gomito alto) commesso a metà primo tempo. Lo staff medico azzurro valuterà, infine, sempre oggi le condizioni di Cavani e Campagnaro: il Matador continua a soffrire per la botta alla caviglia rimediata a Udine (anche ieri era gonfia a fine gara ma non ci sono complicazioni), il difensore ha subito un fastidioso pestone al piede. Fin qui le notizie negative, all’orizzonte, tuttavia, c’è la finale del trofeo tricolore, una ghiotta opportunità per il Napoli di De Laurentiis di vincere il primo trofeo della propria era. La «sciarpata» finale dei tifosi, del resto, e i cori «antijuventini» sono giá il prologo alla finale. Ne è consapevole il capitano Paolo Cannavaro, che ha chiamato a raccolta i suoi compagni a fine partita per rendere il giusto ringraziamento ai 57mila presenti al San Paolo. «Siamo molto contenti e lo siamo soprattutto per i nostri tifosi. La conquista della finale la consideriamo un premio per i nostri sacrifici». Nonostante il doppio vantaggio acquisito già nel primo tempo, eliminare il Siena è stato tutt’altro che facile. «Assolutamente, siamo partiti bene e abbiamo meritato di segnare due volte. Poi abbiamo subito il ritorno dei toscani, bravi ad aggredirci anche con una certa cattiveria agonistica. Abbiamo saputo soffrire e gestire il vantaggio, il Napoli è una squadra che non molla mai, che lotta e che suda la maglia sino alla fine, come desiderano i nostri magnifici tifosi». All’orizzonte, dunque, c’è la finale cola Juventus, una gara speciale anche per la rivalità storica esistente con l’avversario. «Sará un’emozione nuova per tutti, una possibilità di vincere un trofeo che ci intriga molto. Sarebbe bello scrivere i nostri nomi nella storia con un successo. Si giocherà a Roma, siamo vicini a Napoli, quindi immagino un Olimpico come minimo metà azzurro. Non vediamo l’ora di giocare, già immagino l’ansia dei giorni precedenti». Prima della finale c’è, tuttavia, un terzo posto da conquistare. «Iniziamo ad affrontare il Catania, sará gara difficile, noi vogliamo dare continuità ai cinque successi e al pari delle ultime sei gare, desideriamo arrivare più in alto possibile». La bagarre per il terzo posto è apertissima. «Abbiamo capito cosa significa giocare in Champions e ci piacerebbe tornare a disputare gare nell’Europa che conta, tuttavia ci sono tante squadre in lizza per il terzo posto, non sarà dura ma durissima spuntarla». Londra, comunque, appare alle spalle. «Qualche scoria ci sta ancora, ma ci aiuta la certezza di essere usciti a testa altissima. Ora però – conclude Cannavaro- sotto con il campionato, vogliamo ascoltare di nuovo in campo quella musichetta».

FONTE: IL MATTINO

Mazzarri: "A Roma verrà mezza Napoli"


E' stanco, Mazzarri. L'ultima mezz'ora della sfida con il Siena è stata stressante e gli ha lasciato segni evidenti. Ma occultata sotto la tensione, c'è la soddisfazione: "Poco più di due anni fa questa squadra era sestultima in classifica. In breve tempo ha fatto cose straordinarie, ha conquistato il diritto, per il terzo anno consecutivo, a giocare in Europa". Perchè la finale di Coppa Italia aprirà comunque le porte di una competizione continentale: "Sono contento per il fatto che dopo tanti anni il Napoli sia arrivato alla finale della Coppa Italia". Lui quella finale l'ha già giocata: sedeva sulla panchina della Samp. "Fu una serata entusiasmante, uno stadio bellissimo. Perdemmo solo per un rigore". Sarà una Grande finale, quasi un tuffo nel passato: da un lato la Juventus dall'altro il Napoli, due squadre che hanno ritrovato la grandezza temporaneamente smarrita e che cercano il primo successo per mettersi definitivamente alle spalle anni incolori o, addirittura, amari.

PAURA - Non è stata una semifinale semplice. Mazzarri ha avuto paura, paura di non farcela, paura di fermarsi a un passo dal traguardo. Semplice il motivo: le gambe che non reggono più, i muscoli che si sono afflosciati sotto il peso di troppi, ravvicinati impegni: "Cosa è successo nella ripresa? E' successo che la benzina è finita. Anzi, è finita prima dell'inizio del secondo tempo, molto prima. L'adrenalina ci ha tenuto su all'inizio e ci ha consentito di fare un pezzo del primo tempo come voglio io". Lì la sfida è stata decisa: due gol e situazione ribaltata rispetto alla gara di andata. Però il Napoli ha rischiato grosso: "Nel calcio moderno se non c'è l'energia le differenze si annullano. Solo la generosità di questo grande gruppo ci ha consentito di arrivare sino alla fine". Il bilancio della "battaglia" però non è confortante: "Purtroppo per la finale non avrò Gargano, ed è una grave perdita. Per molto tempo non potrò utilizzare Maggio, un giocatore nella nostra organizzazione di gioco fondamentale". Ribadisce: "Non so cosa sarebbe potuto accadere se fossimo andati ai supplementari. Non eravamo più lucidi, Lavezzi e Hamsik hanno sbagliato due rigori in movimento proprio per questo. Ci era successo anche col Chelsea e a questi livelli non ti puoi permettere di sbagliare occasioni simili".

RIGENERARE - Si torna al campionato e all'obiettivo del terzo posto. Mazzarri ha una certezza:"Se fossimo rimasti in Champions, avremmo perso altri punti in campionato". Ciò non toglie che adesso la situazione sia di emergenza: "Non sono riuscito nemmeno a gioire per questa finale perchè un minuto dopo il fischio di Valeri già stavo pensando al Catania". Un brutto cliente: "Ci capita sempre nel momento peggiore, anche all'andata lo affrontammo in un momento complicato, avevamo tanti infortunati". Ora il nemico da sconfiggere è la stanchezza: "Vediamo cosa riusciremo a fare in due giorni, bisognerà rimetterci un po' in sesto". Poi le cose potrebbero cambiare: "Potrò lavorare tutta la settimana e questa squadra può giocarsela con tutti quando dispone del giusto quantitativo di energie". Ma con il Catania non sarà così: "Loro arriveranno freschi e riposati, noi invece avremo una autonomia ridotta. Vediamo di fare un piccolo miracolo. Ci vorrà un grande Napoli". Alla finale penserà dopo: "Sarà un momento stupendo e a Roma ci accompagnerà mezza Napoli".

Fonte: Corriere dello Sport

QUANTO SEI BELLO NAPOLI

ROMA STIAMO ARRIVANDO

CORRIERE - Il cuore del Napoli si prende la finale


Come negli anni d'oro: il Napoli sfida la Juve. La squadra di Mazzarri, che per la seconda volta parteciperà da tecnico a una finale di Coppa Italia, vede un trofeo. E' l'ufficializzazione di una rinascita, una marcia lunga che troverà nell'Olimpico un palcoscenico autorevole. Era quello che il popolo napoletano chiedeva: tornare ai vertici del calcio italiano dopo aver stupito in Europa e dopo averla lasciata in maniera rocambolesca in una infausta serata londinese. Non è stata la partita più bella: il Napoli era stanco. E di fronte si è ritrovato un avversario, il Siena, che non ha mai alzato bandiera bianca, che ha provato a prolungare il sogno. I toscani hanno giocato un'ottima partita, hanno sostanzialmente replicato quella vittoriosa del Franchi ma l'organizzazione di gioco e il grande impegno questa volta non sono stati sufficienti a colmare il divario tecnico.

ENTUSIASMO - La gente di Napoli ha risposto agli appelli del Napoli in maniera entusiasta. Un San Paolo pieno come nelle serate di Champions che nessuno ha dimenticato, come testimoniato dagli striscioni di ringraziamento esposti in diversi settori dello stadio. Ringraziamenti accompagnati da una richiesta: dimenticare l'amarezza di Londra conquistando una finale che manca da quindici anni, regalando la possibilità di guardare da vicino una Coppa che sulle rive del Golfo non approda da venticinque anni. Troppo ghiotta, poi, l'occasione di un confronto ravvicinato con la Juventus, troppo suggestivo il palcoscenico, l'Olimpico, l'accompagnamento di un esodo biblico. Fra questo traguardo futuro e il presente, il Siena, squadra tosta, arcigna, che sa stare bene in campo perchè Sannino che viene da Ottaviano, una trentina di chilometri da Fuorigrotta, l'ha forgiata con intelligenza. Per giunta ieri sera, l'allenatore della squadra toscana ha potuto recuperare il portiere titolare, Brkic, un Marcantonio che occupa con quella mole la porta in maniera sontuosa e ha, per giunta, riflessi felini, pubblicamente mostrati con due interventi complicati prima su una girata ravvicinata di Cavani e poi su un tiro dalla distanza di Inler. Sannino, che partiva in vantaggio, l'aveva pensata bene: una squadra a specchio rispetto al Napoli (soluzione che in molti quest'anno hanno adottato) con i tre davanti che partivano in pressione asfissiamnte sui tre difensori che incontravano così delle enormi difficoltà a riavviare l'azione (con la conseguenza che spesso perdevano palla o la spedivano in fallo laterale). Nemmeno il gol dopo appena nove minuti (punizione di Lavezzi con Vergassola che spediva nella propria rete nel tentativo di evitare l'intervento di Cavani) metteva in discesa la gara del Napoli tanto è vero che un intervento miracoloso di Campagnaro impediva a Mannini (un ex) di mettere a segno il colpo del pareggio. Il Siena riusciva a evitare con il pressing alto le ripartenze e i cambi di gioco. Paradossalmente, le intuizioni tattiche di Sannino trovavano conferma proprio in occasione del raddoppio. Perchè al primo contropiede utile, con cambio di gioco finale da Lavezzi ad Hamsik, lo slovacco trovava il cross giusto per la testa di Cavani appostato a centro area. Il riacutizzarsi del dolore alla tibia della gamba destra di Maggio, complicava un po' i piani di Mazzarri che era costretto a inserire Dossena chiedendo a Zuniga di spostarsi a destra.

FATICA - Nemmeno il raddoppio ha rasserenato il Napoli, anzi dal punto di vista del possesso-palla il Siena ha per lunghi tratti avuto il comando del gioco nella ripresa. Certo, un possesso caratterizzato da una certa sterilità perchè a parte l'ordinaria amministrazione, De Sanctis non è stato particolarmente impegnato nemmeno quando Sannino ha deciso di giocarsi le residue carte dando alla sua squadra una fisionomia più offensiva con l'inserimento di un secondo attaccante (Bogdani) e l'arretramento sulla linea dei centrocampisti di Mannini. E' apparsa evidente la maggiore freschezza atletica del Siena con un Napoli che faticava a ripartire e nelle due occasioni in cui riusciva a farlo peccava di lucidità in fase conclusiva (prima con Lavezzi e poi con Hamsik). D'altro canto, i ragazzi di Mazzarri hanno giocato molto, partite per giunta dispendiose come quelle di Champions. Però questa è una squadra che ha carattere, cuore e alla fine ha portato a casa il risultato utile, utilissimo. A Roma andrà il Napoli ma il Siena esce dalla competizione a testa alta, anzi altissima perchè ieri sera non si è mai arreso.

Fonte: Corriere dello Sport

Maradona: "Napoli in finale. Forza Napoli!"


"Napoli in finale. Forza Napoli!" Così l'ex indimenticato numero 10 azzurro, Diego Armando Maradona, tramite il proprio profilo twitter ha espresso tutta la sua gioia per il ritorno in finale di Coppa Italia del Napoli. Fu proprio Maradona nel 1987 ad alzare la terza e ultima Coppa Italia vinta dalla squadra azzurra.

Napoli, dopo le lacrime il giusto premio

Dall’amarezza alla gioia. A distanza di una settimana il Napoli è passato dalle lacrime dello Stamford Bridge alla felicità del San Paolo. Mercoledì scorso gli azzurri avevano detto addio alla Champions alzando bandiera bianca contro il Chelsea. Iersera la stessa squadra si è regalata la finalissima di Coppa Italia battendo il Siena e il pass per l’Europa League. L’atto conclusivo del trofeo tricolore mancava dalla storia del club partenopeo da ben quindici anni. Serviva almeno un 1-0 per dare appuntamento alla Juventus al 20 maggio prossimo. Ne sono stati segnati due di gol per evitare qualsiasi sorpresa. Nonostante ciò la qualificazione non è stata facile. Il napoletano Sannino ha dato del filo da torcere fino alla fine ma al termine dell’incontro sarà stato anche un po’ contento poiché le origini partenopee non le ha mai dimenticate. È difficile vedere un allenatore che al triplice fischio finale, seppur sconfitto, applaude il pubblico avversario e abbraccia i calciatori dell’altra squadra. Davvero complimenti.

FONTE: ILROMA.NET
Mazzarri non ha badato a spese per questo match. Mentre il suo collega ha schierato una formazione diversa da quella che gioca in campionato, lui ha voluto in campo tutti i titolari. Era troppo importante centrare l’obiettivo Coppa Italia per rischiare con una squadra diversa dal solito. Dopo le fatiche di Udine e in vista dello scontro di domenica con il Catania di Montella, si sarebbe anche potuto optare per un turnover ma con le alternative i risultati non sono mai arrivati. Con i soliti noti è andato tutto per il verso giusto per la felicità dei sessantamila spettatori presenti allo stadio. Dall’inizio alla fine non hanno mai smesso di tifare così come aveva chiesto Mazzarri alla vigilia. Hanno dato come al solito il proprio apporto e la festa finale è stato il giusto premio per chi non ha mai abbandonato il Napoli.
La firma sulla vittoria l’ha messa come al solito Cavani. Era in dubbio per il colpo subito a Udine ma ha voluto giocare a tutti i costi dimenticando il dolore alla caviglia destra. Ha segnato solo il secondo gol ma anche sul primo ci ha messo lo zampino poiché con il colpo di tacco ha costretto Vergassola a segnare nella sua porta. Serviva sbloccare da subito la partita visto il risultato dell’andata e fortunatamente dopo dieci minuti già si era sull’1-0. Il Siena ha provato a reagire ma nel classico contropiede, punto di forza del Napoli, ha dovuto subire anche il raddoppio. Gli azzurri ci hanno messo quindici secondi per ribaltare l’azione e consentire al Matador di colpire di testa e griffare la seconda rete. Sembrava andare tutto per il verso giusto e se la prodezza di Inler subito dopo fosse finita nel sette sicuramente ci sarebbe stato il colpo di grazia. Purtroppo non è accaduto e di conseguenza i toscani sono stati in partita fino all’ultimo secondo. Avessero siglato almeno un gol avrebbero costretto il Napoli ad andare ai tempi supplementari. Sarebbe stato un extratime pieno di rischi perché i giocatori proprio non ce la facevano più con le energie. Lo stesso Mazzarri negli spogliatoi ha evidenziato le preoccupazioni in vista della partita di domenica con il Catania. Ha visto i suoi troppo stanchi e l’infortunio di Maggio è un handicap non da poco per il prosieguo. L’esterno ha dei problemi muscolari e potrebbe mancare per qualche settimana.
Il Napoli, dunque, troverà la Juve nella finale di Roma. Ci sarà la nemica di sempre di fronte il 20 maggio. I sostenitori partenopei partiranno in massa per l’Olimpico ed inutile dire che vorranno vedere i propri beniamini alzare il trofeo tricolore. Nel frattempo Aurelio De Laurentiis ha già chiuso in cassaforte la qualificazione in Europa League ma l’obiettivo primario resta il terzo posto e di conseguenza la Champions e per questo domenica con il Catania si dovrà vincere ancora. Impossibile mollare sul più bello, certo non si è freschi più come una volta ma la massima competizione internazionale merita sacrifici immensi da parte di tutti.

DAILY MAIL - Mancini pronto a fare follie per Lavezzi


Anche in Inghilterra si fanno sempre più insistenti i rumors su Ezequiel Lavezzi. IlDaily Mail scrive di un Manchester City pronto a follie pur di regalare il Pocho a Roberto Mancini per la prossima stagione, mentre restano alla finestra più che interessate l'Inter e il Chelsea. Bisognerà però capire naturalmente la volontà del Napoli, che appare sempre più intenzionato a non lasciar partire il giocatore.

mercoledì 21 marzo 2012

Formazione, stamattina Mazzarri scioglie i dubbi

Mazzarri avvolge la vigilia di Napoli-Siena, la sfida di Coppa Italia che calamita attese enormi, che ruba il sonno all’universo azzurro, forse proprio il match clou di questa stagione. La gara che non si può sbagliare, per niente al mondo. Il tecnico azzurro non è un sudario di certezze e serenità. Non c’è spazio per effetti speciali e drammaticità nelle parole del tecnico. Il suo Napoli non deve fare cose eccezionali questa sera per accedere alla finale dell’Olimpico: gli basta vincere (senza subire gol). Mazzarri fa sapere che sceglierà questa mattina chi far giocare in attacco (anche Pandev è in dubbio, ha avuto un attacco influenzale nella notte) e fa intendere che punterà su uomini e schemi abituali. Saranno gli altri, eventualmente, a mutare schemi e atteggiamento; ha lavorato per ridurre questa notte ad un appuntamento abituale, uno in più, non certo la gara che mette in gioco i destini degli uomini e del club. Soprattutto nessuno spazio all’idea che questa sia la prova da cui dipende il giudizio sulla sua stagione in azzurro.
FONTE: IL MATTINO

GAZZETTA - Futuro Lavezzi, la questione più discussa


Futuro incerto. L'argomento sul futuro di Lavezzi resta la questione più discussa in questo periodo. Non è una novità che sul Pocho c'è il forte interesse sia dell'Inter sia del Manchester City, pronti a versare i 31milioni di euro previsti dalla clausola rescissoria firmata dal giocatore e dal Napoli. Al di là della questione tecnica, l'aspetto sul quale punteranno le pretendenti sarà quello economico. Il contratto attuale di Lavezzi prevede un ingaggio di 2,2 milioni di euro per i prossimi 3 anni. Una cifra importante, ma irrisoria per le qualità del giocatore. Moratti e Mansour, lo sceicco padrone del City, non avrebbero nessuna esitazione se dovessero raddoppiare lo stipendio percepito dal Pocho, che il prossimo 3 maggio compirà 27 anni. Un'età che potrebbe aprire all'ultimo contratto vantaggioso della sua carriera calcistica prima di ritornarsene in Argentina per tirare gli ultimi calci. Ed allora, Lavezzi non vuole perdere quest'opportunità per ingrossare il suo conto corrente bancario. Resta da capire le intenzioni di Aurelio De Laurentiis il cui tetto ingaggi prevede un massimo di 2,5 milioni di euro che è lo stipendio annuale di Cavani. Diversamente, trattenere il Pocho diverrà davvero un affare complicato.

Fonte: Gazzetta dello Sport

Sogliano: "Vargas ha bisogno di spazio. Su Lavezzi e Cavani..."


L'ex ds di Varese e Palermo, Sean Sogliano, attraverso le colonne di TuttoMercatoWeb si pronuncia sul match di stasera tra il suo ex Napoli e il Siena dell'amico Sannino:

Stasera c'è Napoli-Siena. Da una parte una piccola parte del suo passato, dall'altra Sannino. Come finirà?

"Sarà una partita interessante. Per il Siena giocarsi questa partita sarà una bella soddisfazione. So che giocare queste gare è bello, ma anche molto dispendioso. È giusto che vadano a giocarsi questa partita cercando di mettere in difficoltà il Napoli, che da poco è stato eliminato dalla Champions e affronterà la partita con una voglia superiore rispetto a quella che avrebbe avuto se avesse superato l'ostacolo Chelsea. È giusto che il Siena se la giochi, sapendo però di dover fare bene in campionato".

Il Napoli riuscirà a trattenere i tre tenori?

"Non è da tutti, ma il Napoli ha le disponibilità per trattenerli. Per questi giocatori, fare la Champions con la maglia dei partenopei, è una ribalta importante. Se poi dovessero arrivare delle offerte ci potrebbe stare che nasca qualche trattativa. Ma dipende sempre da giocatore e società. Napoli è una realtà calcistica di prima fascia, non vedo il problema".

Lavezzi ha detto che a Napoli non può uscire di casa. A lungo andare può essere un problema per la permanenza in Campania?

"È una città bellissima, però come in tutte le cose ci sono i pro e i contro. C'è tanto calore, i tifosi fanno sentire la loro vicinanza e ci può stare - ma è soggettivo - che qualcuno non sia abituato al contesto partenopeo, vorrebbe stare un po' più tranquillo. Anche se magari quando vai via tutto questo ti manca. Sono fattori soggettivi: puoi star bene oppure non abituarti. E se non ti abitui può nascere qualche problema".

Quindi - giusto per fare un nome - il Cavani di turno potrebbe pensare di andar via a causa dell'ambiente troppo caloroso?

"Sì, ma dipende dal carattere di un giocatore. Cavani a Napoli si è tolto tante soddisfazioni anche per merito dell'ambiente. Ci può stare, al di là dell'uruguagio, che un calciatore dopo un po' voglia provare un'altra situazione".

Napoli aspetta Edu Vargas, Palermo Vazquez. Il prossimo sarà il loro anno?

"In Sudamerica stavano facendo molto bene, ma in Italia stanno giocando poco: hanno bisogno di spazio. Per Vargas giocare al posto di chi gioca a Napoli non è facile, Cavani è un campione, Lavezzi ed Hamsik pure. Senza dimenticare Pandev. Non è facile giocare al loro posto. Mentre Vazquez ha bisogno di trovare spazio, potrà dimostrare di essere un ottimo giocatore. Ma ci vuole del tempo, per i sudamericani passare da un posto dove sei amato e considerato ad un altro dove hai poco spazio, può essere un problema".

Fonte: TuttoMercatoWeb.com

Di Marzio: "Napoli, per la difesa l'identikit porta ad Astori"


Radar accesi anche sul Napoli, sugli sviluppi della trattativa Cuadrado, sulla ricerca di un centrocampista (ancora poche tracce, ci sto lavorando), sull'esigenza di un difensore. Sono stati fatti tanti nomi, alcuni (Ivanovic, Mexes) sembrano sinceramente irraggiungibili considerando stipendi e ingaggi: solo il serbo del Chelsea per esempio guadagna 4 milioni netti, ovvero quasi quanto Lavezzi e Cavani messi insieme. L'identikit allora potrebbe avere le sembianze di una vecchia tentazione, quell'Astori già corteggiato in passato e adesso tutto di proprietà del Cagliari, con il Milan non ancora molto caldo sulla possibilità di riprenderselo. Per adesso è solo un'idea, non ci sono stati contatti tra i club, ma Astori è sempre stato nella lista azzurra.

Fonte: Gianluca Di Marzio per TuttoMrercatoWeb.com

Cavani-Napoli, un amore che vuole celebrare il gol numero 60!


Quasi due anni di Napoli, un grande amore sbocciato giorno dopo giorno, gol dopo gol. Edinson Cavani vuole portare di nuovo gli azzurri in Champions, vuole regalargli una coppa, tenerli nel calcio che conta. Ha finora messo a segno 59 gol con la maglia del Napoli, una media incredibile, che ha fatto strabuzzare gli occhi anche a Zamparini, che non credeva nelle qualità di bomber dell'uruguaiano, che a Palermo non segnava allo stesso modo. Potere del gioco di Mazzarri, che ha reco Cavani uno degli attaccanti più prolifici d'Europa. Contro il Siena, nella semifinale di ritorno di coppa Italia, il bomber insegue il suo 60.mo gol in azzurro, un traguardo incredibile in due stagioni, che riserveranno altre sfide ancora da giocare. Peccato solo per i troppi rigori sbagliati che avrebbero potuto rendere il bottino ancora più straordinario.

Fonte: Resport.it

Supercoppa, Cina ed Europa League la Coppa Italia è un affare milionario: ecco le cifre


La Coppa Italia è un affare milionario. Non è solo, quindi,il primo vero trofeo che il Napoli dell’era De Laurentiis potrebbe conquistare .Non si diventerà sicuramente paperoni alzando al cielo di Roma, nella finale dell’Olimpico, il trofeo tricolore ma per le casse del club azzurro sarebbe comunque un ulteriore iniezione di milioni freschi, dopo gli oltre 30 milioni assicurati dalla Uefa. La Lega calcola tra i 3,2 e i 3,6 milioni di euro il premio complessivo che andrà a chi vince la Coppa Italia. Il meccanismo è simile a quello della Champions, solo con premi per passaggi del turno assai più modesti. A questa cifra si aggiungono gli incassi ai botteghini delle gare (tutti vengono divisi in parti uguali tra la squadra che gioca in casa e quella in trasferta:per intenderci il Siena stasera porta a casa la metà,alnetto delle spese). Discorso a parte la finalissima: in quel caso le due finaliste si spartiscono il 45 per cento dell’incasso mentre il restante 10 per cento va alla Lega. Insomma, a occhio e croce il Napoli potrebbe guadagnare dalla Tim Cup più o meno 6,5 milioni di euro. Un piccolo «tesoretto». La Rai,che detiene i diritti in chiaro (con incredibili audience),non distribuisce direttamente proventi ma determina l’ammontare del montepremi. Né soldi in più arriveranno al Napoli dai due sponsor principali, l’Acqua Leteela Msc Crociere.Gli azzurri vogliono conquistare una finale che nongiocano dal1997,quando furono battuti ai supplementari (fatali allora come contro il Chelsea) dal Vicenza. Una finale unica che, ancor di più, non li vede in campo dall'8 giugno del 1978 quando all'Olimpico gli azzurri vennero battuti dall'Inter con un gol-beffa di Bini all'89 (finì 2-1). Due anni prima, sempre a Roma, il trionfo contro il Verona (4-0).Da allora altre due finali con gare però di andata e ritorno (quella vinta nella stagione del primo scudetto con l'Atalanta e quella persa nel 1989 con la Sampdoria):dati che servono a far capire come Mazzari si trovi davvero alla vigilia di un match molto delicato. Anche il tecnico del Napoli vuole tornare all'Olimpico: tre anni fa perse la finale «tradito» da Antonio Cassano che sbagliò il rigore decisivo nella lotteria finale dal dischetto. Stasera, come conseguenza della politica dei prezzi popolari adottata dalla società azzurra,verranno incassati ai botteghini meno di 900mila euro. Nulla in confronto agli scenari economici che si aprirebbero per il club azzurro: già, perché arrivare in fondo alla Coppa Italia potrebbe aumentare la visibilità del marchio «Napoli» - e l’idea piace molto al patron De Laurentiis - data la vetrina internazionale che potrebbe garantire una possibile partecipazione alla Supercoppa italiana che anche quest’anno si giocherà ai primi di agosto a Pechino. Oltre a dare al certezza di un posto in Europa League che non distribuisce i soldi della Champions, ma consente comunque prendendo parte alla fase a giorni di portare a casa almeno 7 milioni di euro. Per il vincitore del trofeo, la Lega calcio assicura innanzitutto il prestigio, simboleggiato dalla riproduzione in oro della Coppa Italia affidata in custodia per un anno (disegnata, fabbricata e prodotta dalla Iaco Group di Avellino), dalla coppa «Renato Dall’Ara», e da 30 medaglie d’oro per giocatori e tecnici. In aggiunta a trofei e medaglie, la Lega garantisce anche un altro mezzo milione di euro come premio (in aggiunta al milione assegnato a entrambe le finaliste).Ma il vero bottino di chi vincerà il 20 maggio a Roma è rappresentato, senza dubbio, dalla Supercoppa italiana che,poi,è l’ultimo grande trofeo vinto dal Napoli (era il1990 eal San Paolo la Juventus venne travolta per 5-1). La partita,come detto, sigiocherà a Pechino, nel famoso stadio olimpico, più noto come «Nido d’uccello». E per una squadra come il Napoli, il ritorno d’immagine,pur non quantificabile in denaro,è sicuramente elevato.Elevato come il premio assegnato dagli organizzatori cinesi, che non fanno distinzioni tra vincitori e sconfitti:a entrambe le squadre che si contenderanno la Supercoppa, infatti, viene assegnata una cifra intorno agli 1,2 milioni,oltre al pagamento di tutte le spese di viaggio e soggiorno.

IL ROMA - Stasera tutti al San Paolo per conquistare la finale


Stasera al San Paolo saranno in sessantamila i tifosi azzurri a spingere il Napoli alla vittoria contro il Siena che vale la finale di Coppa Italia. La squadra di Mazzarri potrà contare sul pienone per ribaltare il 2-1 della semifinale d'andata. Il tecnico toscano schiererà la migliore formazione per aggiudicarsi un match che varrebbe già l'accesso all'Europa League. Dall'inizio in campo i tre tenori, Cavani, Lavezzi e Hamsik.

Fonte: Il Roma

martedì 20 marzo 2012

Napoli, ecco i convocati per il Siena: Maggio e Lavezzi presenti


Non ci sono novità di rilievo nelle convocazioni per la partita contro il Siena di coppa Italia, diramate dal tecnico del Napoli, Walter Mazzarri. Sono presenti tutti i titolari, anche Maggio e Lavezzi che erano rimasti a casa contro l'Udinese. Ecco la lista dei convocati: De Sanctis, Rosati, Colombo, Aronica, Britos, Campagnaro, Cannavaro, Fernandez, Fideleff, Dossena, Dzemaili, Gargano, Hamsik, Inler,Maggio, Zuniga, Cavani, Lavezzi, Pandev, Vargas, Ammendola.

Paventi a SKY: "Mazzarri e Lavezzi all'Inter? Non è fantacalcio"


Il giornalista Andrea Paventi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di SKY Sport 24. Ecco quanto evidenziato da AreaNapoli.it: "Mazzarri e Lavezzi all'Inter? Non si tratta di fantacalcio, entrambi interessano realmente al club di Moratti. Più difficile strappare l'argentino al Napoli visto che ci sono 31 milioni di euro da pagare per la clausola".

Alberti: "Lavezzi al 99% andrà al PSG. Ecco quanto guadagnerà"


Con la qualificazione ai quarti di Champions in tasca, il Napoli ha subito la rimonta del Chelsea nella gara di ritorno degli ottavi di finale a Stamford Bridge. In campionato per i partenopei è arrivato invece un pareggio in rimonta in una gara difficile come quella contro una diretta concorrente per il terzo posto come l'Udinese. Sul momento del club campano Goal.com Italia ha intervistato in esclusiva l'agente FifaJosè Alberti, ex attaccante ed esperto conoscitore della realtà napoletana.

Josè, cosa manca secondo te a questo Napoli per fare il salto di qualità in Europa e in Italia? "Mancano la furbizia e l'esperienza. Sono rimasto deluso dall'eliminazione europea ad opera del Chelsea. I Blues ci hanno 'fatti fessi', con Drogba che si buttava in terra in ogni occasione per perdere tempo. Ero molto contento, come tutti i napoletani, che la squadra di Mazzarri fosse arrivata a giocarsi questa partita così importante, ma bisognava chiude il confronto all'andata, e invece non è stato fatto. Dopo la gara del San Paolo ho detto che sarei andato dentro gli spogliatoi e che avrei preso tutti a schiaffi: potevamo chiuderla 6-2, invece è arrivato un misero 3-1 che ha finito per pesare sull'esito finale del confronto... In ogni caso il Napoli è uscito disputando una grande partita. Solo che anche a Stamford Bridge, sul 2-1, la palla doveva sparire, invece... Inoltre si sono subiti tre goal di testa e incomprensibilmente Fernandez, che era uno dei migliori colpitori di testa del campionato argentino, è stato tenuto fuori da Mazzarri. Speriamo che l'eliminazione europea di quest'anno possa servire come lezione per il futuro".

Parliamo di mercato: cosa servirebbe alla squadra di Mazzarri per raggiungere il livello delle big italiane ed europee? "Servirebbero due difensori centrali di livello internazionale: non si possono prendere goal come quelli di Stamford Bridge".

Pensi che i ‘Tre Tenori' del Napoli vestiranno la maglia azzurra anche nella prossima stagione? "C'è sempre l'interesse delle squadre inglesi, ma da mie informazioni Lavezzi andrà al 99,9% al Psg. Non ho dubbi su questo, ne riparleremo fra tre mesi e vedrete. Il Pocho in questi anni è molto migliorato rispetto a quando è arrivato in Italia, è un giocatore decisivo e vede di più la porta, e ha suscitato l'interesse dei grandi club".

De Laurentiis ha detto, però, di non volersi privare dei giocatori più rappresentativi e da intendere ripartire da loro per costruire un Napoli più forte. Com'è possibile perciò che Lavezzi venga ceduto? "Lo ripeto, per me Lavezzi andrà a giocare a Parigi. Il Psg, che già si è accordato con l'argentino per uno stipendio di 5 milioni di euro annui, 3,4 in più rispetto al milione e seicentomila euro che il giocatore percepisce oggi, pagherà la clausola rescissoria di 31 milioni di euro senza passare dalla decisione della società. Se il club partenopeo, come credo, non farà uno sforzo economico significativo aumentando il salario di Lavezzi, il Pocho, per quanto tenga al Napoli e alla città di Napoli, si trasferirà in Francia".

Fonte: Goal.com

Botta a Udine per Cavani, in forse per la sfida di domani. Ecco le cure per il recupero


UN ATTACCANTE «lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia », così cantava Francesco De Gregori. Ma se nel 1982 ci fosse stato Cavani avrebbe apportato sicuramente qualche modifica al testo del suo capolavoro aggiungendo magari pure la trance agonistica del bomber di razza che non ha paura di sbagliare un calcio di rigore – è il terzo - perché poi ha la forza di rialzarsi. La partita del Matador è un concentrato di emozioni. La frustrazione dagli undici metri, la rabbia che quasi s’impossessa del suo volto trasformandolo in una maschera e l’incontenibile gioia. Quattro minuti appena per dare un calcio alle critiche e regalarsi una doppietta d’autore contro l’Udinese. Il repertorio è inedito in occasione della punizione. La parabola perfetta – con la complicità di Inler che “sposta” la barriera – riaccende le speranze che diventano realtà con un diagonale di sinistro di rara potenza, quasi il sintomo dello stato d’animo del 25enne giocatore di Salto che si scioglie in un urlo liberatorio che scaccia delusioni (Stamford Bridge) e cattivi pensieri dopo i primi sessanta minuti del Friuli. Il Napoli allontana il fantasma del Chelsea, reagisce e torna in corsa per il terzo posto. Il pari ha una valenza psicologica e consente al gruppo di voltare pagina. La copertina, naturalmente, è di Cavani che sublima così tutta l’essenza del calcio. La delusione e la felicità si miscelano in un quarto d’ora. La sintesi lo proietta lassù, nel gotha dei grandi campioni con la maglia azzurra. I numeri non mentono mai: 18 centri in campionato – senza i tre penalty sbagliati, sarebbe capocannoniere – per un totale di 59 prodezze nel Napoli. È già nono nella classifica all time e la sua seconda stagione non è ancora terminata. Vinicio e Savoldi lo precedono a quota 70, ma se il ritmo è questo, il sorpasso è garantito. Cavani, del resto, è più forte pure del dolore. Coda non ha alcun riguardo e lo falcia al 26’ del primo tempo. Va dritto sulla caviglia. La smorfia del Matador è eloquente: il dolore comincia a farsi insostenibile tanto che per un attimo pensa addirittura alla sostituzione. Vargas si riscalda, poi scatta quella molla che differenzia un fuoriclasse da un giocatore assolutamente normale. Stringe i denti e aspetta l’intervallo. Il quarto d’ora di stop è quasi miracoloso. Cavani si affida alle cure dei massaggiatori: terapie e piede nel ghiaccio per evitare il peggio. Mentre De Laurentiis si precipita negli spogliatoi per consegnare un messaggio intriso di speranza, il Matador si rimette in sesto e strozza in gola la gioia del

APPELLO ai TIFOSI

SEGUITELO QUESTO MESSAGGIO è IMPORTANTE

Udinese contro Rocchi: "Ha chiesto la maglia a Cavani, il suo assistente invece.."


Si chiama sindrome da accerchiamento. All’Udinese è scoppiata dopo la partita di domenica sera con il Napoli, ma i primi sintomi si erano avvertiti già la domenica precedente a Novara. Proprio quando il campionato è entrato nel vivo della contesa, il club bianconero si è sentito penalizzato da alcune decisioni arbitrali

Sospetto «Pensiamo che l’Udinese in lotta per un posto in Champions League possa dare fastidio—è il pensiero espresso a freddo dal direttore sportivo bianconero Fabrizio Larini, che segue quello a caldo del patron Gianpaolo Pozzo —. La nostra è una realtà piccola e siamo in lotta con club metropolitani che hanno un’importanza nettamente più rilevante, quindi è chiaro che uno potrebbe anche cominciare a pensar male». Larini poi ha voluto sottolineare una coincidenza: «Il quarto uomo di domenica era l’arbitro che ci ha penalizzato a Novara (rigore negato ad Asamoah e gol regolare dell’1-1 annullato a Danilo, il direttore di gara era Sebastiano Peruzzo della sezione di Schio ndr), e mi sembra un po’ una provocazione. Gli errori arbitrali si possono accettare, ma l’espulsione di Fabbrini non è stata una semplice svista, è stato un comportamento voluto, ed è quello che dà più fastidio».

Maglie Il fastidio dell’Udinese si è protratto anche nell’immediato post-partita. In casa friulana nessuno conferma ufficialmente, ma pare che al fischio finale l’arbitro Gianluca Rocchi abbia chiesto la maglietta a Cavani e che la stessa iniziativa abbia preso il guardalinee Copelli con De Sanctis. Da qui si spiega la reazione di Floro Flores — ripresa dalle telecamere di Mediaset — che avrebbe proposto un po’ provocatoriamente, un po’ ironicamente, uno scambio di maglia al collaboratore di Rocchi, come si è soliti fare con un avversario.

Scambio inopportuno Un arbitro non va contro il regolamento se chiede una maglietta a un giocatore,maci sono situazioni e situazioni. Visto quello che era accaduto in campo (espulsione di Fabbrini, rigore più che dubbio per il mani di Domizzi che prima viene affossato da Cannavaro), all’Udinese la richiesta è sembrata perlomeno inopportuna. E così nel tunnel che porta agli spogliatoi sono volate parole grosse. Ad accendere gli animi, le lamentele a voce alta del tecnico del Napoli, Walter Mazzarri («soltanto tre minuti di recupero per tenere tutti buoni eh!»), la replica del vice di Francesco Guidolin, Bortoluzzi («ma avete pure il coraggio di lamentarvi») e l’intervento del fischiatissimo ex De Sanctis: «Non potete lamentarvi, anche Domizzi andava espulso».

FOTO - Coppa Italia nell'era De Laurentiis, 500 mila spettatori: è boom di incassi!


Tutto esaurito. Sold out per Napoli-Siena,la partita che mette in palio la finale di Coppa Italia. Sessanta mila o poco meno sugli spalti del San Paolo,e solo a causa della capienza ridotta non si potrà superare il record assoluto della manifestazione tricolore per l’impianto di Fuorigrotta: 65.932 paganti (1.378.111 euro al cambio odierno) che risale a Napoli-Vicenza, finale d’andata del maggio 1997. Prezzi pop
olari per il match con il Siena e società azzurra che potrà anche sfondare il muro dei cinquecento mila spettatori in Coppa. Nelle diciannove partite fin qui disputate dell’era De Laurentiis,il Napoli ha contato 493.533 paganti,dai cinquemila contro il Pescara del 2005 ai60.152 record di Napoli-Roma, 0-3 sempre dello stesso anno, partita clou del secondo anno di serie C. Curiosità vuole che proprio quell’anno il Napoli di Reja si imbatté nella Reggina di Mazzarri.Gol partita di Capparella.Sugli spalti in poco meno di diecimila persone per vedere la squadra di quello che sarebbe poi diventato l’allenatore del Napoli. Nella sua storia recente il Napoli ha anche giocato due partite di coppa Italia di serie C con il Foggia a Cava de’ Tirrenie con ilTeramo,dalquale fueliminato, a Giugliano. La partita di domani contro il Siena un record, in ogni caso, potrebbe stabilirlo. Servirà infatti per avvicinare quota 6 milioni d’incasso in diciannove partite.Il minimo sempre con il Pescara. Il massimo contro l’Inter lo scorso anno nella partita persa ai rigori 5-4 ai quarti di finale. Da ricordare il terzo turno del 2006 contro la Juve.La partita perfetta,3-3 in rovesciata segnato da Cannavaro e vittoria ai rigori 8-7 davanti a 56.295 paganti con 700mila euro al botteghino. La passione del Napoli è comunque sempre una miniera d’oro e di spettatori, per il cassiere azzurro. Arrivare in fondo alla Coppa Italia può comportare introiti che vanno dai quattro ai sei milionidi euro. Oltre ad aumentare la visibilità del marchio
«Napoli» per la partecipazione della Supercoppa italiana a Pechino. A entrambe le squadre che si contenderanno il trofeo andrà una cifra intorno a 1,3 milioni di euro. Per la partita del San Paolo mobilitati anche trecento tifosi del Siena che hanno allestito sei pullman. Partenza alle 13.30 dallo stadio Franchi. Spesa complessiva, biglietto incluso, 45 euro. Data l’affluenza non prevista, la merenda-cena,è scritto sulsito dei fedelissimi della Robur, non è più assicurata dall’organizzazione.

IL MATTINO - Siena in semifinale NON per caso. Sannino: "Orgoglioso delle mie origini, pensiamo solo alla salvezza"


Quando dici Siena e Coppa Italia in automatico pensi alla Mens Sana Montepaschi e al suo condottiero, Simone Pianigiani, che nel basket dal 2008 in poi non si è mai lasciato sfuggire neppure per un anno il trofeo tricolore. E invece, un napoletano che compirà 55 anni il prossimo 30 aprile, al suo primo anno di Serie A, cosa s'inventa? Un calcio tutta fame e fantasia che trascina i bianconeri del pallone a una storica semifinale da giocare al San Paolo e, per di più, con il vantaggio del 2-1 rimediato in casa all'andata. E così una città che prima era pazza solo della pallacanestro si ritrova ai piedi di Giuseppe Sannino, napoletano di Ottaviano, l'allenatore dei toscani che tra i suoi sogni, neppure mai nascosti, ha quello di allenare il Napoli. Eppure il tecnico che piace a tutti, domani sera per la prima volta nella sua lunghissima carriera metterà piede nello stadio della sua terra d'origine, quello che non ha mai visto neppure da bimbo. Perchè dalle pendici del Vesuvio dove è nato, si è subito trasferito con la famiglia al Nord, a Torino. Sannino ha 54 anni - e perciò non è di primo pelo - ma solo domani farà il suo debutto a Fuorigrotta. Perchè la sua è una carriera fatta di gavetta, tantissima, nei campi di provincia. Dove ha sempre e solo collezionato promozioni e trionfi. "Solo dal Pergocrema andai via - ricordò un giorno - Non facevano che insultare me e i napoletani per la storia dei rifiuti. Vinsi il campionato e feci le valigie". Sannino e il suo Siena sono il simbolo di un calcio normale. Il suo è soprattutto un calcio pratico e senza presunzione. Corsa, pressing, aggressività. "Voglio che i miei giocatori vadano a prendere gli avversari ovunque". Fino alla scorsa estate non era nessuno, oggi Sannino è diventato un personaggio. Lo cercano le TV, lo chiamano i giornali. Quest'oggi sarà ospite d'onore del Consiglio comunale della sua cittadina, Ottaviano, dove il sindaco e tutti i consiglieri, in maniera bipartisan, gli consegneranno un'onoreficenza speciale. "Sono contento - dice - ci vado volentieri. Sono cittadino del mondo, ma quella è la mia terra, ho ancora tanti parenti ma ci manco da tantissimi anni", spiega Sannino. La sconfitta interna con il Novara gli ha un po' rovinato la festa Coppa Italia. Avesse battuto la squadra di Tesser ora sarebbe a + 9 dalla zona salvezza e domani avrebbe potuto permettersi scelte differenti. Invece dovrà fare qualche rinuncia. Vince anche con nove-dieci giocatori italiani in formazione, a modo suo una piccola rivoluzione. "Noi abbiamo un unico obiettivo - ha spiegato - ed è la salvezza. Alla Coppa Italia nessuno ci pensa veramente". Ovvio che non è vero. Il Siena ci ha preso gusto, dopo aver fatto fuori, a partire dal 20 agosto, prima il Torino, poi il Cagliari, il Palermo e nei quarti il Chievo. E nessuno osi dire che il Siena arriva al San Paolo solo per pure caso.

Fonte: Il Mattino

Fiorentina, c'è Bigon per il dopo Corvino?


Secondo quanto riferisce l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, la Fiorentina, dopo aver annunciato il divorzio da Pantaleo Corvino, che andrà via a fine stagione, si starebbe guardando intorno alla ricerca di un nuovo diesse. Tra i candidati, secondo il noto quotidiano sportivo, ci sarebbe anche Riccardo Bigon, attuale diesse del Napoli.

SERATA a RADIO MARTE








Ieri sera il CLUB NAPOLI è stato ospite negli studi di RADIO MARTE, nella trasmissione di GIANLUCA GIFFUNI in onda alle ore 19
Il nostro presidente MICHELE CERRONE in collaborazione con il direttore sportivo MARIO SANTANGELO hanno invitati tutti i tifosi del NAPOLI ad un evento che il CLUB sta organizzando
nei prossimi mesi.
E' naturalmente ha sostenere la nostra squadra e i nostri colori

Mazzarri: "Coppa o terzo posto? Non scelgo. Vargas non parte titolare perchè.."


Napoli sceglie di non scegliere. Tra Coppa Italia e terzo posto, infatti, non è il caso di privilegiare un traguardo piuttosto che l’altro. C’è forse un pizzico di scaramanzia nelle parole di Walter Mazzarri, ma soprattutto grande realismo. I suoi, infatti, stanno disputando una stagione eccellente, ma la cavalcata in Champions si è appena conclusa a Stamford Bridge e tra campionato e Coppa è ancora tutto in bilico. «Scegliere non rientra nel nostro modo di pensare – ha garantito il tecnico azzurro -. Anche perché non ce lo possiamo permettere e, soprattutto, nel calcio nessuno può sapere prima quello che accadrà dopo. In ogni competizione a cui abbiamo partecipato abbiamo sempre dato il massimo, in base a quelle che erano le nostre possibilità. Lo abbiamo fatto anche in Champions, da cui purtroppo siamo usciti».

CAVANI C’E’ – Intanto, in vista del ritorno della semifinale con il Siena, c’è da fare i conti con l’infermeria. La buona notizia riguarda Cavani. «Credo che ce la faccia» , ha rivelato Mazzarri, che poi ha diffuso ottimismo pure su Maggio: «Il suo recupero è più complicato, ma le speranze ci sono. Faremo il punto domani (oggi, ndr)». Non sono da escludere, peraltro, alcune rotazioni in modo da conservare le forze in vista dell’ultimo sprint. «Non facciamo in tempo a finire una gara che dobbiamo pensare subito ad un’altra. Ma va bene così perché siamo arrivati a questo punto con pieno con merito e vogliamo proseguire fino alla fine nel migliore dei modi – ha insistito l’allenatore toscano -. In questo momento il nostro obiettivo è quello di ribaltare la sconfitta rimediata a Siena. Quella è stata una gara negativa per noi e adesso ci impone un ritorno molto duro».

JUVE FAVORITA – Mazzarri, protagonista di un blitz a Milano per partecipare alla presentazione dell’iniziativa benefica 8° trofeo “Amici dei bambini”, a margine della quale ha ricevuto un premio ha evitato di preferenze sull’eventuale avversario della finalissima. «L’importante è arrivarci. Sarebbe bello, che volete che vi dica. Ma non è il caso di parlare prima o di fare proclami. Dico solo che in una gara secca può accadere di tutto» . Insomma, poco conta se dell’altra parte ci sarà il Milan o la Juventus. «Con il successo dell’andata e giocando in casa, è normale che i bianconeri partano leggermente favoriti, direi un 51%».

TUTTI IN GIOCO – Tutto in bilico invece per lo scudetto ( «Sarà un testa a testa fino alla fine» ), come per il terzo posto. «Con 30 punti ancora in palio, può accadere in tutto – ha sottolineato il tecnico napoletano che, prima della serata, ha parlato a lungo con Giampaolo Pazzini, per 6 mesi suo attaccante ai tempi della Sampdoria -. In corsa non c’è solo la Roma, ma pure l’Inter. Sono tutte avversarie temibili e di grande valore» . Il rimpianto per il pari di Udine non è ancora stato digerito, al di là delle polemiche alzate dalla squadra bianconera. «Lasciamo perdere e guardiamo all’andamento della partita. Credo che il Napoli sia stato protagonista di una grande prova. Purtroppo ci càpita di sbagliare qualche gol di troppo. Sono convinto che con maggiore tranquillità li potremmo segnare facilmente. In più, alla minima occasione degli avversari, andiamo in svantaggio. E’ quello il principale rammarico per Udine» . Per chiudere, un pensiero su Vargas. «Non è vero che il suo è un inserimento difficile, semmai era del tutto previsto che ci mettesse del tempo alla luce della sua giovane età. Viene da un calcio totalmente diverso dal nostro e altri suoi connazionali hanno impiegato un anno o due prima di ambientarsi. Noi siamo convinti che si rivelerà un giocatore importante per il Napoli».