sabato 28 gennaio 2012

A RISCHIO RINVIO GENOA-NAPOLI PER NEVE!

Incombe il rischio neve sui campi del nord per questa 20esima giornata di Campionato. La situazione climatica che maggiormente mette a repentaglio il normale svolgimento della gara è senz’altro a Torino, dove questa sera si affronteranno Juventus e Udinese. Già tra qualche ora in città potrebbero esserci oltre 10-15 cm di neve. Tra le partite della domenica pomeriggio c’è da segnalare Genoa-Napoli. Sul capoluogo ligure, infatti, è previsto un’intensa nevicata già a partire da questa sera. Problemi in vista anche per il posticipo tra Milan e Cagliari, anche se in serata le precipitazioni potrebbero diminuire.

venerdì 27 gennaio 2012

DALL'UNGHERIA - Napoli, preso il giovane Novothny!

Il Napoli avrebbe ingaggiato la nuova stella del calcio ungherese. Si tratta di Soma Novothny, centravanti, 18 anni a giugno. E' quanto sostengono i media magiari, in particolare il quotidiano "Naplò", esperto di cose legate al Veszprem, la squadra di Serie B ungherese nella quale milita Novothny, con la cui maglia quest'anno ha collezionato, sin qui, 13 presenze e 9 gol.

Il giovane e promettente attaccante, 185 cm di stazza, che sarebbe già stato ieri in città per le visite mediche, ha indossato le maglie dell'Under 19 e dell'Under 18 della sua nazione. Novothny arriverebbe a Napoli con la formula del prestito con diritto di riscatto e verrebbe inizialmente aggregato alla squadra Primavera.

Ag. Cavani: "Se arriva un'offerta..."

Claudio Anellucci, agente di Edinson Cavani, a Radio Crc parla del Matador e della doppietta rifilata ieri all'Inter. "Non avevo il minimo dubbio che Cavani al San Paolo segnasse quel rigore. Ieri allo stadio si è respirato un clima meraviglioso, ora bisogna andare avanti settimana per settimana e vincere una coppa importante come la Coppa Italia".

Chiusura sul mercato: "Se dovessero arrivare delle offerte il Napoli le valuterà ma non mi piace parlare di mercato. Mi piace parlare della vittoria di ieri".

Fonte: Calciomercato.com

Giuramento Cavani: "Napoli a vita"


Aveva una gran fretta di dimostrare a Mazzarri e ai tifosi cosa è capace di fare, dopo la delusione per il rigore sbagliato a Siena. Lui ormai è fatto così: quando si trova davanti a una di quelle partite che contano, Edinson Roberto Cavani Gómez detto Edi non si tira mai indietro. Diciotto gol dall’inizio di questa stagione: 4 nelle notti di Champions (contro Manchester City e Bayern, per intenderci) e tre in quelle di Coppa Italia. Più gli 11 in campionato – sei decisivi – che lo incoronano «imperatore di Napoli». Contro l’Inter il bomber uruguaiano chiarisce che lui e la sua squadra non butteranno via niente in questa stagione, quasi per una inedita propensione al successo: «Chi arriva in semifinale, vuole arrivare anche in finale», ha spiegato el Matador con plateale semplicità. È nel club di De Laurentiis da un anno e mezzo, e non è mai rimasto vittima della dolcezza del successo, delle sue seduzioni e delle sue vertigini. Napoli è ancora col naso in su ad ammirare la scia della strepitosa rete all’Inter in Coppa Italia, a tempo scaduto, come spesso gli capitava nella passata stagione. Segni particolari: implacabile. E con la testa già alla trasferta di Marassi, in casa del Genoa. Prima della notte con l’Inter era un po’ giù. Tranquillo, che segni, gli ha detto l’inseparabile manager Claudio Anelucci. «Lo so, lo so». Edi sa. Sa sempre in anticipo quello che succederà. E dopo il primo gol, quello su rigore, ha esultato come se avesse segnato la rete più bella del mondo. Lui fa sempre così. Per questo la gente lo ama. Ha anche cambiato modo di tirare i penalty: ha calciato «alla Di Natale». Con Totò, superbomber dell’Udinese, si è incontrato lunedì, nella serata della premiazione nella Top 11. Magari ha chiesto consiglio all’attaccante italiano e la lezione è servita. Pacato nelle parole, sostenuto da una fede incrollabile e dall’amore per Maria Soledad e il figlioletto Bautista, vive circondato dall’affetto della sua famiglia e dei pochi amici di cui si fida. Ieri era giorno di allenamento altrimenti si sarebbe regalato un altro premio: quello di pranzare in una delle tante taverne del centro storico che ha imparato a conoscere grazie proprio ad Anelucci. Ovvio che, nel giorno in cui il predestinato del gol torna a segnare una doppietta scoppiettante e decisiva, i tabloid inglese tornino a scatenarsi. «O Hulk o Cavani», avrebbe ordinato Villas Boas, l’allenatore del Chelsea prossimo avversario in Champions degli azzurri. Nessuna novità, non c’è tecnico al mondo che non vorrebbe Cavani nella sua squadra. Ma convincere il patron De Laurentiis a cedere l’infallibile bomber di Salto non è e non sarà mai cosa semplice. «Napoli è la mia vita», ripete sempre. «Ovvio che se arriva una proposta la valutiamo insieme alla società. Ma non mi va di parlare ora di mercato», spiega con chiarezza il manager dell’uruguaiano. Normale che sia così. Tocca al club sancirne l’incedibilità. Cosa già fatta in ogni occasione possibile. Il Matador ha un contratto con scadenza nel lontanissimo giugno 2016. Blindatissimo, con ingaggio a crescere a partire dai 2,2 milioni di euro all’anno di questa stagione. Una montagna di soldi, ma niente rispetto a quello che offrono gli sceicchi d’Europa. Edi, però, saprà resistere alle tentazioni. Come ha già fatto. L’eroe del San Paolo, poi, non ha mica prezzo: non solo perché i simboli di una squadra non sono facilmente valutabili ma soprattutto perché non è facile trovare la valutazione giusta per una punta capace di realizzare 51 gol in un anno e mezzo (28 centri in 33 partite lo scorso campionato), a una rete di distanza dal mitico Hasse Jeppson e a due da Savoldi. Antonio Vojak (102) e Attila Sallusto (104), campioni di un altro calcio, sono lontanissimi. Vinicio (69), Altafini (71), Careca (73) e Maradona (81) distanti almeno un’altra stagione. Il Napoli e Napoli oramai si riconoscono in Cavani. E Cavani sembra riconoscersi nel Napoli. Una garanzia.

DALL'INGHILTERRA - Dalghish vuole Cavani al Liverpool


Nuove sirene inglesi per Edinson Cavani: secondo il sito britannicoFootybunker, Kenny Dalglish vorrebbe portare al Liverpool l'attaccante uruguaiano del Napoli.

Fonte: Calciomercato.com

GdS: "San Paolo, il campo è pessimo? Ecco perché"

Un’accusa precisa, circostanziata: «È colpa del prato del San Paolo se facciamo fatica talvolta a girar palla velocemente. In casa tocca a noi gestire il possesso palla e per le condizioni del campo siamo costretti spesso ad un tocco in più che rallenta l’azione». Le parole di Walter Mazzarri dopo la gara vinta con l’Inter hanno destato un po’ di scalpore.

Già, perché a vederlo dall’alto, il manto erboso di Fuorigrotta sembra in buone condizioni. Invece, Mazzarri ha ragione, dato che a calpestare il terreno di gioco ci si rende conto che la situazione non è delle migliori.

Ecco perché - Qualche gibbosità c’è, ma la colpa non è dell’inverno e delle temperature rigide degli ultimi giorni. Da una settimana, infatti, il campo è privo di manutenzione. Non succedeva da una decina d’anni e per un paio di lustri il terreno di gioco del San Paolo ha rappresentato un vero e proprio vanto per il Napoli. Adesso, non è più così. Problemi tra il Napoli e la ditta che curava la manutenzione? Possibile, anzi probabile.

Convenzione - Del resto, stando alla convenzione con il Comune, questo onere spetta al club azzurro. Certo è che dalla cerimonia nella quale De Laurentiis presentò il nuovo terreno di gioco appena due estati fa, sembra passata un’eternità. Allora, pareva che il manto erboso fosse l’unica cosa innovativa del San Paolo: sistema di drenaggio e di irrigazione all’avanguardia, frutto di studi approfonditi da parte di esperti del settore. Adesso, invece, nello stadio groviera dove spesso dopo le partite di Champions giocano indisturbati ragazzini che poi postano le loro «imprese» su youtube, anche l’erba non è più verde come un tempo. Il tutto in attesa che il sindaco De Magistris presenti il progetto per la ristrutturazione del San Paolo o la costruzione di un nuovo impianto. Lo aveva promesso entro la fine di dicembre, ma al momento non ci sono notizie in merito.
FONTE: GAZZETTA DELLO SPORT

De Laurentiis, autografi, foto e il caffè coi tifosi: "Presidè, noi vogliamo vincere"


Un caffè tra la gente di buon mattino, come un napoletano qualunque. E poi una serie di riunioni, con Mazzarri innanzitutto, nel cuore di casa Napoli. Aurelio De Laurentiis ha affrontato ieri la sua giornata a Castelvolturno con la sensazione dolce della vittoria ancora sotto la pelle: sorridente, allegro e frenetico nei summit con l’intero stato maggiore della società. E con il tecnico: l’anima del Napoli che continua a far sognare il popolo.

LA GIOIA - E allora, giornata tinta d’azzurro e scaldata dal sole. Una città felice almeno quanto il presidente per la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia con il Siena e carica di adrenalina per un traguardo che, archiviata ogni lecita scaramanzia, non è più un miraggio. Vincere, è il verbo che Napoli vuole coniugare. Ed è lo stesso che la gente ha ripetuto con enfasi a De Laurentiis all’ora di colazione.

LA SORPRESA - Un incontro inaspettato, quello andato in scena ieri mattina allo storico bar Sandomingo di Fuorigrotta, non lontano dal San Paolo: all’improvviso, tra lo stupore generale appare De Laurentiis. E beve il caffè offerto dalla signora Carmen Pinto, la titolare, insieme con gli altri clienti. Posando per le foto scattate con i videofonini e firmando qualche autografo. Una sorpresa in piena regola, casuale e ovviamente gradita da tutti i tifosi intenti a cominciare la giornata di lavoro o di studio (il bar è frequentato anche da molti universitari).

SOGNI DI GLORIA - Dopo la sosta, via al centro sportivo di Castelvolturno. Raggiunto intorno alle 9 e abbandonato intorno alle 16. Dopo sette ore. Tempo che il presidente ha impiegato per incontrare i dirigenti chiave del Napoli e, soprattutto, Mazzarri. Complimenti all’allenatore per il passaggio del turno, poi trasmessi alla squadra, salutata dopo la partita con l’Inter, e una chiacchierata di carattere sportivo: qualche accenno al mercato e poi agli impegni, perché domenica c’è il Genoa, poi il Cesena, il Milan e via via il Chelsea. Mesi cruciali, mesi ricchi di stimoli: si fa il futuro, si fa la storia. E il traguardo della finale di Coppa Italia non è lontano: il Napoli vuole conquistare il primo trofeo dell’era De Laurentiis e il tecnico ha ribadito che la squadra farà di tutto per trasformare i sogni di gloria in una festa.

IL RESOCONTO - Dopo il vertice con Mazzarri è stata la volta della riunione con il d.g. Fassone e il d.s. Bigon, che De Laurentiis ha incontrato insieme con il consigliere delegato, Andrea Chiavelli, e al direttore commerciale e marketing, Alessandro Formisano. Il presidente s’è informato di tutto lo scibile-Napoli, a partire dallo stato dei lavori di ristrutturazione della sede, praticamente ultimati. L’inaugurazione della struttura rinnovata è dietro l’angolo: questioni di giorni, questione di dettagli.

HAMSIK - Come un dettaglio sono anche le firme che ratificheranno il rinnovo di Hamsik: l’accordo è raggiunto e blindato, non resta che attendere l’ufficialità. Affrontato anche l’argomento mercato, approfittando del fatto che, ieri in sede, oltre a Bigon c’era il tris degli uomini del settore, Micheli-Mantovani-Zunino: il Napoli proverà a sistemare i calciatori ritenuti in esubero e, se riuscirà, detterà i ritmi per i colpi estivi. Senza trascurare l’occasione di gennaio.

"Mazzarri, si punta alla riduzione della pena"...


Febbraio è ormai alle porte e c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Specialmente del migliore Mazzarri, punito ieri sera dall’Uefa con una stangata per l’espulsione di Vila-Real: due giornate di squalifica e tremila euro di multa, in Champions. L’allenatore livornese dovrà seguire solo dalla tribuna la doppia partita degli ottavi di finale con il Chelsea: così ha deciso il giudice sportivo internazionale, usando la mano pesante. Ma il Napoli non ci sta e presenterà il ricorso d’urgenza. L’obiettivo minimo è ottenere almeno una riduzione della pena, per permettere al tecnico di essere in panchina nella rivincita del 14 marzo a Londra. A Stamford Bridge.
FONTE: REPUBBLICA

Castelvolturno, summit di mercato: occhi sui talenti del Giappone


A CARICA gliel'hanno data i tifosi, soprattutto quelli con cui ieri mattina Aurelio De Laurentiis s'è ritrovato a fare colazione, in un bar a Fuorigrotta. Il presidente era diretto a Castel Volturno, dove ha passato buona parte della sua giornata e si è incontrato anche con Mazzarri, parlando di mercato (occhi su quello giapponese), presente e futuro. Il numero uno azzurro, subito dopo il successo con l'Inter al San Paolo, s'era tolto qualche sassolino dalla scarpa a modo suo, con una sfuriata. "Ci sono troppe negatività intorno al calcio Napoli, c'è chi si dimentica che siamo l'unica eccezione positiva di una città in cui non funziona nulla. Non accetto tutte queste accuse al primo risultato negativo. La squadra è forte e ha sempre avuto la mia stima assoluta. Sapevo che avrebbe reagito". Provvidenziale la riscossa di Cavani, che è salito a 51 gol con la maglia del Napoli e nei momenti più delicati non tradisce mai. Il capitano Cannavaro, alla vigilia, aveva scommesso a occhi chiusi su di lui. "Edi è fatto così, vedrete: quando c'è bisogno piazza una tripletta". Stavolta ne sono bastate due, di reti, per un totale di 18 nella stagione. Ma la doppietta del Matador all'Inter ha un valore speciale, perché ha permesso agli azzurri di superare di slancio il bivio più insidioso di questa fase della stagione. La qualificazione per la semifinale della Coppa Italia (andata a Siena l'8 febbraio) è arrivata infatti giusto in tempo per spazzare via le polemiche, che rischiavano di dilagare. Adesso sembra meno brutto pure il settimo posto in campionato. Ci sono le premesse per ripartire. Si spiega anche così la visita di De Laurentiis a Castel Volturno. "Possiamo vincere la Coppa Italia, entrare fra le prime cinque del campionato e giocarcela alla pari in Champions League contro il Chelsea...", ha dato la carica il presidente, che ha avuto un lungo incontro con Mazzarri, Fassone e Bigon. Lo staff societario non è sott'esame. "Non sono previsti dei cambiamenti per il futuro", ci ha tenuto a puntualizzare mercoledì sera il numero uno azzurro, confermando in blocco la fiducia ai suoi più diretti collaboratori. Parole dolci soprattutto per il tecnico. "Tra noi c'è piena sintonia e lavoriamo per vincere sempre, pur sapendo che purtroppo non è possibile imporsi in tutte le competizioni. Chiediamo ai tifosi di starci accanto. In un clima più sereno arriveranno altri successi". Il Napoli fa quadrato, alla vigilia del tour de force che deciderà la stagione. Dopodomani c'è la trasferta di Genova: ipotizzabile il turnover con le solide candidature di Britos, Dossena, Dzemaili e Pandev, che hanno risparmiato le forze contro l'Inter. Febbraio è ormai alle porte e c'è bisogno dell'aiuto di tutti. Specialmente del migliore Mazzarri, punito ieri sera dall'Uefa con una stangata per l'espulsione di Vila-Real: due giornate di squalifica e tremila euro di multa, in Champions. L'allenatore livornese dovrà seguire solo dalla tribuna la doppia partita degli ottavi di finale con il Chelsea: così ha deciso il giudice sportivo internazionale, usando la mano pesante. Ma il Napoli non ci sta e presenterà il ricorso d'urgenza. L'obiettivo minimo è ottenere almeno una riduzione della pena, per permettere al tecnico di essere in panchina nella rivincita del 14 marzo a Londra. A Stamford Bridge.

Fonte: Repubblica

Napoli, la qualificazione spazza via le polemiche


La carica gliel’hanno data i tifosi, soprattutto quelli con cui ieri mattina Aurelio De Laurentiis s’è ritrovato a fare colazione, in un bar a Fuorigrotta. Il presidente era diretto a Castel Volturno, dove ha passato buona parte della sua giornata e si è incontrato anche con Mazzarri, parlando di mercato (occhi su quello giapponese), presente e futuro.
Il numero uno azzurro, subito dopo il successo con l’Inter al San Paolo, s’era tolto qualche sassolino dalla scarpa a modo suo, con una sfuriata. «Ci sono troppe negatività intorno al calcio Napoli, c’è chi si dimentica che siamo l’unica eccezione positiva di una città in cui non funziona nulla. Non accetto tutte queste accuse al primo risultato negativo. La squadra è forte e ha sempre avuto la mia stima assoluta. Sapevo che avrebbe reagito».
Provvidenziale la riscossa di Cavani, che è salito a 51 gol con la maglia del Napoli e nei momenti più delicati non tradisce mai. Il capitano Cannavaro, alla vigilia, aveva scommesso a occhi chiusi su di lui. «Edi è fatto così, vedrete: quando c’è bisogno piazza una tripletta». Stavolta ne sono bastate due, di reti, per un totale di 18 nella stagione. Ma la doppietta del Matador all’Inter ha un valore speciale, perché ha permesso agli azzurri di superare di slancio il bivio più insidioso di questa fase della stagione. La qualificazione per la semifinale della Coppa Italia (andata a Siena l’8 febbraio) è arrivata infatti giusto in tempo per spazzare via le polemiche, che rischiavano di dilagare. Adesso sembra meno brutto pure il settimo posto in campionato.
Ci sono le premesse per ripartire. Si spiega anche così la visita di De Laurentiis a Castel Volturno. «Possiamo vincere la Coppa Italia, entrare fra le prime cinque del campionato e giocarcela alla pari in Champions League contro il Chelsea...», ha dato la carica il presidente, che ha avuto un lungo incontro con Mazzarri, Fassone e Bigon.
Lo staff societario non è sott’esame. «Non sono previsti dei cambiamenti per il futuro», ci ha tenuto a puntualizzare mercoledì sera il numero uno azzurro, confermando in blocco la fiducia ai suoi più diretti collaboratori.
Parole dolci soprattutto per il tecnico. «Tra noi c’è piena sintonia e lavoriamo per vincere sempre, pur sapendo che purtroppo non è possibile imporsi in tutte le competizioni. Chiediamo ai tifosi di starci accanto. In un clima più sereno arriveranno altri successi».
Il Napoli fa quadrato, alla vigilia del tour de force che deciderà la stagione. Dopodomani c’è la trasferta di Genova: ipotizzabile il turnover con le solide candidature di Britos, Dossena, Dzemaili e Pandev, che hanno risparmiato le forze contro l’Inter.
FONTE: REPUBBLICA

Super De Sanctis sempre presente esulta col Napoli


A lui proprio non si può dire che il campionato non interessi. Da quando è a Napoli, Morgan De Sanctis ha giocato 95 partite consecutive senza neppure saltare un minuto. Domenica a Genova, nella prima gara del girone di ritorno, sarà regolarmente tra i pali, dove è protagonista indiscusso da due campionati e mezzo. Il traguardo delle 100 gare di fila è vicino, fissato per venerdì 17 febbraio a Firenze. Quattro giorni prima della sfida Champions contro il Chelsea. Notti magiche Già, perché anche De Sanctis, come tutto il Napoli, si esalta nelle serate di Coppa. È successo quando al San Paolo si è presentato il Manchester City e lui ha sbarrato la strada a Balotelli, ma anche mercoledì sera con l'Inter, visto che ha chiuso la porta sia a Zarate che a Cambiasso mettendo in cassaforte la qualificazione alla semifinale prim'ancora del raddoppio di Cavani. Reazione "Le uniche parate che contano, sono quelle che portano i risultati", ha sempre detto De Sanctis. Nell'ultimo periodo, neppure alcuni suoi interventi prestigiosi erano serviti per mantenere inviolata la rete del Napoli. Tanti gol subiti, tante critiche al reparto difensivo ed anche Morgan sul banco degli imputati per l'errore commesso contro la Roma, sul cross di Lamela. Lui ed i suoi compagni della retroguardia hanno reagito alla grande contro l'Inter. "Siamo un gruppo unito che ha dimostrato di possedere grande carattere", ha ribadito De Sanctis. Lui è uno dei leader dello spogliatoio. Ecco perché i compagni gli hanno espresso tutta la loro solidarietà dopo il video della sua mancata esultanza in Napoli-Lecce che ha generato tante polemiche. Qualcuno lo ha addirittura preso in giro perché Morgan davvero non si rilassa mai, neppure in allenamento. Anzi, il suo segreto è proprio quello di mantenere la tensione sempre alta. Che sfida Dovrà essere così anche domenica a Genova, quando De Sanctis si troverà di fronte il collega Frey e, soprattutto, Alberto Gilardino. Il portiere francese è primo in Italia, stando alla media voto della Gazzetta e, dunque, per De Sanctis sarà una sfida intrigante, l'attaccante ex Fiorentina invece gli evoca piacevoli ricordi. "L'intervento più spettacolare da quando sono a Napoli? Forse la parata su Gilardino il primo anno al Franchi", ha ricordato spesso. Una respinta in tuffo, a mano aperta, su girata ravvicinata del Gila. Quel match finì 0-1, gli azzurri vinsero la prima trasferta dell'era Mazzarri e la storia del Napoli e di De Sanctis cambiò radicalmente. Arrivò l'Europa League e Morgan cominciò a cullare di nuovo il sogno della Nazionale. Poi, lo scorso anno, la consacrazione sua e della squadra. Così ora Cesare Prandelli lo vuole stabilmente nel gruppo che porterà quest'estate all'Europeo, mentre il Napoli vola nelle Coppe. Adesso, però, è tempo di pensare al campionato. Allo stakanovista De Sanctis non si può dire che non interessi.

Fonte: Gazzetta dello Sport

giovedì 26 gennaio 2012

Aurelio furioso: "A Napoli non funziona un c...., solo il calcio. Ringraziatemi, non vincete da vent'anni"

"Ho sempre sostenuto Mazzarri, non c'è nessun equivoco sugli obiettivi, voglio stare tra i primi 5 e giocarmi la Champions. Stop, fine dei giochi. Poi voglio fare un tentativo per mettere in cassaforte, come assicurazione sulla vita, la Coppa Italia, quindi avvenga quel che deve avvenire. Ci sono molti che dicono "è una stagione buttata nel cesso". Ma chi l'ha detto, ma chi si permette di dire certe idiozie... Ma che ca.. avete vinto a Napoli? Due scudetti, ok, la coppa Italia, poi ...La coppa Uefa... C'è gente che ha vinto 20 coppe, e allora... Voglio dire che sono più di 20 anni che non stavate rivivendo un certo periodo di protagonismo, perchè poi posso anche andarmene, uno si rompe i cogl....e se ne va, io me ne ritorno in America. Se io devo stare qua dobbiamo armonizzarci, insieme ai tifosi che sono i miei primi e soli committenti, io lavoro umilmente per loro... Dobbiamo stare con i piedi per terra, perchè qui a Napoli non funziona un ca... Non è che dici, a Napoli funziona tutto e poi c'è anche il calcio, no... A Napoli c'è solo il calcio, e allora ringraziatemi".

PURO GODIMENTO

De Laurentiis già progetta il futuro: ecco i sei giovani nel mirino


Il mercato del Napoli ha avuto inizio ed è finito il 28 dicembre, con gli undici milioni spesi per Vargas e i circa novecentomila euro risparmiati con le cessioni al Novara di Rinaudo e Mascara. Con queste tre operazioni il diesse Bigon chiude ufficialmente il suo mercato. Dunque nessun altro movimento in entrata. Questo almeno sulla carta. Chissà infatti che non ci possa essere qualche occasione dell'ultima ora da qui alle ore 19 del 31 gennaio, ultimo istante utile per chiudere affari nella sessione di gennaio del calciomercato. Perché, certamente, nell'eventualità che il centrocampista del Cesena Antonio Candreva cambi idea, una porta aperta sarà sempre aperta per l'ex nazionale di Lippi. E Omar El Kaddouri? Alle condizioni poste dalla famiglia Corioni milioni il cartellino) la trattativa si può considerare definitivamente tramontata. Tra i partenti c'è certamente Mario Santana: Bigon spera di convincerlo ad accettare Cesena. Nelle ultime ore si è fatto sotto anche il Cagliari. Negli ultimi giorni il club azzurro ha sondato due promesse del calcio italiano: Luca Antei, attualmente al Grosseto ma di proprietà della Roma, e Riccardo Brosco, difensore del Pescara. Resta sempre in piedi l'interesse per l'altro difensore abruzzese, Marco Capuano, 21 anni, difensore mancino con 9 presenze con l'Italia Under 21. Restano caldissime le piste che portano a Gabbiadinidell'Atalanta e Destro del Siena (entrambi attaccanti, entrambi classe '91).

Fonte: Il Mattino

"Mazzarri avanti col suo credo: porta risultati"

L’ennesima risposta sul campo, come piace a lui, all’allenatore che dopo aver portato il Napoli agli ottavi di Champions League ora lo ha trascinato in semifinale di Coppa Italia. Mazzarri va avanti con il suo credo che sta portando risultati straordinari. «Vado avanti per la mia strada. Abbiamo disputato una grande partita contro una squadra di fenomeni, siamo arrivati dopo l’Inter, ci siamo impressionati a vedere quanti scudetti e trofei c’erano sul pullman, venivano da 7 vittorie consecutive ed è stata una grande impresa». La difesa del gruppo, la conferma di tutti quelli che gli stanno dando enormi soddisfazioni. «Questa squadra dà soddisfazioni incredibili e sono contento e ringrazio per la prestazione i ragazzi. L’atteggiamento del secondo tempo? Sentivamo la paura di subire una rete, ultimamente siamo stati puniti al primo errore, i ragazzi erano quasi paurosi di vincere, per questo ci siamo abbassati un po». Poi il tecnico entra più nei dettagli. Mazzarri torna sull’argomento campo, che aveva tirato in ballo anche in altre occasioni. L’abbraccio con Inler? Mazzarri ha confermato lo svizzero nonostante le ultime prestazioni non positive e lo ha incoraggiato al momento della sostituzione. «Inler? Se si sbaglia un passaggio e vengono rumori dagli spalti è normale andare in difficoltà. Anche lui accusa la pressione di Napoli, rispetto ad Udine qui se sbagli un passaggio ti beccano subito. Per questo motivo ho detto ai tifosi di sostenerci durante la gara perché molti ragazzi possono risentire del mugugno per un errore di misura in un passaggio o altro. Gokhan ha fatto una fase passiva ottima, per me è stato perfetto perché si è messo a disposizione della squadra. Per lui faccio lo stesso appello che feci lo scorso anno per Gargano: i giocatori sino al 95′ vanno incoraggiati perché danno il cento per cento,se i tifosi vogliono il bene del Napoli, e ne sono sicuro, devono fare così. Noi come loro, più di loro, vogliamo vincere e stiamo male quando non succede». Ranieri pur sottolineando i meriti del Napoli ha fatto riferimento all’arbitraggio. «Se fossi in Ranieri, un tecnico che stimo moltissimo, non mi lamenterei perché c’era l’espulsione di Sneijder e ci stava un altro rigore su Cavani. Insomma se c’è stata una squadra che si può lamentare dell’arbitraggio è il Napoli. E poi la vittoria è stata meritata, già nel primo tempo avevamo creato i presupposti per segnare. Andiamo avanti ora con la filosofia di sempre, vogliamo ottenere il massimo in ogni partita e cerchiamo di arrivare il più in alto possibile». Mazzarri conferma la sua grande soddisfazione per aver eliminato uno squadrone come l’Inter. «Fa piacere di aver fatto una grande gara con un bel primo tempo contro una squadra in forma come l’Inter. Loro venivano da ben otto vittorie consecutive, questa la dice lunga dell’impresa che abbiamo fatto. Rivedendo la gara di Siena, devo fare i complimenti a Sannino che è un signore ed un grande allenatore. Rispetto all’anno scorso magari ci gira un po’ male negli episodi chiave, ma sono contento del gioco espresso dalla squadra». Il tecnico esprime quindi un concetto forte, quello della pressione ambientale. «Purtroppo la pressione della piazza non dà tranquillità ai ragazzi che poi subiscono gol al primo errore facendo diventare le gare in salita. Eravamo timorosi perché temevano lo stesso film, ossia costruire sette palle gol e poi subire gol alla prima» Ora la semifinale contro il Siena. «Giocare con il Siena? Abbiamo tutto da perdere perché loro hanno messo in difficoltà tutte le grandi»
FONTE: IL MATTINO

Il Napoli batte l'Inter e vola in semifinale

Il Napoli scaccia gli incubi e vola in semifinale dove incontrerà il Siena. Vittoria nel segno del Matador Cavani, ma tutta la squadra ha combattuto con tenacia e impegno, nonostante qualche elemento non fosse in piena forma. Una battaglia che dimostra come la "banda Mazzarri" sia soprattutto una squadra da Coppa, da una partita "o la va o la spacca".

NERAZZURRI SPAVALDI - L'Inter arriva in grande spolvero, con otto vittorie consecutive e una "remuntada" fantastica che l'ha portata dal fondo classifica a ridosso delle tre top. Il Napoli, dopo le esaltanti notti Champions, è scivolato invece in prestazioni incolori come quella recente con il Bologna e il Siena, alle prese con i tormenti interni e con un Mazzarri che parla di "monte stipendi" dei calciatori facendo andare su tutte le furie più di un tifoso. Il quarto di Coppa Italia, quindi, è il momento della verità, per mettere la sordina a critiche e mal di pancia. Di turn-over non se ne parla neppure ed è la dimostrazione di quanto conti la partita del San Paolo. D'altronde, visto il distacco della zona Champions, la Coppa può rappresentare per il Napoli la scorciatoia per accedere all'Europa (sebbene solo Europa League). Match secco, dentro o fuori, senza fare calcoli o tattiche: chi vince prende il Siena, una semifinale non impossibile.

MAGGIO, CHE OCCASIONE - Il Napoli tiene Zuniga bloccato sulla difesa e Hamisk - come già a Siena - sulla trequarti a dar man forte a Inler e Gargano. Nell'Inter ci sono le incursioni di Obi (sostituito dopo 45' da Alvarez) che spalleggia il duo d'attacco Milito-Sneider. Partita bloccata, per un quarto d'ora non succede nulla, poi è Maggio a presentarsi solo davanti a Castellazzi che para di miracolo, deviando in angolo. Il Napoli alza il ritmo e tiene sotto pressione i nerazzurri. Al 18' calcio di punizione perfetta dal limite calciata da Gargano, la palla sfiora il palo destro. Al 34' allungo di Lavezzi a Cavani che entra in area e viene steso da Chivu: tra le proteste azzurre, Celi lascia correre. La partita diventa più tesa, con ripetuti falli. Al 40' Aronica ha la palla del vantaggio, ma "passa" a Castellazzi che ringrazia. Si finisce il primo tempo con i nervi a fior di pelle.


APOTEOSI DEL MATADOR - Al 49' è Cavani a soffiare la palla a Thiago Motta che, ingenuamente, lo stende in area: rigore nettissimo. Il Matador va sul dischetto e si fa perdonare l'errore di Siena: trasformazione e cinquantesimo gol di Edinson in maglia azzurra. Al 56', Celi "grazia" Maggio che cintura Milito: furibonde proteste dei nerazzurri con il "principe" che passa davanti alla panchina azzurra e inveisce con Mazzarri. L'Inter spinge e al 60' una punizione di Sneider viene respinta con i pugni in angolo da un attento De Sanctis. Un minuto dopo, l'olandese mette di nuovo i brividi alla retroguardia azzurri con una saetta di poco alta. Al 66' l'Inter potrebbe passare con Alvarez che però spreca in malo modo. Il Napoli esce dal guscio e con un contropiede orchestrato da Gargano e Cavani e concluso da Pandev dimostra ai nerazzurri che vuole vendere cara la pelle. Entra Zarate e va fuori Thiago Motta, è un'Inter a trazione anteriore. Ma è ancora Sneider all'80' a tentare di bucare dal limite la difesa azzurra, fuori di mezzo metro. All'86' Inter pericolosissima con Alvarez e Zarate, ma De Sanctis non si fa sorprendere, tra gli applausi del San Paolo. Gli azzurri stringono i denti, i nerazzurri spingono con tutto l'organico, ma è Dzemaili a tentare il gol con un fendente deviato da Castellazzi. Si aspetta il fischio finale, ma arriva al 92' il raddoppio, bellissimo, di Cavani che in contropiede, dribbla tutta la difesa nerazzura e mette in gol. E' l'apoteosi del Matador che esulta sotto la curva.

Ranieri: "Da 1 a 10 la rabbia è cento!"


Claudio Ranieri, nella sua Roma, ci andrà solo nei giorni liberi. Niente finale all'Olimpico, i campioni in carica salutano, primo "titulo" andato. Prima o poi doveva capitare, la sconfitta. Sia pur con recriminazioni, errori e un rigore solare negato che accende il clima quasi come nel match che il Napoli vinse a San Siro. "C'erano due rigori questa sera - fa il tecnico - Uno è stato fischiato, l'altro no". Ovviamente parla della trattenuta su Milito a opera di Maggio. "Quanto sono arrabbiato da 1 a 10? Cento". E sembra quasi di rivedere - con meno furia - il Ranieri del dopo Inter- Napoli 0-3, arbitro Rocchi.

Filotto e Motta - Comunque sia: chiamala legge dei grandi numeri o legge della rincorsa (che prima o poi paghi), resta il fatto che dopo 8 vittorie di fila (7 in campionato e una in Coppa Italia contro il Genoa negli ottavi di finale), l'Inter è costretta a chinare la testa perché è vero che tanto si può ma tutto no, è impossibile. Inter detronizzata, avanti un'altra. Di certo non sono mancate le lamentele ieri sera, perché è vero il brutto addio (se addio immediato sarà) di Thiago Motta - intrigato dalle sirene francesi - ma è altrettanto vero che quel rigore negato a Milito ha creato non pochi musi lunghi e uno strascico istantaneo. "A Motta ho detto di restare con noi. Se era tranquillo prima della gara? Sì, e in campo è stato solo sfortunato".

Principe vs. Mazzarri - La rabbia per il penalty non dato ha fatto infuriare molto Thiago Motta nei confronti dell'arbitro Celi, il sito dell'Inter parla di "Inter derubata di un rigore netto" e in campo Milito se l'era presa con Mazzarri. A non assegnazione assodata, il Principe è andato vicino al tecnico del Napoli urlandogli "Adesso non parli eh!", riferito a precedenti lamentele dell'allenatore toscano. Negli spogliatoi, Milito ha sottolineato: "Io non mi butto in terra da solo, quello era rigore netto!".

Ordine: terzo posto - Insomma, oggi riprendono i lavori e Lecce è una tappa fondamentale. Perché forse e inconsapevolmente nella testa dell'Inter è ben più importante (come da ordine di Moratti) il terzo posto di una Coppa Italia che comunque l'ha vista vincente per due stagioni di fila. Però resta l'amarezza di Ranieri. "Evidentemente siamo sfortunati contro il Napoli, prima in campionato e poi qui. Domenica a Lecce dovremo fare una grande partita". Appunto, conta il 3˚ posto.

Fonte: Gazzetta dello Sport

Reti in azzurro, Cavani ad un passo da Jeppson


Edinson Cavani sale a 51 reti in 72 gare in azzurro è ad un passo da Hasse Jeppson a quota 52. Lo svedese è decimo tra i bomber del Napoli di tutti i tempi. Per il Matador 39 goal in A 11 in Europa e 3 in Coppa Italia.

Napoli, tre gare in 7 giorni domenica il Genoa poi Cesena e Milan


Il Napoli non ha il tempo di rifiatare. Stamattina appuntamento a Castel Volturno perché il campionato è alle porte e bisogna invertire la tendenza dopo i due pareggi consecutivi con Bologna e Siena. All'orizzonte c'è una nuova trasferta, la prima del girone di ritorno. Azzurri di scena domenica a Marassi contro un Genoa a caccia della rivalsa, dopo il 6-1 rimediato al San Paolo. Probabile un po' di turnover. Fernandez e Britos scalpitano, così come Dzemaili. Si gioca senza sosta, quindi è necessario l'apporto dell'intera rosa. Mercoledì sera – infatti – è in programma il turno infrasettimanale. A Fuorigrotta arriva il Cesena, sconfitto con qualche patema di troppo, in Coppa Italia. Il piatto forte è fissato domenica 5 febbraio, a San Siro, contro il Milan Lavezzi. Il macedone s'intende alla perfezione con Cavani e ha voglia di chiudere i conti alla sua maniera. Il colpo del ko – a dire il vero – lo sfiora Gargano, al termine di una progressione in area. Il Mota si allunga troppo il pallone, ma Castellazzi fa buona guardia. L'Inter ci prova, ma poi tocca ancora a Cavani: slalom in area perfetto che vale il 2-0 della sicurezza. Il San Paolo esulta. Il Napoli è tornato ai suoi livelli.

mercoledì 25 gennaio 2012

COPPA ITALIA, NAPOLI - INTER

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Fernandez, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Zuniga; Lavezzi, Pandev; Cavani.
In panchina: Rosati, Britos, Campagnaro, Dzemaili, Dossena, Hamsik, Vargas.


INTER (4-4-2): Castellazzi; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Faraoni, Zanetti, Cambiasso, Alvarez; Milito, Pazzini.
In panchina: Julio Cesar, Ranocchia, Cordoba, Obi, Sneijder, Zarate, Castaignos.

Cannavaro: "Risaliremo. Mazzarri? Solo uno sfogo"

"A parlare sono i numeri. L'anno scorso, per esempio, siamo arrivati terzi e pure in Champions siamo arrivati dove nessuno pensava. Noi giochiamo sempre per vincere e con l'obiettivo di arrivare più in alto possibile".

VOGLIA DI RISCATTO - Lo ha detto il difensore del Napoli, Paolo Cannavaro, alla vigilia della sfida di Coppa Italia contro l'Inter e commentando le dichiarazioni sul monte ingaggi-classifica rilasciate subito dopo la sfida di Siena dal tecnico Walter Mazzarri. "Ora in campionato siamo settimi ma vogliamo classificarci meglio" ha detto il capitano partenopeo secondo cui quelle dell'allenatore sono parole a caldo. "Il mister ci dice sempre di non parlare a caldo. È il primo che vorrebbe essere in campo a giocarsela e quindi io non darei tanto peso a quelle dichiarazioni".

Fonte: Corriere dello SPort

Cannavaro: "Sogno di alzare un trofeo con il mio Napoli"


I muscoli del capitano sono anche quelli del volto, e Paolo Cannavaro non tradisce neppure una smorfia. Il momento negativo del Napoli può togliere il sorriso e la parola a Mazzarri, non a chi come lui è abituato a gestire le pressioni di questa piazza. "Ho tatuato sulla pelle l'inizio di questa storia, la data della promozione in A. Adesso, sogno di alzare un trofeo con il Napoli".

Serenità - Le contestazioni subite in passato sono molto più severe delle critiche rivolte negli ultimi giorni all'allenatore e, dunque, in vista di Napoli-Inter non poteva esserci testimonial migliore di Cannavaro per dire che gli azzurri sono "super sereni, perché continuando a dare il massimo, come stiamo facendo in ogni partita, arriveremo molto lontano ". In tutte le competizioni, a partire ovviamente dalla Coppa Italia: "Aspettiamo questa partita come una rivincita dopo la cocente eliminazione dello scorso anno, può essere l'occasione per vendicarci dell'Inter. Inoltre, è un quarto di finale che aprirebbe le porte ad una "quasi finale", per cui ci teniamo particolarmente a passare il turno. Siamo molto motivati, però non dimentichiamoci il valore dei nerazzurri. Milito e Pazzini sono dei fuoriclasse, dovremo stare attenti perché alla prima occasione possono fare gol".

Più attenzione - Il Napoli sta subendo decisamente troppe reti: "La fase difensiva la facciamotutti insieme, vuol dire che dobbiamo essere più attenti da questo punto di vista. Commettiamo qualche errore ed inoltre ci gira un po' male, come in occasione della parata di Pegolo su Pandev. L'anno scorso abbiamo vinto tante partite nei minuti finali. Questione di equilibri? Il nostro modulo è quello dello scorso anno, certo Pazienza era più tattico rispetto ad Inler, ma la posizione in campo è la stessa. Gokhan è un campione. Come tutti i giocatori che arrivano in una squadra nuova magari sta incontrando qualche difficoltà".

Vai Pocho - Parole da capitano, per fare coraggio ad un compagno in crisi. Un altro, invece, sta per rientrare dal primo minuto: "Sappiamo quello che ci può dare Lavezzi, lui è il cuore e l'anima della squadra". Il leader in campo, dunque, è il Pocho. Cannavaro lo è nello spogliatoio e risponde così alle parole di Mazzarri sul valore dell'organico azzurro: "Siamo uomini e a caldo si possono dire cose del genere. Lui ha fatto riferimento ad una statistica, malo scorso anno eravamo noni come monte ingaggi e siamoarrivati terzi. Sono solo numeri. Noi vogliamo arrivare molto più in alto e non al settimo posto. Entrare tra le prime cinque, sarebbe già un bel risultato, ma siamo convinti di poter puntare ancora ad un eventuale terza piazza". Giocare in Europa anche il prossimo anno è, dunque, l'obiettivo di squadra, tecnico e società. Vincere la Coppa Italia garantirebbe al Napoli un'altra stagione di impegni internazionali. Proprio in questa manifestazione, Cannavaro ha segnato alla Juventus il suo gol più bello in maglia azzurra. Quest'anno, invece, il capitano è ancora a secco. Anche per lui è arrivato il momento di sbloccarsi.

Fonte: Gazzetta dello Sport

Ranieri vuole zittire il San Paolo, la sfida è iniziata


Pensieri esclusivamente televisivi alla vigilia di una partita bella come Napoli-Inter. Pensieri circoscritti e riservati alla tv che paga per trasmettere le partite di Coppa Italia (la Rai) e la tv della casa madre (Inter Channel). E' una recente usanza della Pinetina: alla vigilia delle gare di Coppa Italia l'allenatore (da Mourinho a Leonardo e adesso a Ranieri) si concede solo alle due tv. Dicono che sia per evitare una… sovraesposizione (gergo dei manager di cui il calcio abbonda), ma è un'idea contraria al senso del calcio e dell'informazione. Di questo passo, arriveremo al giorno in cui anche alla vigilia del campionato gli allenatori parleranno solo con Sky e alla vigilia dell'Europa League solo con Mediaset, per buona pace della Lega e del suo presidente dimissionario che anche di recente ha dichiarato che la Lega non è schiava delle tv. Meno male. Moratti, così sensibile alla pluralità dell'informazione, ci rifletta sopra.

PER ZITTIRE IL SAN PAOLO - Quanto alle riflessioni di Ranieri tutto ruota intorno a questo suo festoso ritorno al San Paolo. Claudio conosce bene l'urlo dello stadio, è stato l'allenatore del Napoli del dopo-Maradona. Anni duri. Forse sarà così anche a Barcellona, per il dopo-Messi. Ranieri portò la squadra in Coppa Uefa e nel novembre successivo venne licenziato da Ferlaino. Sa che bisogna preoccuparsi di quel frastuono che stordisce gli avversari appena sbucano dagli spogliatoi. Così, quando gli chiedono cosa deve fare l'Inter per zittire il San Paolo, la risposta non può essere che questa: "Serve una grossa prestazione. Noi ci teniamo, sarà una grande partita". Tenendo presente che chi passa incontrerà in semifinale la vincente di Chievo-Siena, la voglia di vincere aumenta: "Il Napoli avrà il San Paolo al suo fianco, ma ormai ha trovato una sua dimensione, gioca alla stessa maniera sia in casa che fuori. Dovremo affrontare una squadra in salute. Domenica ha pareggiato a Siena, ma creando moltissime occasioni da gol e meritando qualcosa di più. Da quando De Laurentiis è presidente, il Napoli migliora anno dopo anno, Mazzarri sta facendo molto bene, ma prima di lui aveva fatto bene anche Reja. Vuol dire che c'è una società sana, con le idee chiare. Infatti, un grande club prima o poi trova l'allenatore giusto e i giocatori giusti e così continua a crescere, come sta facendo il Napoli".

RIVINCITA E CONTROPIEDE - Ranieri ha in testa questa partita: "Bisogna vedere come riusciremo a rispondere colpo su colpo a una squadra che, anche in casa, ti vuol far giocare per prenderti in contropiede. Non sarà facile. Servirà grande attenzione. Mi aspetto il Napoli migliore, compreso Pandev che è in un momento di forma straordinario". E poi c'è il piacere di una rivincita. "A San Siro, in campionato, noi siamo partiti molto bene, poi c'è stato quel rigore un po' contestato, l'espulsione di Obi, da quel momento hanno giocato bene loro. Però anche noi, adesso, abbiamo la nostra identità, la nostra forza interiore, grazie al carattere e all'orgoglio del gruppo storico nel quale si sono inseriti bene i ragazzi. Siamo una buona miscela". E' l'Inter la differenza. Una differenza che Ranieri ha saputo tirar fuori in mesi di lavoro profondo. "Ci sono tanti giocatori del Napoli che mi piacciono. Però a me piacciono di più i nostri". Giocatori che in questi ultimi anni (6 volte su 7) sono arrivati a Roma, alla finale. "Volete sapere se è il mio obiettivo? E lo chiedete proprio da me, che sono di Roma. Anch'io voglio tornare a Roma". Non per fare un salto a casa, al Testaccio, ma per puntare dritto all'Olimpico.

Fonte: Corriere dello Sport

IL MATTINO - Preziosi offre Dainelli. L'ipotesi Cesena non convince Santana. Le ultime su Gabbiadini


Bigon ora ha un solo obiettivo da qui alla fine di gennaio: convincere Mario Santana ad accettare il trasferimento in prestito fino a giugno al Cesena. Il club azzurro e quello del patron Campedelli hanno raggiunto un accordo di massima che, a questo punto, non prevede neppure lo scambio con Antonio Candreva. Il centrocampista romano non vuol saperne di essere ceduto in prestito e l'Udinese non intende trattare una nuova comproprietà: a questo punto Candreva potrebbe finire al Genoa o alla Fiorentina. Il diesse azzurro non ha fretta per Manolo Gabbiadini, 21 anni, attaccante dell'Atalanta. Anche il procuratore del giocatore si è sbilanciato annettendo il contatto, ma se l'affare si farà non sarà prima dell'estate. Per Omar El Kaddouri, il fantasista del Brescia che sta incantando in serie B, il Napoli sta tentennando ancora: solo che a furia di segnare (è alla sua terza rete consecutiva in campionato) il presidente Corioni continuerà ad alzare il prezzo del cartellino del belga (ora a quota 5 milioni) che tanto ricorda Hamsik. Il Genoa ha provato a offrire il difensore Dainelli. Escluso un ritorno di fiamma per Chivu, in scadenza di contratto con l'Inter, o per Zaccardo. Il mercato di gennaio degli azzurri difficilmente si infiammerà negli ultimi giorni. E la presenza di Bigon ieri a Castelvolturno piuttosto che all'Hilton di Milano, sede del mercato, è la testimonianza che i partenopei non hanno accordi in dirittura d'arrivo.

Fonte: Il Mattino

RIVOLUZIONE - Inler e Pandev in panchina, spazio a Lavezzi e Dzemaili


Il suo momento verrà, magari a partita in corso. Ma prima o poi dovrebbe arrivare: Goran Pandev, il grande ex della notte del San Paolo, abbraccerà capitan Zanetti, Milito e gli altri amici dello storico triplete di Mou vissuto da protagonista assoluto, e poi si accomoderà in panchina. E’ incappottato e incappucciato, che comincerà a guardare Napoli-Inter: oggi, per la sfida secca che vale la semifinale di Coppa Italia, Walter Mazzarri si affiderà ai tre tenori primordiali. Hamsik-Lavezzi-Cavani: è questo il tris d’assi prescelto.

GABBIA SNEIJDER – E allora, Napoli formato titolarissimo. O quasi, per la precisione: perché la litania della formazione sarà quella delle migliori notti di coppa al novantanove percento, considerando che l’unica grande novità dovrebbe essere il turno di riposo che il tecnico concederà a Inler. Dentro Dzemaili, dunque: uno svizzero per un altro e via, mediana fatta con Gargano e la missione precisa di incollarsi a Sneijder come un francobollo. La gabbia per Wes è pronta, definita nei movimenti e spiegata come sempre nei minimi particolari da Mazzarri: bloccare il cervello e dunque le idee e i suggerimenti per le punte e gli inserimenti di esterni e centrocampisti avvezzi al gol.

LE ORIGINI – Il resto? Ritorno alle origini, dicevamo. Con Lavezzi che rientra dal primo minuto dopo lo spezzone brillante, in versione scossa, giocato con il Siena. Il Pocho con Hamsik e Cavani: la Scala è al San Paolo e la girandola, cioè il moto perpetuo delle posizioni dalla trequarti in su, e le ripartenze micidiali saranno il canovaccio da interpretare alla perfezione. Mazzarri rispolvera il tridente che l’ha portato in alto. E spera che la notte sia di quelle propizie.

LE CERTEZZE – Come per la difesa, che parte da De Sanctis e finisce ad Aronica. Con Campagnaro e Cannavaro a destra e al centro. L’argentino ci sarà, nonostante un momento di forma un po’ così, e con lui tre dei cardini imprescindibili della squadra: il portierone, il capitano, il pretoriano Totò. Tre certezze assolute, impossibile farne a meno per carattere, tenuta, garanzie: sì, allo stato attuale è impensabile che, in partite fondamentali e delicate come quella con l’Inter, gente come De Sanctis, Cannavaro e Aronica possa riposare. Forza con gli straordinari.

IL MANCINO – Quelli che farà anche Dossena, l’attuale prediletto della fascia sinistra dopo una prima parte di stagione vissuta sull’altalena e sul filo: dopo la sosta di Natale, la situazione s’è ribaltata e Zuniga è scivolato alle spalle del compagno. Tre su tre dal primo minuto, per Dossena; tre panchine per Camilo detto Cami. E oggi la storia dovrebbe ripetersi: perché se a destra ci sarà Maggio, a sinistra, a fronteggiare le discese di Maicon, ci sarà il mancino italiano. Che vede in un piccolo risentimento – una contusione rimediata a Siena – l’unico ostacolo verso la quarta di fila da titolare, tra l’altro prestigiosa, ma che comunque è il candidato. Un problema di poco conto, il recupero di Dossena è scontato.

L’ATTESA – Formazione fatta, insomma. Tutto pronto, tutto stabilito: con Vargas (ancora in apprendistato), Britos, Inler e Pandev in panchina.

Hamsik fa una dedica a Mazzarri

Niente rifinitura ieri per il Napoli. Walter Mazzarri proverà uomini e schemi anti Inter solo stamattina. Un modo, probabilmente, per allentare la pressione che c’è sulla squadra, ma anche per tenere tutti i suoi uomini sulla corda.

Ultime Dzemaili potrebbe essere preferito ad Inler. Del resto, l’ex del Parma è una sorta di titolare aggiunto ed anche negli ottavi di Coppa Italia era toccato a lui partire dall’avvio. Tra i convocati figura pure l’altro mediano acquistato dal Napoli in estate, vale a dire Donadel. L’ex della Fiorentina, però, rischia di finire in tribuna, al pari di Chavez, nonostante col Cesena abbia ben impressionato.

Che ricordi Quattro i precedenti in Coppa Italia con i nerazzurri allo stadio San Paolo. Napoli mai vittorioso nei 90’. Il bilancio è di 3 pareggi ed un successo per l’Inter, datato addirittura 1938. L’ultima volta che sono stati gli azzurri a qualificarsi, invece, risale alla semifinale del 1997 (rigore decisivo del francese Boghossian).

Lo slovacco Intanto, Marek Hamsik, che è in ballottaggio per stasera con Pandev (favorito il macedone) ha parlato ieri al suo sito Internet, tranquillizzando tutti dopo la sua assenza al Gran Gala del calcio, organizzato dall’Aic a Milano, lunedì sera, nel corso del quale avrebbe dovuto ricevere un premio: «Purtroppo avevo dei piccoli problemi di salute che non mi hanno permesso di essere lì — ha detto —. Per me è un grande onore essere nella lista dei Top 11, perché mi hanno votato tutti i migliori personaggi del mondo del calcio. Dedico questo premio a Mazzarri ed ai miei compagni, perché senza di loro — chiude Marek — non sarei mai riuscito a raggiungere certi traguardi»

martedì 24 gennaio 2012

Da leone a gattino: cosa succede a Gökhan Inler?


Cosa succede a Göhkan Inler? Il ventisettenne svizzero, il colpo dell’estate del mercato del Napoli, non sta rendendo quanto i tifosi, la società e l’allenatore si aspettavano. Eppure doveva essere lui a consentire il definitivo salto di qualità al centrocampo azzurro, che non poteva reggersi in eterno sulla generosità di Gargano.

Ma quello che l’anno scorso era un instancabile macinatore di gioco, quest’anno è sparito sempre di più dalla zona calda del campo, quella dove nascono i palloni destinati ai piedi d’oro di Hamsik, Lavezzi e Cavani. Nessuno mette in dubbio il grande impegno di Inler, che ha dimostrato in più occasioni un grande attaccamento alla maglia, ma è un fatto che quasi mai lo vediamo proporsi attivamente nella metà campo avversaria, né tantomeno gestire il pallino del gioco. Con qualche eccezione, per fortuna, per esempio a Villarreal.

Dato che il periodo di adattamento dovrebbe essere concluso, è il momento di indagare sulle cause di questo calo di rendimento, stupefacente rispetto ai livelli a cui Göhkan ci aveva abituato quando indossava la casacca dell’Udinese. Si tratta della diversità del centrocampo azzurro, dove Inler non si trova più ad essere il giocatore che imposta, ma deve invece mettersi a contenere il gioco avversario per dare una mano alla traballante difesa a tre? O si tratta di una scelta precisa di Walter Mazzarri, che preferisce impiegare lo svizzero in copertura, lasciando spazio a Gargano, invece che consentirgli di proporsi in avanti?

Sta di fatto che lo scarso rendimento di Inler è una delle chiavi per leggere le prestazioni deludenti del Napoli finora. Probabilmente, valorizzando il giocatore svizzero, la squadra azzurra potrebbe trovare quelle alternative necessarie a un gioco che si è fatto davvero troppo prevedibile, se le piccole del campionato riescono a contenerlo con facilità. Magari, una difesa a quattro potrebbe liberare forze per un’azione più incisiva nella parte centrale del centrocampo, in cui Inler sfrutterebbe tutte le sue potenzialità, sacrificando un po’ il gioco sulle fasce che piace tanto all’allenatore, ma che sta dando sempre meno risultati. Göhkan Inler è sotto contratto col Napoli fino al 2016: sarebbe il caso di affrontare il problema prima di quella scadenza.

Il Napoli ci prova per Ranocchia, Bigon sonda il prestito

NAPOLI. Sette vittorie consecutive, quarto posto in classifica a -6 dalla capolista Juventus. L'Inter si è svegliata di buon umore, come non accadeva da tempo, ma all'interno della rosa non tutti hanno motivo per sorridere. Uno di questi è sicuramente Andrea Ranocchia, difensore centrale classe 1988, che negli ultimi tempi ha assistito alla rimonta nerazzurra seduto in panchina. Un anno fa, per strapparlo al Genoa, l'Inter sacrificò Mattia Destro, esploso in questa stagione Siena, dodici mesi dopo il difensore azzurro ha perso il suo ruolo di protagonista nel reparto difensivo nerazzurro.

L'ultimo match di campionato giocato da titolare, impreziosito dal gol vittoria, è datato 18 dicembre 2011, Cesena-Inter 0-1. Da quel momento è cambiato tutto, Ranocchia è diventato una seconda scelta, dietro a Samuel e Lucio. Le decisioni di Ranieri non sembrano turbare il difensore umbro, ma è chiaro che Ranocchia non può permettersi di stare a guardare fino a giugno. Prandelli, storicamente, dà spazio a chi gioca con continuità, ecco perchè la sua assenza prolungata dai campi potrebbe diventare un problema in vista degli Europei.

Il suo posto nei 23 per Ucraina e Polonia, nonostante il talento cristallino e le scelte limitate nel reparto difensivo azzurro, al momento è in discussione, in attesa di un cambiamento. Diventato ormai necessario: Ranieri darebbe l'ok a un prestito, e il Napoli, che vede i suoi difensori in affanno sta facendo un pensierino per il prestito. Ranocchia guadagna 1,5 milioni di euro, cifra compatibile con i parametri azzurri. Ma non è escluso che con Moratti si possa parlare di una comproprietà, con la metà del cartellino che è valutata 6 milioni di euro.

Inter, Ranieri studia la squadra anti-Napoli


Con ogni probabilità, il tecnico dell'Inter Claudio Ranieri varerà un po' di turnover nel match di Coppa Italia contro il Napoli di domani. Il modulo scelto dovrebbe essere quello del 4-4-1-1, con Sneijder finalmente titolare alle spalle di un'unica punta: Milito potrebbe riposare, il ballottaggio dovrebbe riguardare Pazzini e Zarate. Possibile turno di riposo anche per Nagatomo, non al meglio, e Cambiasso. In porta Castellazzi.

Marchegiani: "Hamsik è un talento, ma non un rigorista"


La solitudine del numero 1 è sempre: ma in quei momenti, in quel faccia a faccia a distanza, si moltiplica, si decuplica. La sfida fatale è dal dischetto, un istante di rara intensità emotiva ed agonistica, un giallo applicato al calcio.

Marchegiani, lei ci sapeva fare: cinque su cinque nel 2003-2004.

"Con il Chievo, non andai male. Non so se è un record, però è un particolare che ogni tanto torna a galla. E fa piacere sentirselo ricordare".

Ora si studia, ma anche lei...

"Ci si organizza la nostra vita. Si tengono a memoria le tendenze dei rigoristi, alla vigilia delle partite si ricordano come sono soliti battere, come hanno calciato l'ultima volta. Il video dà una mano, certo, perché puoi ripassare la lezione. Ci sono società che forniscono immagini".

E poi, se va male, nessun addebito.

"Questo è un vantaggio di carattere psicologico che può incidere. E' vero che tra il portiere ed il rigorista chi sta peggio, nella fase precedente alla battuta, è colui il quale va a calciare. Ma tra i pali non c'è un pezzo di ghiaccio, hanno emozioni anche gli estremi difensori. E in quel caso una energia positiva che sostiene. E poi non dimenticate l'atletismo, il fisico".

Se una squadra ne sbaglia tanti....

"Vuol dire che non ha molta sorte, perché stiamo abbracciando un periodo ampio, 5 anni; e poi, è strano che sbaglino calciatori come Hamsik e Cavani, peraltro cambiando esecuzione. Ma Hamsik per me è un grandissimo talento, non un perfetto rigorista"

Il prossimo portiere parte avvantaggiato?

"Mai un portiere può dirsi favorito, quando c'è un avversario sul dischetto. Però il prossimo rigorista avrà una preoccupazione in più".

Fonte: Corriere dello Sport

GdS: "Napoli, meno male che c'è Pandev"...

Meno male che c’è, altrimenti staremmo qui a commentare in modo anonimo il campionato del Napoli. Invece, se il club è ancora in gioco per l’Europa lo deve soprattutto a Goran Pandev, che a Siena ha realizzato la quinta rete in campionato evitando ai 5.000 tifosi arrivati fin lassù, un’altra delusione. E’ un bel vedere, l’attaccante macedone. In questo momento è il vero punto di forza di una squadra che non riesce a trovare la continuità necessaria nei risultati per essere protagonista. Ed è grazie alle sue prodezze se Aurelio De Laurentiis ha potuto fissare nel quinto posto l’obbiettivo minimo del Napoli. A dispetto di quanto asserito da Mazzarri, invece, nel dopopartita di Siena. Quella dichiarazione poco funzionale sulle potenzialità della squadra («è da settimo posto») non è stata presa bene dall’ambiente, che continua a circondare d’entusiasmo e d’affetto Pandev e compagni.
Adesso l’Inter - Si prospetta una serata particolare per l’attaccante del Napoli. Domani sera, al San Paolo arriverà l’Inter per i quarti di finale di Coppa Italia. Una partita secca, un dentro o fuori che potrebbe determinare il futuro della stagione del club napoletano e che Goran Pandev si appresta ad affrontare con lo spirito di chi vorrà far ricredere chi non ha voluto concedergli fiducia. Da queste parti, però, il giocatore è soltanto in prestito. E se non dovessero esserci novità da qui a fine giugno, dovrà ritornarsene a Milano. «Su quest’argomento parlerà De Laurentiis a tempo debito. L’arrivo di Vargas ha creato un’opportunità in più per il Napoli, che valuterà con grande attenzione gli attaccanti per la prossima stagione. L’estate che verrà sarà molto lunga, perché immagino che il club napoletano riceverà molte offerte. Sono curioso di capire cosa succederà. Cinque tenori sono troppi in attacco e, quindi, uno di loro potrebbe andare», ha anticipato Carlo Pallavicino, il procuratore di Pandev.
De Laurentiis - A margine dell’assemblea di Lega, il presidente ha commentato il pari di Siena e il futuro del suo Napoli. «Deluso per i risultati? Assolutamente no, durante la stagione ci sono momenti in cui tutto va bene e in altri meno, rimaniamo convinti di avere una squadra di talenti, con un ottimo allenatore, e aspettiamo che arrivino anche i risultati. L’obbiettivo è sempre quello di arrivare nei primi cinque posti. Se non ce la faremo ne analizzeremoi motivi. La Coppa Italia? E’ una sfida a sé, noi la giocheremo come al solito, con il massimo impegno per raggiungere la semifinale», ha concluso il presidente che domani sera ritornerà al San Paolo dopo aver saltato la trasferta di Siena.
FONTE: GAZZETTA DELLO SPORT

CdS: "Napoli, la maledizione dei calci di rigore"

(Sole sul tetto dei palazzi in costruzione....) . Intorno, è un lampo di suggestioni: e in quel fascino che avvolge Siena, l'angolo più sperduto e apparentemente inespressivo, è un dischetto bianco, il volano verso la disperazione... (Sole che batte sul campo di pallone....) . Minuto trentaquattro d'una ripresa al calor bianco, avanti tutta con l'ira agli occhi e il furore del bel tempo che fu: il silenzio assordante è un istante, perché poi è frastuono e malinconia, è un buco nero nella memoria, quesiti che si sovrappongono e un Cavani piegato su se stesso. Parato, in quell'angolo che sembrava lontanissimo e irraggiungibile e invece a portata di guanti di Gianluca Pegolo. Deviato, pure stavolta, come contro il Catania, come contro l'Udinese; come accaduto ad Hamsik a San Siro, stregato da Julio Cesar. Sbagliato, come per Marekiaro con la Juventus: pum, una staffilata a sfidare il vento. Gli undici metri più maledetti cominciano con un sorriso e una speranza e si chiudono tra moccoli e amarezza: e in quella classifica che ora langue, sottratta dall'ossigeno d'altri due punti, le scorie dell' "Artemio Franchi" si sommano e lasciano cicatrici sul corpo e nella testa.
TREND - Cavani e prim'ancora ancora Hamsik e poi, via, via a ritroso nel tempo, un errore per Quagliarella, un altro per Zalayeta ed uno per Calaiò, all'epoca arciere partenopeo, e persino una sciagurata esibizione dell'altrimenti infallibile Domizzi, che su sette ne segnò sei. (Ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore...). La leva calcistica d'una classe specialissima, un concentrato di talento allo stato puro, è in realtà la dimostrazione assai lampante d'una contraddizione in termini che va avanti ormai da un lustro: e in questo quinquennio consumato tra alti ed alti, scalando le vette del football dopo esser risorti dalle ceneri del Fallimento, l'unico appunto che il Napoli può muovere a se stesso è in quella fragilità esibita nel momento topico, mentre gli stadi improvvisamente tacciono e il diavolo ci mette lo zampino. I numeri hanno un'anima (ferita) e le statistiche svelano impietosamente il vizio di forma di una generazione di fenomeni: Cavani ne ha sbagliati tre su nove, Hamsik addirittura sei su dodici; e, in questo viaggio a ritroso sul dischetto errante, in questi cinque anni rigorosissimi, su trentuno opportunità, diciotto sono state colte e tredici son state sprecate.
VELENO IN COPPA - Il campionato è la fotografia d'una realtà circoscritta agli undici metri e la Coppa Italia, che domani riconsegna il palcoscenico, è addirittura la cassa di risonanza, praticamente un amplificatore, di quel difetto ormai percettibile ad occhi nudi: Torino, 4 febbraio 2009, si va alla lotteria per accedere alle semifinali di Coppa Italia e il biglietto vincente, manco a dirlo, è bianconero: sbagliano in sequenza Lavezzi, Contini e Gargano, accentuando il disamore per quell'attimo fuggente. Napoli, 26 gennaio 2011, con l'Inter è 0-0 e il Pocho frantuma il sogno della semifinale. (Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore...).
FONTE: CORRIERE DELLO SPORT